Rudyard Kipling, l’autore che continua a toccare nell’animo i lettori…

Con la sua  ricca produzione di racconti fantastici,  ancora oggi Rudyard Kipling,  Premio Nobel per la Letteratura nel 1907,   è capace di toccare nell’animo lettori giovani e adulti.  Il gusto dell’avventura, il fascino dell’ignoto, la nostalgia di sogni infantili, la scienza e la magia, il fatalismo orientale, la natura selvaggia e la poesia di Kipling fanno riscoprire un senso di genuinità perduta.

Oggi nell’anniversario della sua morte lo ricordiamo con qualche sua poesia.

 

Se…

Se riuscirai a non perdere la testa quando tutti
la perdono intorno a te, dandone a te la colpa;
se riuscirai ad aver fede in te quando tutti dubitano,
e mettendo in conto anche il loro dubitare;
se riuscirai ad attendere senza stancarti nell’attesa,
se, calunniato, non perderai tempo con le calunnie,
o se, odiato, non ti farai prendere dall’odio,
senza apparir però troppo buono o troppo saggio;

se riuscirai a sognare senza che il sogno sia il padrone;
se riuscirai a pensare senza che pensare sia il tuo ,
se riuscirai ad affrontare il successo e l’insuccesso
trattando quei due impostori allo stesso modo
se riuscirai ad ascoltare la verità da espressa
distorta da furfanti per intrappolarvi gli ingenui,
o a veder crollare le cose per cui dai la tua vita
e a chinarti per rimetterle insieme con mezzi di ripiego;

se riuscirai ad ammucchiare tutte le tue vincite
e a giocartele in un sol colpo a testa-e-croce,
a perdere e a ricominciar tutto daccapo,
senza mai fiatare e dir nulla delle perdite;
se riuscirai a costringere cuore, nervi e muscoli,
benché sfiniti da un pezzo, a servire ai tuoi scopi,
e a tener duro quando niente più resta in te
tranne la volontà che ingiunge: “tieni duro! “;

se riuscirai a parlare alle folle serbando le tue virtù,
o a passeggiar coi Re e non perdere il tuo fare ordinario;
se né i nemici o i cari amici riusciranno a colpirti,
se tutti contano per te, ma nessuno mai troppo;
se riuscirai a riempire l’attimo inesorabile
e a dar valore ad ognuno dei suoi sessanta secondi,
il mondo sarà tuo allora, con quanto contiene,
e – quel che è più, tu sarai un Uomo, ragazzo mio!

*****

I favolisti

Quando si vuole che resti alcunché celato,
poiché la verità’ è di rado amica delle folle,
gli uomini scrivono favole, come il vecchio Esopo,
scherzando su ciò che nessuno oserebbe nominare.
E ciò fanno per necessità o accadrebbe, altrimenti,
che, non piacendo, non sarebbero affatto ascoltati.

Quando la furiosa Follia s’affanna ogni giorno
a metter confusione in tutto quel che abbiamo,
quando l’Ignavia zelante chiede che la Libertà sia morta
e la Paura, con lei, sovrasta la tomba dell’Onore –
anche nell’ora certa prima della caduta,
se non si è piacenti, non si è affatto ascoltati.

Tutti debbono piacere, benché alcuni non per bisogno,
tutti debbono penare, benché alcuni non per guadagno,
ma perché quelli che prendono piacere si preoccupino
che la pena presente li sottragga al dolore futuro.
Così alcuni hanno penato, ma fu scarsa la ricompensa,
poiché, pur piacendo, non furono affatto ascoltati.

Questo fu il sigillo che serrò le nostre labbra,
questo il giogo cui siamo sottoposti,
negando a noi stessi ogni piacevole compagnia
confacente al tempo e alla nostra generazione.
I piaceri non perseguiti diventano rimpianti,
e quanto ai dolori – non si è affatto ascoltati.

