Vittorio Lo Jacono si racconta al Mondo Incantato dei libri

Vittorio Lo Iacono

Il Solunto Award vede la Sicilia e l’America unite per festeggiare un grande traguardo! Dopo la consegna del premio ( per la letteratura) a Vittorio Lo Jacono avvenuta il 4 Luglio a Bagheria ( presso la meravigliosa Villa Cattolica) aspettiamo altre grandi emozioni per l’evento che si svolgerà ( a metà ottobre)  nell’ambito del Columbus Day di New York.

Finalmente uno scrittore che, con cura e costanza, ricostruisce tappe importanti e indelebili della nostra cultura Palermitana.

Buongiorno Vittorio Lo Jacono, per noi del Blog il mondo incantato dei libri, è un onore ospitarti nel nostro salotto letterario! Ho avuto il piacere di conoscerti in occasione del festival dell’editoria indipendente   “una marina dei libri “del capoluogo siciliano e precisamente nello stand di Nicola Macaione  “ Spazio Cultura”. Poi il 20 Giugno 2019 ho assistito alla presentazione del tuo interessantissimo libro “ Gli Orléans in Sicilia” presso la libreria dello stesso Macaione, e sono rimasta molto colpita dalla tua simpatìa, cultura e carisma. Nel link sottostante la nostra recensione al libro :

https://www.ilmondoincantatodeilibri.it/gli-orleans-in-sicilia-il-duca-daumale-un-luminare-palermo-terrasini-e-lo-zucco-di-vittorio-lo-iacono/

Vorrei chiederti di raccontarci un po’ di questa tua amicizia con Benedetto Davì.

Certamente. Anzitutto  grazie per le belle parole, da una poetessa come te non si possono aspettare che belle parole. Conosco Benedetto Davì da oltre venti anni e ho avuto modo di apprezzarlo per la sua serietà e precisione nel suo lavoro, prima come dipendente e successivamente come titolare della gioielleria “Ingham”  e della “Sport  & Premi”.  A questo bisogna aggiungere che Benedetto ha una disponibilità verso il prossimo eccezionale e sa mettere a proprio agio chiunque viene a contatto con lui. Credo che questi sensi di stima lui li ricambia con me e me lo ha dimostrato standomi continuativamente vicino ogniqualvolta ho pubblicato un libro. Mi ha sempre parlato della tenuta dello Zucco e del duca d’Aumale in quanto i suoi antenati gestivano il casello ferroviario n. 42, vicinissimo alla stazione Zucco-Montelepre, stazione fatta costruire dal duca d’Aumale e donata allo Stato Italiano. Questo fatto mi ha convinto a fare delle ricerche sugli Orléans e in particolare sul duca d’Aumale che mi hanno condotto fino al castello di Chantilly a nord di Parigi e il risultato è appunto questo ultimo mio libro dal titolo “Gli Orléans in Sicilia”.

Il tuo libro parla di un uomo eclettico , il duca d’Aumale,  e dell’amore infinito che ha dedicato alla città di Palermo ( e non solo) al suo “ Zucco”e ai suoi abitanti. Nella società in cui viviamo noi, dove disoccupazione e sfruttamento dei lavoratori sono all’ordine del giorno, cosa vorresti aggiungere in merito.

Che nel periodo in cui il Duca operava a Palermo e in Sicilia, quei luoghi erano oasi di benessere e di pace, mentre nel resto della Sicilia imperava la miseria  più nera. Tutti lavoravano alle sue dipendenze e venivano pagati con paghe che all’epoca  nessuno si sognava. Penso che il lettore attento potrà trarne le sue conclusioni.

Molte le immagini riprodotte nel tuo volume, soprattutto foto meravigliose scattate da te. Ogni immagine un pezzetto di storia, ogni foto una carezza al cuore. Quali sono i momenti che ricordi con maggiore coinvolgimento nel riprodurre la storia di questa avventura artistica, letteraria e culturale.

I momenti  di maggiore coinvolgimento sono stati quando sono stato a Chantilly a visitare il castello con le sue meravigliose collezioni di quadri, di libri dove si può consultare anche “Mondello e dintorni” tenuto e curato dalla Fondazione in modo eccellente. Certo soffermarsi nella stanza dove dormiva il Duca e in quella della Duchessa  si provano emozioni indescrivibili. Le stanze sono arredate come allora e sembra che i legittimi proprietari vi hanno dormito fino alla mattina e sono pronte a riaccoglierli la sera. Le stesse emozioni le ho provate visitando la tenuta dello Zucco ma con tanta tristezza vedendo l’abbandono totale in cui versano tutti i fabbricati. Non capisco come mai la tenuta e i fabbricati sono all’asta da diversi anni e nessuna autorità si è fatta avanti per acquistarla, restaurarla e renderla fruibile al pubblico.

