“Una donna in gabbia”, di Antonella Polenta

Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo… (Goethe)

“Una donna in gabbia” è l’ultimo lavoro di Antonella Polenta come scrittrice, ed è il secondo a distanza di quasi un anno, che mi trovo a recensire dopo “Accadde in Autunno”. Il romanzo è ambientato in Italia nel periodo storico noto a tutti come “Gli Anni di Piombo”. Gli Anni di Piombo ricoprono un arco temporale di circa un ventennio, ovvero dalla fine degli anni sessanta agli inizi degli anni ottanta del Novecento. Un periodo caratterizzato da eventi estremi, tanto a livello politico quanto socio-economico e che produsse violenza, morte, stragi, lotte armate e terrorismo. E’ il periodo delle stragi di Piazza Fontana a Milano e della Stazione di Bologna, di due grandi crisi energetiche nel 1973 e nel 1979, dell’anonima sequestri, delle Brigate Rosse con l’agguato di Via Fani e l’omicidio Moro, dell’assassinio di Carlo Alberto Dalla Chiesa, ma è anche il periodo della nascita dello Statuto dei Lavoratori con la legge 300/70, e anche quello dell’istituzione del divorzio con la legge 898/70 e via di seguito. Sono tante le leggi promulgate e gli eventi accaduti. In mezzo a tutto ciò, Antonella ci presenta due donne Alina e Agave, nome insolito e che indica un genere di pianta officinale simile all’aloe. Due sorelle totalmente diverse una dall’altra. Alina è la voce narrante dell’intero romanzo ed è la sorella minore; Agave ha quattro anni in più di Alina e si discosta in tutto e per tutto dalla sorella minore. Agave è ribelle, testarda, contesta tutto e tutti, è figlia del suo tempo e vive pienamente l’ambito in cui è inserita,una testa calda potremmo definirla. Alina, di contro, è più tradizionalista, non ha nulla da recriminare al benessere e ai privilegi che un contesto sociale agiato possa offrire. Ha voglia di mettersi in gioco, di guardare al futuro progettando di “cambiare il mondo”, sogna ma con raziocinio, con la speranza e il coraggio confacenti all’età e con tutto quell’ardore e passionalità tipici della gioventù incline alle novità e alla voglia di fare. Agave si fa totalmente assorbire dal modus vivendi dell’epoca e fa sue le proteste combattendo le battaglie e vincendo le guerre, a partire da quelle personali e familiari fin da quando era una bambina. A differenza di Alina, grazie al suo modus operandi, non ha mai avuto la necessità di ostentare libertà e/o indipendenza.

… Il carattere volitivo di Agave non conosceva ostacoli, neppure l’autoritarismo paterno riusciva a scalfirlo. Lunghi digiuni, insopportabili silenzi, ripicche mirate erano le sue armi infallibili. Non c’era volta in cui non la spuntasse… Agave non aveva mai avvertito il desiderio di fuggire dalla propria famiglia, perché in seno ad essa viveva la sua libertà…

Alina di contro è una donna passionale che sa ciò che vuole e saprà fare le proprie scelte per liberarsi da tutte quelle gabbie all’interno delle quali, in maniera consapevole o meno, è stata o si è rinchiusa. Saprà porsi le domande giuste mettendo in discussione se stessa oltre che gli eventi di chi vive un tempo ricco di cambiamenti e che produrranno inevitabilmente i loro effetti, tanto a breve quanto a lungo termine, a livello filosofico, sociale, economico, culturale, spirituale e religioso, lasciando strascichi nel corpo e nella mente tanto da far piombare in una confort zone dalla quale poi, risulta complicato provare a riconquistare la propria libertà.

Quante sono le gabbie all’interno delle quali ci sentiamo o ci siamo relegati? Qui è d’obbligo un inciso in merito all’ottima scelta della cover che riproduce un’opera dell’artista e scrittore Domenico Carpagnano e che rende perfettamente l’idea del tutto. Gabbie che sovente risiedono solo nella nostra mente, paura di sbagliare, mancanza di autostima, violenza psicologica, vessazioni continue tendenti a denigrare e sminuire la vita, l’operato e le capacità di qualcuno, il tentativo costante di tarpare le ali criticando in maniera distruttiva, subdola e pesante ogni sforzo di fare o di riuscire in qualcosa. Anche i paragoni che a volte pur se con atteggiamento innocente si tende a fare tra bambini, producono in alcuni casi effetti devastanti generando adulti insicuri e troppo introversi.

