Maternità, di Rabindranāth Tagore

Mother & Child – G. Klimt

Maternità

Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato?
Domandò il bambino a sua madre.
Ed ella pianse e rise allo stesso tempo
e stringendolo al petto gli rispose:
tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio,
tu eri il Suo desiderio.
Tu eri nelle bambole della mia infanzia,
in tutte le mie speranze,
in tutti i miei amori, nella mia vita,
nella vita di mia madre,
tu hai vissuto.
Lo Spirito immortale che presiede nella nostra casa
ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo,
e mentre contemplo il tuo viso,
l’onda del mistero mi sommerge
perché tu che appartieni a tutti,
tu mi sei stato donato.
E per paura che tu fugga via
ti tengo stretto nel mio cuore.
Quale magia ha dunque affidato il tesoro
del mondo nelle mie esili braccia?

R. Tagore

Tagore, Rabindranāth. – Poeta, drammaturgo, musicista e filosofo indiano (1861 -1941). Considerato una delle figure più rappresentative dell’India moderna, si fece portavoce di un messaggio di armonia universale che valica i confini tra razze e popoli. Tra le sue opere più note Gītāñjali (1912; trad. it. Gitanjali. Offerta di canti, 1914), e Śiśu (“Il bambino”, 1913). Nel 1913  ricevette il Premio Nobel per la letteratura.  La ricca e geniale produzione letteraria di Tagore  comprende opere in bengali, tradotte in gran parte dall’autore stesso in lingua inglese. Dal punto di vista religioso  è panteista secondo l’antica concezione indiana affermata nelle Upaniṣad; ed è il punto fondamentale cui Tagore ha informato tutta la sua attività sociale e letteraria. Il concetto di umanità supera e domina in lui ogni limite o confine che la storia e la politica hanno stabilito fra razze e popoli diversi. Ha trattato vari generi letterari, dalla lirica filosofica e religiosa a scritti di soggetto sociale e politico, dalla drammatica alla letteratura narrativa. Una vasta e meritata risonanza ha avuto, oltre alle raccolte di liriche Gītāñjali  e Śiśu, che Tagore tradusse in inglese col titolo The crescent moon (1913; trad. it. 1915), il romanzo Gharē bahirē (1916; trad. it. La casa e il mondo, 2 voll., 1924) con il quale intendeva combattere la violenza. Musicò alcune delle sue liriche e compose numerosi inni, fra cui Jana Gana Mana (1912), divenuto l’inno nazionale indiano. Nel 2012, a un anno dal 150° anniversario della nascita e dal settantesimo della sua morte, la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma ha dedicato una retrospettiva The Last Harvest – Una mostra internazionale di dipinti di Rabindranath Tagore, che ne documenta l’attività di pittore.

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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