Tutto quello che c’è voluto di Giuseppina La Delfa

“TUTTO QUELLO CHE C’È VOLUTO” DI GIUSEPPINA LA DELFA.

Tutto quello che c’è voluto – Storia di pance, semi e polvere di stelle, di Giuseppina La Delfa, edito Augh Edizioni.

“Nel nome della genitorialità e della libertà”.

“Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il pensiero costante. 
Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada 
senza aspettarti ricchezze da Itaca. 
Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo in viaggio:
che cos’altro ti aspetti?” (Kostantino Kavafis )

Qualche volta succede che le vicende degli altri sembra che non ci riguardino proprio e allora neppure ci facciamo attenzione.

Ma poi, casualmente, ci capita un libro fra le mani e incominciamo a leggerlo. Inizialmente senza neppure comprenderne il senso ma dopo qualche pagina ci rendiamo conto che ciò che viene narrato in quelle pagine è estremamente coinvolgente.

Mi è accaduto leggendo “Tutto quello che c’è voluto” di Giuseppina La Delfa, edito da Augh. Probabilmente il nome di questa scrittrice non dice molto al lettore, ma appena si entra nel vivo della storia, diventa tutto più chiaro.

Moltissimi anni fa due ragazze francesi, ancora studentesse, scoprirono quello che la vita aveva messo in serbo per loro: il desiderio e l’amore reciproco. Una realtà che nella loro testa era la realizzazione di una passione forte, insieme a quella per la lingua italiana.

Giuseppina e Raphaelle decisero infatti di costruire la loro vita in Italia, in un paesino del Salernitano, nei pressi dell’Università dove entrambe lavoravano.

Un percorso non facile, soprattutto negli anni in cui non esisteva ancora, in Italia soprattutto, il riconoscimento della legittimità delle relazioni cosiddette omosessuali, per distinguerle da quelle eterosessuali.

Ma allo stesso tempo una sfida alla quale due persone innamorate non potevano sottrarsi: se i tempi non erano maturi loro lo erano sicuramente e nel 2000 Giuseppina e Raphaelle si sono “paxate” in Francia, nazione ben più avanti dell’Italia.

Ma la sfida continua e, come ogni coppia che cresce, arriva il momento di desiderare un figlio. E qui inizia la storia autobiografica narrata da Giuseppina, con la voce fuori campo di Raphaelle: “tutto quello che c’è voluto” per arrivare alla nascita di Lisa Marie, bambina desiderata, cercata e regalata dalla vita con incredibile sacrificio e sofferenza, sia fisici che mentali. E anche, diciamolo onestamente, con tanto dispendio economico.

Perché quando il Paese in cui vivi non ti mette in condizione di esercitare certi diritti sacrosanti, per poterlo fare bisogna andare altrove e cercare quei “paradisi” lontani dove tali diritti sono tranquillamente riconosciuti.

Per Giuseppina e Raphaelle la terra promessa, il luogo della libertà è stato il Belgio.

In Italia infatti la PMA, la procreazione medica assistita, regolamentata dalla Legge 40/2004, escludeva categoricamente l’opzione eterologa, indispensabile per una coppia omosessuale.

Il romanzo-autobiografia di Giuseppina La Delfa, dedicato alla figlia, Lisa Marie, è dunque il racconto del suo viaggio alla ricerca della maternità, fatto percorrendo sentieri impervi tempestati di problemi di salute e di opposizione familiare ma, soprattutto, permeato dalla speranza che la posta in gioco, la genitorialità, valesse più di ogni altro sacrificio.

I figli nati grazie alle PMA non sono sistemati già pronti su uno scaffale polveroso aspettando che qualche coppia egoista e benestante venga a scegliere quello che gli piace di più. Il no­stro non è un capriccio. È un vero bisogno umano, degno di rispetto e meritevole di compassione.

La vita che nasce – quan­do nasce – da tutto questo desiderio di dare e ricevere amore è una vita miracolosa due volte, non è mai un capriccio.