Il romanzo di Antonella ti pone inesorabilmente a riflettere, ti conduce con mano a porti questi sull’esistenza e sulla necessità di credere a qualcosa di superiore,

“Credere in qualcuno o in qualcosa aiuta a superare con più serenità gli imprevisti o i disagi della vita”

e contestualmente la domanda fondamentale è “quanto sia libero il libero arbitrio”… e lo fa attraverso le teorie dei vari filosofi da Kant a Cartesio, da Platone ad Aristotele giungendo a Sant’Agostino e al monaco benedettino francese Gaunilone, approdando infine al concetto di Amore come stato di benessere, ma non solo…

… l’amore è qualcosa di magico che trasforma, come in uno spettacolo di illusionismo l’impossibile. Sarebbe un vero peccato non tendere l’orecchio alla voce del cuore…

Numerose le citazioni letterarie e filosofiche come i rimandi ad artisti di vario genere. Antonella ha una scrittura evocativa e visiva, ricercata ed elegante. Cura con pignoleria i minimi dettagli non lasciando nulla al caso e rendendo piacevole lo scorrere delle pagine che si inseguono in maniera dinamica e incalzante. Impeccabile dal punto di vista linguistico e narrativo, lo stile è raffinato, accurato, mai banale o scontato. Riesce a tenerti incollata alle pagine e alle parole che danzano davanti agli occhi in maniera armonica e, quasi fossero note su uno spartito musicale, producono una melodia emozionante e coinvolgente. Consigliata assolutamente la lettura.

Teresa Anania

Autore: Antonella Polenta

Titolo: Una Donna in Gabbia

Editore: Bertonieditore

Anno: 2019

Pagg: 215-Brossura

Prezzo:€. 14,00

TRAMA:

Nei cosiddetti anni di piombo (con un arco temporale che va dagli anni settanta agli ottanta del secolo scorso), in piena contestazione giovanile, rivendicazioni studentesche ed estremizzazioni concettuali e politiche, si delineano due figure femminili, molto diverse fra loro, seppur sorelle e con soli quattro anni di differenza. Una è integrata nel sistema e conformista, l’altra sempre in cerca di orizzonti libertari e impegnata a livello socio-politico. L’una coinvolta in una relazione con un francese schivo e riservato tanto da tenere nascosto il suo passato, l’altra libera da legami sentimentali. Le loro storie s’intrecciano e si dividono: ognuna percorre la strada più idonea al proprio temperamento, finché trascorsi degli anni si ritrovano a rivedere il proprio stile di vita e a imboccare percorsi diametralmente opposti, segregando l’una in uno spazio ristretto, scevro da qualsiasi forma di spregiudicatezza libertaria, e portando l’altra ad assaporare la libertà e a perseguire impulsi creativi. Nel romanzo s’innestano anche elementi di suspense e di mistero.

Antonella Polenta nata a Roma nel 1957 dove vive e lavora. Biologa e Agronoma. Dopo essersi occupata di studi epidemiologici e sociali, allo stato attuale dirige un’Area tecnico-naturalistica. All’attivo ha diverse pubblicazioni scientifiche e divulgative. Le piace definirsi una scrittrice poliedrica, perché ama cimentarsi in generi diversi. Le piace passare dal giallo classico al thriller, dal genere storico al fantastico.  In ogni caso attratta dalle arti figurative e dal cinema. Proprio per questa sua passione cinematografica, quando scrive una storia, muove i personaggi come se fossero in un set e come in una sequenza filmica li vede agire e interagire tra loro. Ha vinto diversi premi, ricevuto varie segnalazioni e ottenuto la pubblicazione su antologie e riviste, fra cui:

-vincitrice alla X edizione del Premio di Poesia “La Torre” 1993;

-menzione d’onore alla XI edizione del Premio Biennale di Poesia e Narrativa “Massimiliano Kolbe” 1994;

-premio per il racconto inedito “Il giorno diciassette” alla VII edizione del Premio “Il Poliziano” Montepulciano 1994;

-vincitrice alla IX edizione del Premio “Città di Montepulciano” 1994;

-segnalazione al Premio Nazionale di Poesia “Parole” Firenze 1995;

-pubblicazione della poesia “Musica e danza” sul n. 2 della rivista Poetry, marzo-aprile 1997.