Quale uomo ode altro che il brontolio dei cannoni?
Quale uomo si cura d’altro che di quel che porta l’attimo?
Quando la vita di un uomo supera ogni vita immaginata,
chi mai troverà piacere nell’immaginare?
Così è accaduto come proprio doveva accadere,
e noi non siamo, né fummo, affatto ascoltati.

*****

Getsemani

L’Orto chiamato Getsemani
era, sì, in Piccardia,
e lì veniva la gente a vedere
i soldati inglesi passare.
Di là passavamo – di là passavamo
e sostavamo, secondo il caso,
e portavamo con noi le maschere antigas,
un po’ oltre il Getsemani.

L’Orto chiamato Getsemani
conteneva in sé una bella ragazza,
ma per tutto il tempo che mi parlava
io pregavo che il calice da me fosse allontanato.
L’ufficiale sedeva sulla sua sedia,
gli uomini erano distesi sull’erba,
e per tutto il tempo che là sostammo
io pregai che il calice da me fosse allontanato.

Ma non lo fu – non lo fu –
non fu da me allontanato.
Lo bevvi quando incontrammo il gas,
un po’ oltre il Getsemani!

*****

Joseph Rudyard Kipling nasce a Bombay, India, il 30 dicembre 1865, da genitori inglesi. Il padre John Lockwood Kipling era curatore del Museo di Lahore, nella regione del Punjab, ed insegnante di scultura architettonica: da lui il futuro scrittore erediterà quel discreto talento di disegnatore che avrebbe poi usato per illustrare alcune delle sue storie; la madre, Alice Macdonald, proveniva da una famiglia dell’alta borghesia. All’età di sei anni, insieme alla sorella Trix, Rudyard viene inviato a Southsea, in Inghilterra, presso una famiglia di parenti, per studiare in una scuola di rigida tradizione puritana, affinché gli venga impartita una corretta educazione inglese. La lontananza dai genitori, il distacco avvenuto in così tenera età provocano nell’animo del giovane Kipling una profonda e dolorosa ferita che non si rimarginerà. La famiglia Holloway utilizza metodi di educazione severi e malevoli: considerano Rudyard un po’ selvaggio e gli infliggono punizioni fisiche e psicologiche talmente pesanti da compromettergli la salute e la vista. Lo strazio di quei tormenti e le difficili condizioni di vita di quel periodo si ritroveranno descritte nel racconto di Kipling “Bee, bee, pecora nera” (1888), e nel romanzo “La luce che si spense” (1890). Quel tragico primo capitolo della sua vita vede la fine nel marzo del 1877 con il ritorno della madre, chiamata per assistere il ragazzo in precario stato di salute. Nel 1878 Rudyard Kipling entra nello United Service College di Westward Ho (Devonshire), frequentato dai figli dei militari e funzionari in servizio. In quell’ambiente vive la durezza dell’educazione ottocentesca inglese, non priva di punizioni corporali inferte ai giovani allievi dagli stessi insegnanti o dagli studenti più anziani. Kipling narra dei quattro anni di collegio nell’opera “Stalky & C.” (1899). Nel 1882 Kipling torna in India, dove inizia il suo apprendistato nella “Civil and Military Gazzette”, quotidiano inglese di Lahore. Qui pubblica la sua prima raccolta di poesie intitolata “Departmental Ditties and Other Verses” (1886). Nel 1887 diviene viceredattore del “The Pioneer” – più importante quotidiano dell’India – di Allahabad, sede del giornale e città dove si trasferisce. La sua carriera di scrittore inizia con la pubblicazione della prima raccolta di racconti dal titolo “Racconti semplici dalle colline” (1888), a cui fanno seguito altri volumi di racconti: “Il risciò fantasma e altre storie fantastiche” (1888), “Tre soldati” (1888), “La storia di Gadsby” (1888), “In bianco e nero” (1888). Queste storie pur mantenendosi ancorate alle atmosfere indiane sviluppano particolari elementi di stile e di contenuto che rivelano uno scrittore di talento. Nel 1889 Kipling decide di tornare in Europa: passa per il Giappone, s’imbarca per gli Stati Uniti, approda a San