Dea libera di Lara Bellotti

Dea libera di Lara Bellotti

Dea libera

Lara Bellotti
La libertà a volte fa paura per tanti motivi, questi vanno dalla paura del giudizio altrui (in primis), fino alla paura di rimanere soli se cambiassimo qualcosa di noi stessi: per stare meglio, vivere come noi vogliamo, e non come vogliono gli altri. I condizionamenti interiori, le ferite del passato, gli schemi mentali, la manipolazione imposta dal sistema in cui viviamo, e la forma mentis imposta dalla nascita sono le componenti che creano in noi tutte le paure e i blocchi possibili immaginabili, ma purtroppo, tanti di questi blocchi emotivi sono inconsci, ed ecco il perché di “Dea libera”: il suo titolo è la presa di coscienza da parte dell’autrice, del fatto che la libertà di scegliere esiste, e insieme all’accettazione, mettendole in pratica, sono assolutamente le prime vie di “guarigione” per uscire dal limbo delle gabbie interiori ed esteriori che attanagliano vite che non sono vissute come le vorremmo. “Dea libera” è introspezione, paragonabile a un testo self help in chiave poetica contemporanea.

Introduzione

Se anche il cuore richiede attenzione tu fatti del bene, tu fatti bella per te, per te! ( Paola Turci)

Aneddoti personali

Non è la prima volta che leggo un libro di Lara Bellotti e non è la prima volta che le sue liriche riescono ad incantarmi per la loro bellezza.

Recensione

Questa silloge poetica si presenta quasi sotto forma di prosa e questo stile adottato dall’autrice si sposa perfettamente con l’attenzione e la curiosità di chi vuole immergersi tra le sue parole.
Molto particolare il titolo : Dea Libera ( riflessa sul mare) una Dea particolare, una Dea ineguagliabile, una Dea che si chiama Anima! Lara Bellotti incentra tutte le sue poesie sulla grandezza e sul valore inestimabile della nostra anima. L’autrice ci parla di coraggio, di autostima, di amore, di rivincita, di speranza e di luce. Non si smentisce la poetessa con i suoi messaggi positivi, che rappresentano, in questa società fredda in cui viviamo, quella “fiammella” che fa la differenza! Ma tutto deve partire dalla scoperta del nostro io, occorre scavare fino in fondo alla nostra essenza e riuscire a tirar fuori quello che davvero siamo e non ciò che potremmo rappresentare per il resto del mondo. Un viaggio profondo tra i meandri della nostra mente, un viaggio che, come un’onda che torna, spazza via qualsiasi pensiero negativo.
“ Ci si perde ogni volta che dobbiamo riscoprire noi stessi. E tu anima libera ti accorgi di quanto sei grande. Il cuore è connesso all’anima. Cado. Mi rialzo. Vinco la partita”.
Bellissimo il rapporto tra Lara Bellotti e il mare: loro sono un tutt’uno, si completano, si amano, si fondono, si sentono e si respirano.
“ Luce e anima di mare dentro di me. Anima che non muore. Danzo leggera tra le onde. Il mare mi chiama. Lo sento dentro”.
Questo mare con le sue onde, con i suoi scogli, con la sua sabbia, con la sua voce, con il suo potere di agitare tutto anche le emozioni più nascoste.
L’autrice ci canta anche di amori difficili; di sentimenti che si possono ghiacciare, di emozioni che rischiano di congelarsi, di cuori che sfiorano la morte, ma nonostante tutto lei riesce a guardare oltre, a varcare la soglia dell’abitudine, dello sconforto e a vedere ciò che realmente conta: l’amore per sé stessi!
“ Dopo ogni disastro dentro e fuori c’è sempre un’alba, un nuovo sole, un nuovo tramonto”.
Si può perdere la propria autostima e vagare nel nulla, si può anche precipitare e sprofondare nel caos. Ma come ci ricorda Lara Bellotti, ognuno di noi potrà uscirne vincitore!

Conclusioni

Concludo questa mia recensione consigliando la lettura di questa raccolta di poesie perché non può che regalarci attimi di pure e vere emozioni. Chi parla di coraggio, di forza, di rinascita, di speranza e di amore merita di essere apprezzato e condiviso!

Citazioni


Dicono che il freddo mantiene. Ma io non sono capace a tenere cristalli di sentimento ghiacciati dentro al cuore. Amo il calore degli abbracci imprevisti, ma abbondanti di emozioni. Il ghiaccio lo lascio al freddo dell’Artico, il luogo in cui non andrò mai”.

Recensione a cura di Alessandra Di Girolamo

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