I capricci sono cose futili che poco ti costano – e non parlo di soldi – e poco ti danno. Noi parliamo di figli, di amore infinito e incom­mensurabile, parliamo d’impegno per la vita e oltre, parliamo di pena, di legami non distruttibili. E tutto ciò non è mai un ca­priccio ma un qualcosa di profondamente ragionato, radicato, totalizzante, pensato, che coinvolge ogni parte di te.”

Ma “Tutto quello che c’è voluto” è anche il manifesto di un’identità, quella della comunità lesbica, che è ancora così poco conosciuta da far paura, da turbare l’uomo comune, la persona qualunque.

Leggendo questo libro si comprende chiaramente che i sogni e i bisogni di uomini e donne omosessuali sono esattamente uguali a quelle del mondo eterosessuale, compresa la genitorialità.

“Diventava chiaro a tante insomma che non dovevamo più per forza scegliere tra essere madri ed essere lesbiche, ma che fi­nalmente, in questo inizio di secondo millennio, potevamo es­sere l’una e l’altra. Potevamo avere tutto! La libertà, il desiderio e i figli. Potevamo osare, sfidando il mondo, e sfoggiare senza paura o vergogna il nostro desiderio di essere anche madri, un desiderio che in alcune bruciava dentro e tanto.”

L’unica differenza sta proprio nel desiderio fisico che si orienta verso corpi e anime con le quali si hanno analogie fisiche oltre che mentali, ma tutto inizia e finisce nella sfera privata, all’interno della quale dovremmo avere il sacrosanto diritto di essere noi stessi, senza doverci giustificare con nessuno.

Sebbene tratti di argomenti decisamente impegnativi e anche piuttosto dolorosi, questa seconda opera della La Delfa regala al lettore una sensazione forte di libertà dai luoghi comuni e di speranza che il cammino dell’essere umano possa essere diretto verso una vita qualitativamente migliore e più gratificante, oltre che verso una visione totalmente laica.

Nella nostra situazione, dovevamo levigare il più possibile, aprire strade e stradine, dire a tutti la verità in modo che più tardi la bimba non si sentisse una marziana in mezzo agli altri. E se noi non fossimo state viste come extraterrestri eccentriche, non lo sarebbe stata nemmeno lei. Ovviamente sapevamo che non sarebbe stato sufficiente per evitare tutti i problemi ma più avremmo fatto noi, adesso e dopo, e meno avrebbe dovuto fare lei, crescendo. Perciò non eravamo eroine, e non lo siamo mai state, cercavamo e abbiamo sempre cercato di fare le cose giu­ste per facilitarci la vita e rendere la sua più serena.”

Non a caso Giuseppina La Delfa è  tra le fondatrici dell’Associazione Famiglie Arcobaleno e ne è stata Presidente per molti anni.

Probabilmente anche perché non si può pensare di fare una scelta così rivoluzionaria come quella di creare una famiglia fuori da quella che viene stigmatizzata come “famiglia tradizionale”, senza impegnarsi sul campo affinché fiorisca un nuovo modo di pensare nel quale far crescere i propri figli. E quelli di tutti, dei bianchi e dei neri, degli omosessuali e  degli eterosessuali, degli islamici e  dei cattolici.

Ma “Tutto quello che c’è voluto” è anche un inno alla maternità, al duro lavoro di mettere al mondo i figli.

Mettere al mondo un figlio è bellissimo ma è anche difficile. Diciamolo. Tutte quante. Non lo diciamo soltanto fra di noi, nel privato delle confidenze.

Le parole sul corpo, sul dolore, sul parto, sulla gravidanza devono essere parole pubbliche se vo­gliamo che le cose cambino, se desideriamo che l’accoglienza delle partorienti sia diversa, più calda e più rispettosa. Diciamo come vogliamo partorire, in piedi, sedute, sdraiate, da sole o in compagnia, la nostra parola e soltanto quella deve contare. Sia­mo noi a fare tutto il lavoro. Tutto.

