RENNES-LE-CHATEAU Il perpetuo mistero

Esistono misteri talvolta inspiegabili, quasi inquietanti, che spesso superano i confini della ragione, valicando le porte del sapere, arrivando a infrangere, forse, certezze radicate in un passato remoto. Tra questi arcani troneggia certamente Rennes-Le-Chateau, piccolissimo comune sito al sud della Francia, nel dipartimento dell’Aude, nella regione dell’Occitania, di cui molti avranno certamente almeno sentito parlare. Un luogo particolare, dove la simbologia e la numerologia la fanno da padroni. E per fare chiarezza, o quantomeno per addentrarci tra i segreti di questo caratteristico posto, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo. Pare che tutto ebbe inizio nel 1644, quando François Pierre fece redigere un testamento nel quale si parlava di un segreto di stato… Successivamente, nel 1885, il trentatreenne Bérenger Saunière divenne il parroco della piccola comunità di Rennes. La chiesa, intitolata a Maria Maddalena, aveva sostenuto almeno tre attacchi guerreschi e versava in una condizione pietosa. Urgeva un imminente restauro, che poté essere contemplato grazie a una donazione effettuata da parte della contessa di Chambord, moglie del defunto Henri V. I lavori furono eseguiti tra il 1887 e il 1897, durante il corso dei quali pare che Saunière avesse trovato un sepolcro sotto il pavimento della chiesa, un contenitore con oggetti preziosi e alcune pergamene riposte all’interno dell’altare o in una fialetta di vetro. Dopo i restauri, Saunière fu sospeso dalle funzioni sacerdotali dal vescovo De Beauséjour, perché pare conducesse una vita particolarmente dispendiosa e soprattutto, non si capiva da dove arrivassero tutti quei soldi di cui disponeva. Ma la leggenda comincia a prendere forma verso gli anni quaranta dello scorso secolo, quando Pierre Plantard, un giovane esoterista francese, insieme alla collaborazione di Noel Corbu, curatore delle eredità lasciate da Saunière, cominciò a raccogliere informazioni sul conto del parroco. Lo stesso Plantard, nel 1956, insieme a tre amici, fondò in Svizzera un gruppo di stampo esoterico, chiamato “Priorato di Sion”, il cui nome si ispirava proprio all’omonimo monte. Si presume che avesse studiato tutto a tavolino: per avvalorare la veridicità di questo gruppo, falsificò una serie di documenti, creando alberi genealogici ad hoc in modo che lui risultasse essere un discendente dei re Merovingi. Non solo. Plantard contattò lo scrittore Gérard de Sède, che nel 1967 pubblicò “L’or de Rennes”, nel quale raccontava che Saunière avesse ritrovato alcune pergamene contenenti messaggi criptici che facevano riferimento a un tesoro che apparteneva al Priorato, a Dragoberto II e a qualcuno che era morto proprio a Rennes. Secondo i piani di Plantard, la persona defunta era Sigisberto IV, presunto figlio di Dragoberto, anello di congiunzione tra i Merovingi e i signori di Rennes, dai quali lui asseriva di discendere. E poi il libro sosteneva che attraverso i Merovingi, il fondatore del Priorato discendesse addirittura da Gesù Cristo che non era morto crocifisso, ma aveva sposato Maria Maddalena con la quale si era trasferito a Marsiglia per dare vita a una discendenza che avrebbe conquistato il trono di Francia. Ancora secondo quanto scritto nel libro, pare che Saunière avesse trovato alcuni documenti relativi alla discendenza di Gesù, conosciuta come Sang Real, il “Sangue Reale”, modificato poi in San Greal o più esattamente Santo Graal. Ecco motivate le ricchezze del parroco di Rennes: sarebbe stato il Vaticano a comprare il suo silenzio, versandogli ingenti somme di denaro…
De Sède nel suo libro sosteneva che questa scoperta fosse giunta attraverso i Catari che a loro volta l’avevano ricevuta dai Templari, in quanto questi ultimi rappresentavano parte di una organizzazione segreta chiamata appunto Priorato di Sion, fondata nel 1099 da Goffredo di Buglione e che avrebbe visto nel corso del tempo aderirvi personaggi di rilievo tra cui Sandro Botticelli, Victor Hugo, Isaac Newton, Leonardo da Vinci, solo per citarne alcuni. Ma queste notizie sono state smentite. Alcuni studiosi di esoterismo come Mariano Bizzarri e Francesco Scurria scrissero, tra l’altro: “L’Ordine di Sion non è mai esistito; quanto al Priorato, le sue tracce nascono e muoiono con l’atto di registrazione depositato nel 1956. Né l’uno né l’altro sono stati fondati da Goffredo di Buglione, e con i Templari e la Massoneria esoterica hanno tanto a che vedere quanto un terrestre con un marziano”.