Francisco, poi da New York raggiunge Londra dove, per la fama che lo aveva preceduto, l’accoglienza è calorosissima. Tre anni più tardi pubblica il racconto “Il prezzo della vita”, poi, per gravi problemi di salute e per un accumulo di eccessiva stanchezza, decide di sospendere la sua attività di scrittore a tempo indeterminato. Per recuperare una condizione psico-fisica migliore i medici consigliano a Kipling di intraprendere un viaggio per mare, suggerimento che egli accoglie con entusiasmo. Inizia così un viaggio lungo sei mesi che tocca l’America, l’Africa, l’Australia e la Nuova Zelanda. Torna a Londra nel gennaio 1892 e sposa Caroline Starr Balestrier, di origine americana. Poco dopo pubblica il volume “Le ballate di caserma”. Questa raccolta di testi poetici aggiunge al suo nome e alla fama di narratore, quella di poeta. La popolarità di Kipling diviene enorme: sarà uno degli autori più pagati della sua epoca, letto come nessun altro, ascoltato e venerato come un oracolo. Nello stesso anno Rudyard Kipling si trasferisce negli Stati Uniti, nel Vermont, dove vivrà per quattro anni e dove nasceranno due figlie: Josephine, che purtroppo morirà precocemente a sette anni, ed Elsie. I successivi sono anni di intensa produzione letteraria in cui vengono pubblicati: “Illusioni” (1893), “Il libro della giungla” (1894, noto al grande pubblico per le diverse trasposizioni cinematografiche tra cui il film d’animazione Disney), “Il secondo libro della giungla” (1895), e la raccolta di poesie “I sette mari” (1896). Nel 1894, in suo onore, due città del Michigan vengono battezzate, in suo onore, “Kipling” e “Rudyard”. Nel 1897 torna in Inghilterra e con tutta la famiglia si stabilisce a Rottingdean, vicino a Brighton, dove nasce il figlio John. Nello stesso anno pubblica “Capitani coraggiosi” (1897), e “Il lavoro quotidiano” (1897), ai quali due anni dopo seguirà una delle sue opere più celebri, “Il fardello dell’uomo bianco” (1899), in cui esalta il concetto di superiorità della razza bianca alla quale è affidato il compito di civilizzare le popolazioni arretrate. Nel 1900, allo scoppio della guerra anglo-boera, Kipling parte per il Sudafrica come corrispondente di guerra: le esperienze vissute in questo periodo forniscono l’ispirazione per il romanzo “Kim” (1901), da molti considerato il suo capolavoro. A guerra finita e fino al 1908 Kipling vivrà in Sudafrica, dove agli impegni giornalistici affiancherà un’instancabile attività letteraria. Pubblica “Storie proprio così” (1902), “Le cinque Nazioni” (1903), “Traffici e scoperte” (1904) e “Puck delle colline” (1906).  Torna nuovamente in patria dove per un periodo di circa cinque anni si impegna politicamente nel partito conservatore, ma le antipatie che ne derivano lo convincono ad abbandonare la politica. Nel frattempo pubblica “Azioni e reazioni” (1909) e “Ricompense e Fate” (1910). All’inizio della Prima guerra mondiale, Kipling torna a svolgere l’incarico di corrispondente di guerra, prima sul fronte occidentale, poi su quello italiano. La guerra sarà per lui fonte di una tremenda sciagura: la perdita del figlio John, arruolatosi volontario, dato per disperso nel 1915. Successivamente pubblica “Creature” (1917), le raccolte “The Years Between” (1919), “Debiti e Crediti” (1926), “Quel servo del tuo cane” (1930), e “Il limite e la potenza” (1932), l’ultima sua opera narrativa. Rudyard Kipling muore improvvisamente il giorno 18 gennaio 1936 a Londra. L’autobiografia “Something of myself, for my friends known and unknown” verrà pubblicata postuma l’anno seguente. La sua salma è sepolta nell’Abbazia di Westminster, fra i Grandi d’Inghilterra.

Teresa Anania

Fonte biografica: www.biografieonline.it

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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