Pur essendo Palermitana, non ero a conoscenza di molti aneddoti, avvenimenti e fatti che riguardano le origini del mio paese. Secondo te, cosa si potrebbe fare per sensibilizzare le persone, soprattutto le nuove generazioni, affinché non venga seppellito il nostro passato? Campagne a scuola, laboratori, giornate dedicate alle tradizioni, costumi, radici della propria città, intensificare le gite con guide competenti ed esaurienti …

Penso sicuramente alle campagne a scuola per sensibilizzare le nuove generazioni e in questa ottica mi sto muovendo per presentare il libro nelle scuole di Terrasini. Ma dovrebbero essere tutti i  Comuni del circondario a consorziarsi per l’acquisto, la salvaguardia e la fruizione di questi luoghi che hanno fatto la storia della Sicilia.

Se dovessi esprimerti circa la bellezza del Palazzo D’Orléans e l’affascinante e unica Chantilly, quali altri termini useresti.

Per quanto riguarda Chantilly sicuramente “dimora da sogno”. Lo stesso termine userei per palazzo d’Orléans  riferendomi particolarmente alle stanza da letto del Duca, oggi salone di rappresentanza del Presidente della Regione Siciliana, alle altre stanze dove soggiornavano gli Orléans e ai giardini.

Nel tuo libro si parla della preparazione e della qualità del Vino Zucco e  del Vino Marsala. Il primo creato dai francesi e il secondo dagli inglesi. Tu quale preferisci e perché? Secondo te in futuro si riuscirà a produrre un vino uguale a quello realizzato da Enrico Eugenio Filippo Luigi D’Orléans?

Io ho avuto il privilegio di gustare il moscato originale dello Zucco  che ha un sapore ricco con una gradazione di 16 gradi ottenuta esclusivamente dopo cinque anni di invecchiamento e pertanto lo preferisco anche se apprezzo molto anche  il  Marsala che però viene addizionato con alcol. Penso che quest’anno si potrà produrre nuovamente il moscato dello Zucco come almeno mi è stato assicurato dai funzionari dell’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia che ne ha approvato un disciplinare.

Vorrei chiederti, se mi permetti, qualcosa di personale. Qual è il sogno tuo più grande che vorresti si realizzasse?  Pensi che gli altri sogni nel cassetto abbiamo preso la giusta forma nella tua vita?

A costo di essere ripetitivo vorrei che venisse aggiudicata all’asta la tenuta dello Zucco, che fosse restaurata e resa fruibile. Se si avvererà questo sogno ne sarei oltremodo felice, comunque sono fiducioso, tenendo conto che sono stato sempre attento a gestire tutti i miei sogni nel cassetto.

Caro Vittorio, cosa mi puoi dire in merito al tuo rapporto con i social? Esperienze positive e negative?

Anche per quanto riguarda i miei rapporti con i social credo di averli saputo gestire bene. Li ritengo molto positivi e utili a patto di non esagerare e soprattutto di essere tolleranti con le idee degli altri utenti.

Ora ti chiedo di estrinsecare il tuo pensiero sulle case editrici che hanno deciso di sposare il tuo impegno e la tua passione.

Ho avuto tre case editrici, della prima non faccio il nome in quanto è fallita e non ritengo giusto citarla. Le altre due “ Spazio Cultura” di Nicola Macaione e “Opificio Ingham” di Benedetto Davì sono state deliziose e competenti pur trovandosi l’editoria siciliana in crisi, ma anche la prima, poi fallita era abbastanza competente.

Vorrei continuare all’infinito questa intervista, ma le cose belle sono belle perché ad un certo punto ci si ferma per apprezzarle di più. Se c’è qualcosa che vuoi aggiungere, magari progetti futuri o eventi che si svolgeranno a breve, condividili qui con noi, se è cosa gradita.

Tra i miei progetti futuri  vi sono altre due pubblicazioni che vorrei portare a termine. Una “Storia del marsala dai mercanti inglesi ad oggi” e una storia sulla città madonita di Castelbuono che fu sede regia dei Ventimiglia, dove si svolge la più antica gara podistica d’Europa (Giro podistico internazionale risalente al 1912) dove si produce la manna e dove Fiasconaro produce un ottimo panettone rivisitato in chiave siciliana.

Ti rinnovo i miei complimenti e ti ringrazio per il tempo prezioso che hai deciso di regalarmi.

Sono io che ringrazio te e tutto il mondo incantato dei libri in quanto mi avete concesso di essere presente e sognare in mezzo a voi.

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