Pierre Plantard verrà processato nel 1993 e, messo di fronte a una mole di documenti falsi requisiti nella sua casa, sarà costretto ad ammettere di aver costruito una enorme bufala.

Questa è una versione che tende ad arginare e a ricacciare nell’oblio laurea che circonda Rennes-Le-Chateau, fitta di intrighi, misteri ed enigmi. Ma c’è chi invece, ancora oggi, sostiene una teoria diametralmente opposta a quella finora illustrata.
E partiamo proprio dalla chiesa, che fu inaugurata nel 1089.
Prima di entrare, c’è un pilastro visigoto dove Saunière trovò le due pergamene e dove è inciso “PENITENCE! PENITENCE!” e “MISSION 1891”. Sul timpano del portale ci sono alcune frasi decisamente particolari: “TERRIBILIS EST LOCUS ISTE” (questo luogo è terribile), “DOMUS MEA DOMUS ORATIONIS VOCABITUR” (la mia casa sarà chiamata casa di Preghiera) e “HIC DOMUS DEI EST ET PORTA COELI” (Qui è la casa di Dio e la porta del Cielo).
Nella Genesi, in un passo, Giacobbe sogna una scala poggiata a terra e che finisce in cielo, dalla quale salgono e scendono angeli e dove gli appare Dio. Al risveglio Giacobbe disse: “Com’è terribile questo luogo! E nientemeno è la casa di Dio e la porta del Cielo!” Quindi Giacobbe chiamò quel luogo “BETHEL”, che in francese significa tempio di una setta. A questo punto la prima è la terza frase possono essere messe in relazione. Sopra le scritte, un bassorilievo della Maddalena e un simbolo di Leone III. Ai lati della Maddalena, ci sono 4 vasi con dentro 3 rose ciascuno per un totale di 12.
Ma adesso entriamo: ai lati dell’ingresso ci sono due colombe bianche, una datata 1891 e l’altra 1892. La colomba bianca è un simbolo alchemico che indica il colore della materia prima che origina la pietra filosofale. Tra i cristiani, la colomba incarna il significato dello Spirito Santo; presso i Greci indicava la Grande Madre, sacra ad Afrodite, cioè Venere, pianeta spesso associato alla Maddalena. Appena entrati, sulla sinistra c’è un’acquasantiera sorretta da un demone, Asmodeo, che si dice sia stato catturato da re Salomone, che lo mise di guardia al Sancta Sanctorum. Sopra la statua di Asmodeo, appoggiata alla conchiglia di acquasanta, c’è una composizione di quattro angeli posti a forma di croce e ognuno di essi si appresta a fare il segno della croce. Sotto c’è la scritta “PAR LE SIGNE TU LE VAINCRAS”, cioè “con questo segno tu LO vincerai”. Originariamente la frase era “IN HOC SIGNO VINCES”, ossia “con questo segno vincerai”. L’aggiunta del “LE” era servita probabilmente a far diventare 22 le lettere che compongono la frase, come 22 sono i denti del teschio all’ingresso del cimitero, come 22 è il giorno in cui è morto Saunière, come 22 sono gli scalini che conducono alla Torre Magdala, come 22 è la somma delle due rampe da 11 scalini che conducono alla terrazza, come 22 erano le province dei Templari, come 22 sono le lettere dell’alfabeto ebraico…