Dalla silloge di poesie “Amori Traditi”, edita da Ibiskos nel 2004, è stata tratta la performance multimediale “Riflessi sonori d’immagini poetiche”, andata in scena nel 2006 alla Casa del Jazz di Roma. Per l’occasione ha realizzato alcune sequenze di immagini fotografiche. Con la raccolta “Attraverso la finestra la luna”, pubblicata nel 2006, è risultata finalista al “Premio Letterario Internazionale Jacques Prévert 2009. Nel mese di luglio del 2011 il libro è stato presentato presso la sala polifunzionale del Museo Crocetti di Roma. L’evento si è svolto in contemporanea con l’inaugurazione della mostra dal titolo “Sacro e profano”. Nel 2006 sono usciti il romanzo “Accadde in autunno” – Glenn Gould in giallo e in contemporanea una serie di racconti fantastici e di fantascienza “Nonno Egidio e le sue storie”.  Il libro “Nonno Egidio e le sue storie”, oltre alle principali fiere nazionali, è stato presentato alla 42a fiera internazionale del Cairo che si è svolta dal 28 gennaio al 10 febbraio 2010 ed è stato selezionato per partecipare alla 39edizione della “London Book Fair 2010” che si è svolta a Londra presso l’Earls Court Exbition Centre dal 19 al 21 aprile 2010. Nel 2006 ha vinto il Premio Letterario Internazionale Archè Anguillara Sabazia Città d’Arte, con il racconto “Il lago”. Nel 2007 il romanzo “Accadde in autunno” – Glenn Gould in giallo è stato presentato presso l’Auditorium del Museo degli Strumenti Musicali di Roma. Nel 2008 con il racconto “La Foresta”si è aggiudicata il terzo posto al premio letterario per letteratura inedita “Creatività e Scienza Città di Salerno”. Nel 2010 con il racconto “Tobia” ha ricevuto la menzione d’onore, per la sezione narrativa, al concorso letterario Internazionale “Don Luigi Di Liegro”, premiazione che si è svolta a Roma – Palazzo Valentini. Presentazione di “Accadde in autunno” – Glenn Gould in giallo presso la Villa Comunale – Frosinone, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura (25.09.2010). Nel 2011 ha ottenuto il diploma d’onore per il libro “Nonno Egidio e le sue storie” alla IV edizione del Premio Nazionale di poesia e narrativa Albero Andronico, la cui premiazione si è svolta in Campidoglio, a Roma. A dicembre 2012 in formato e-book è uscito “Murder. Omicidi a Natale”, a cura di Enzo Delfino Editore, e presentato al Festival della piccola e media editoria indipendente tenutasi a Cinisello Balsamo – Milano il 24 febbraio 2013; prodotto in formato cartaceo a luglio del 2013 è stato presentato alla “Valle dei Libri” a Saint Vincent. Nello stesso anno il libro è risultato vincitore alla IV edizione del concorso per opere edite “IoScrivo”, indetto dal Giallista. Nel 2016, con la casa editrice Elmi’s World, ha pubblicato il saggio romanzato “Talvolta un libro”, già finalista al premio letterario editoriale – sezione narrativa “L’Autore”. Il libro nel mese di luglio del 2017 è stato presentato nel Teatro Comunale del Borgo di Gradara! A novembre del 2017 è uscito in formato e-book il romanzo fantastico “Nel Cerchio del Tempo” – Germani Editore. Con la sinossi dello stesso ha ricevuto il Premio Emozione alla Notte dei Libri, Roseto degli Abruzzi (25.08.2018). Alla prima edizione del Premio Internazionale “Giovannino vive 2018”, evento svoltosi il 17 settembre presso l’Aula Magna del Palazzo di Giustizia di Messina si è classificata seconda con il racconto “La storia”. Nel 2019 è uscito “Una donna in gabbia” – Bertoni editore. Il libro è risultato finalista al Premio Città di Grosseto – Amori sui generis ed è stato presentato al Salone del libro di Torino 2019.

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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