Il percorso fatto da Giuseppina La Delfa nei nove mesi di gravidanza è stato quello delle tantissime altre donne che mettono al mondo i propri figli, magari concependoli più facilmente e senza essere vittima di pregiudizi.

Probabilmente però, proprio quel cammino tortuoso affrontato dalla La Delfa le ha consentito di cogliere in maniera più diretta la sacralità ma anche la faticosità di questo atto di amore e di celebrarne, in ogni suo aspetto, la straordinarietà.

Se avete voglia di un libro intelligente e di mettervi in gioco, ponendovi magari qualche domanda sugli scenari che si apriranno dinnanzi a voi riflettendo sulle parole di Giuseppina La Delfa, leggete “Tutto quello che c’è voluto”.

E poi magari poi ne parliamo insieme, sul nostro Gruppo Facebook “ Gli Amici del Mondo incantato dei libri”!

Titolo : Tutto quello che c’è voluto.

Autore : Giuseppina La Delfa

Editore : Augh Edizioni

Collana : Frecce

Prezzo : € 14

Giuseppina La Delfa è italo-francese ed è nata nel nord della Francia nel 1963. Laureata in Lingua e Letteratura italiana, nel 1990 si è trasferita in Italia e da allora insegna lingua francese all’Università di Salerno. Ha fondato l’Associazione “Famiglie Arcobaleno”. Dal 2016, è membro del direttivo di nelfa, il network delle associazioni europee di genitori LGBTQI*.
In quanto attivista, è stata intervistata dalle maggiori testate giornalistiche e ha partecipato a diverse trasmissioni televisive e radiofoniche nazionali come Annozero e Pomeriggio Cinque. Ha scritto articoli e prefazioni di testi accademici sull’omogenitorialità ed è blogger per l’Huffington Post. Ha pubblicato Peccato che non avremo mai figli (Aut Aut Edizioni, 2017), il primo volume delle sue memorie.

La descrizione del libro

Dopo aver rinunciato per diciott’anni ad avere figli, Giuseppina e Raphaelle, pioniere in Italia dell’omogenitorialità, decidono finalmente di fare tutto il necessario per diventare madri. La coppia, dopo varie peripezie e strani incontri, conoscerà altre donne con cui condividere paure e desideri e affrontare insieme il viaggio verso la maternità.
Tutto quello che c’è voluto – Storia di pance, semi e polvere di stelle è un’avventura intima e pubblica, fa riflettere sui legami di sangue, sulla responsabilità, la sterilità e la visibilità necessaria per esistere come famiglia. Le due donne faranno anche i conti col corpo che muta e soffre, col dolore dell’attesa e del parto, con la speranza che non muore mai, fino al raggiungimento del meraviglioso tragua

Pubblicato da Rita Scarpelli

Sono Rita Scarpelli e vivo a Napoli, una città complessa ma, allo stesso tempo, quasi surreale con i suoi mille volti e le sue molteplici sfaccettature. Anche forse grazie a questa magia, da quando ero bambina ho amato la lettura e la scrittura . Nonostante gli studi in Economia e Commercio mi abbiano condotta verso altri saperi e altre esperienze professionali, il mio mondo interiore è sempre stato popolato dai personaggi e dalle storie dei libri che leggevo e ancora oggi credo fortemente che leggere sia un’esperienza meravigliosa. Parafrasando Umberto Eco, “Chi non legge avrà vissuto una sola vita, la propria, mentre chi legge avrà vissuto 5000 anni…perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. Lo scorso anno ho vissuto l’esperienza incredibile di pubblicare il mio romanzo di esordio “ E’ PASSATO”, nato dalla sinergia dell’ amore per la scrittura con la mia seconda grande passione che è la psicologia. E poiché non c’è niente di più bello di condividere quello che ama con gli altri, eccomi qui insieme a voi!

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