E ancora: “L” e “È” sono la tredicesima e la quattordicesima lettera della frase: 1314 è l’anno in cui fu giustiziato l’ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay. La “L” è la dodicesima lettera, la “E” la quinta: 12+5=17, come il 17 gennaio quando Saunière si sentì male, come il 17 gennaio quando morì la marchesa, come il 17 gennaio è la data di pubblicazione del “Serpente Rosso”, libro volto a comprendere i misteri della chiesa di Rennes-Le-Chateau, come il 17 gennaio è la festa di Sant’Antonio ( all’interno della chiesa c’è una statua dedicata a questo santo e proprio il 17 gennaio un raggio di sole illumina i suoi piedi per poi risalire fino alla testa)…
Di fronte all’acquasantiera c’è una statua del Battista con accanto Gesù che guardano il pavimento, come del resto fa anche Asmodeo. Seguendo la direzione delle pupille, ci si accorge che il pavimento che osservano è diverso da quello restante. È una specie di scacchiera: 64 caselle alternate bianche e nere con i vertici orientati verso i punti cardinali. Sembra quasi che il Diavolo e Gesù stiano giocando una partita a scacchi e lo sottolinea anche Saunière nei suoi appunti: “Quei due nella chiesa giocano una partita senza fine, che però non è quella tra il Bene e il Male…” E allora quale potrebbe essere?
All’interno ci sono sei statue: San Germana, San Rocco, Sant’Antonio Abate, Sant’Antonio l’Eremita, San Luca e la Maddalena. Quest’ultima ha in mano un calice e ai suoi piedi un teschio che simboleggia il Golgota. Unendo le iniziali dei santi, esclusa la Maddalena (che ha già in mano il calice), viene fuori la parola GRAAL. Ancora: unendo con un tratto di penna le statue, con le loro iniziali si forma la lettera “M”. Vicino alle statue c’è un pulpito con diversi simboli rosacruciani e otto grifoni. Il grifone rappresenta il custode dei tesori ed è il simbolo della doppia natura, quella divina e quella umana, come del resto è Gesù Cristo. Verso il coro ci sono due statue, quella della Madonna e quella di San Giuseppe, ed entrambi tengono in braccio Gesù bambino. Forse Saunière voleva avallare l’ipotesi sostenuta da molti cristiani gnostici secondo cui Cristo avrebbe avuto un fratello gemello.


L’altare è a forma di Menorah, il candelabro simbolo della religione ebraica. Sotto l’altare c’è un bassorilievo che rappresenta la Maddalena che prega in ginocchio in una grotta davanti alla pietra grezza. Ai suoi piedi ci sono un teschio è un melo e sullo sfondo un piccolo paese su una collina, Rennes-Le-Chateau. E proprio nella cittadina esiste una grotta molto simile a quella rappresentata nel bassorilievo, sotto la quale c’è una scritta “JESU MEDELA VULNERUM SPES UNA POENITENTIUM PER MAGDALENAE LACRYMAS PECCATA NOSTRA DI LUAS”, “Gesù rimedio per i nostri peccati e speranza per noi pentiti. Tu cancellerai i nostri peccati grazie alle lacrime della Maddalena”.
Strana è anche la Via Crucis, che qui è posta in senso antiorario al contrario di tutte le altre chiese Cristiane. E poi le stazioni contengono delle stranezze: nella prima si vede un bambino negro con i piedi di grifone; nella seconda c’è una donna inginocchiata davanti a un elmo d’oro e si nota una scala che poggia a terra e finisce in cielo; nella settima, sullo sfondo si intravede la Torre Magdala; nell’ottava c’è una donna con dei veli neri da vedova e un bambino avvolto in un kilt scozzese di colore azzurro.
In questo caso alcune cose potrebbero trovare una spiegazione: il bambino negro potrebbe essere San Tommaso, in quanto i vangeli gnostici di Nag-Hammadi lo rappresentano come una persona di colore. I piedi del grifone potrebbero essere riferiti alla doppia natura del Cristo, anche se rimane una circostanza anomala per una chiesa cristiana, in quanto la rappresentazione di una persona metà umana e metà animale simboleggia il male. La scala è riferita al passo della Genesi ed ha un significato molto simbolico: intanto indica il passaggio da qualcosa di inferiore a qualcosa di superiore, a seconda se si sale o si scende. Il numero legato alla scala è il 7. La scala mistica del Rito Scozzese era composta da due gruppi di 7 scalini. I 7 pioli rappresentano i cieli, e secondo questo rito rappresentano le scienze. Dante diceva che le scienze si identificano con i cieli. La presenza della vedova è spiegata perché Saunière faceva parte della Loggia del Rito Scozzese Antico e Accettato, e si facevano chiamare “figli della vedova”. Il bambino con il kilt di colore azzurro è spiegato per l’appartenenza del curato a quell’ordine e nella massoneria esiste il “grado azzurro”.
Ancora, nell’undicesima stazione un uomo sta dando sollievo al Cristo e si vede un’altra scala sul fondo, ma è buio. E noi sappiamo che la notte calò solo dopo la crocifissione di Gesù! Dunque, è evidente che qui,la Via Crucis è pregna di messaggi criptici, non a caso lo scultore era un massone di nome Giscard. Inoltre particolari inusuali hanno a che fare con i raggi solari. Il 13 gennaio, giorno del battesimo di Gesù, un raggio batte sui piedi della sua statua per poi risalire su tutta la figura, e la stessa cosa accade il 17 gennaio con la statua di Sant’Antonio. Il 4 aprile, il sole batte sulla vetrata della risurrezione di Lazzaro e proietta sulla parete frontale l’immagine di Cristo. E in inverno, a mezzogiorno, sulla parete vengono proiettate le tre mele blu.
Ma i misteri sono ancora tanti: dai quadri di Nicolas Poussin, “I Pastori dell’Arcadia” e la “Danza della musica e del tempo” che celano un pentacolo, a quello di Luca Signorelli “L’Educazione di Pan”, che nella rappresentazione delle stelle pone in risalto la costellazione dei gemelli, ad indicare una dualità, la spiritualità e la carnalità, oltre a un pentacolo anche qui presente, alle due versioni de “La Vergine delle Rocce” di Leonardo da Vinci, che cambiò diversi dettagli tranne quello piazzato nell’angolo superiore destro, un motivo a forma di V. E poi alcune morti misteriose avvenute nell’ambiente di Rennes. L’abate Gelis fu ucciso nel 1897 e trovato il giorno dopo l’assassinio con il cranio fracassato. La sua tomba è orientata verso Rennes-Le-Chateau e sopra di essa c’è un simbolo dei Rosa-Croce. Due degli autori del “Serpente Rosso” furono trovati impiccati, uno il 6 marzo, l’altro il giorno successivo.
Ad ogni modo, sono tantissime le ipotesi formulate sul mistero di questa cittadina, relative all’esistenza di un tesoro che può non essere necessariamente qualcosa di materiale: alcuni sostengono che il libro di Boudet, decodificato, spiegherebbe la presenza di un tesoro nascosto in 12 posti diversi nei dintorni del piccolo paese francese; altri sostengono che Gesù Cristo non sia morto sulla croce, ma che si sia trasferito proprio in Linguadoca insieme a Maddalena dalla quale avrebbe avuto dei figli che avrebbero dato vita alla dinastia dei Merovingi; alcuni sostengono che il tesoro sia quello dei Templari, altri quello dei Catari, altri ancora quello dei Visigoti. Ma l’ipotesi maggiormente accreditata è quella che nella tomba falsa della marchesa sia nascosta Maria Maddalena. Le iscrizioni sulla lastra che la indicano come una donna dai facili costumi, le raffigurazioni ripetute della santa in una chiesa così piccola, l’adorazione particolare che Saunière aveva per lei…
E dunque, finzione? Farsa? Inganno? O semplicemente una verità scomoda da celare a tutti i costi? Le coincidenze sono molteplici, così come le smentite. Tanti, troppi sono i quesiti che a oggi, non hanno trovato risposta, ai quali io ne aggiungo un altro: quanto tempo ancora dovrà passare prima che si sappia la vera e unica verità? Staremo a vedere…

Fabiana Manna

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

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