Omaggio a Luis Sepùlveda

“Apparentemente siamo tutti prigionieri in un mondo mentale in cui le visioni si diluiscono con il sogno e il desiderio” . (L.Sepùlveda)

Luis Sepulveda, scrittore dalla penna pungente, schietta, accattivante, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo; autore di numerosi romanzi di successo, giornalista, poeta, sceneggiatore, regista. Nato in Cile il 4 ottobre del 1949, trascorre la sua infanzia in compagnia del nonno paterno e di uno zio, entrambi anarchici e fuggiaschi.  Il suo amore per la scrittura e le storie di avventura arriva da Melville, Conrad ed Emilio Salgari. All’età di vent’anni il suo primo libro di racconti ottiene il “Premio Casa de las Americas”.  Successivamente, grazie a una borsa di studio della durata di cinque anni presso l’Università di Mosca, inizia a frequentare i corsi di drammaturgia, ma ci rimarrà solo quattro mesi a causa dello scandalo venutosi a creare per la relazione clandestina con una docente. Ritornato in Cile, a seguito di grossi contrasti col padre, inizia a militare tra le fila dell’Esercito di Liberacion Nacional in Bolivia.  Ed è qui, in Bolivia che comincia a lavorare alla radio, a scrivere racconti e dopo aver conseguito il diploma di regista  inizia ad allestire spettacoli. Entra a far parte del partito socialista e delle guardie personali del Presidente Cileno Salvador Allende, morto suicida nel settembre del 1973. Nello stesso anno, a seguito di un colpo di Stato e sotto la dittatura del generale Pinochet, venne catturato, torturato e tenuto prigioniero per sette mesi, senza potersi mai mettere in piedi, all’interno di una cella larga 50 cm e lunga 1 mt e ½. Solo dopo due interventi di Amnesty International venne scarcerato e la condanna a morte commutata in un esilio della durata di otto anni. Si trasferisce in Brasile prima, e in Paraguay poi, approdando in seguito in Ecuador dove riprende a fare teatro e partecipa allo studio UNESCO in merito alle conseguenze causate dalla civiltà sugli Indios Shuar dell’Amazzonia, dove appunto si trasferisce per sette mesi.  Questa esperienza verrà tramutata nel romanzo capolavoro “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”.  Il suo peregrinare lo porta anche in Nicaragua, ad Amburgo e poi in Spagna.

Sepulveda usa nei suoi scritti un linguaggio diretto, critico, forte e coraggioso. Non teme la parola, la conosce e la sa utilizzare come un’arma puntata bene per centrare il proprio target.  I suoi romanzi parlano d’amore per la natura; di rabbia, di dolore e di impotenza nei confronti dell’ingiustizia; troviamo la sua passione per l’avventura, ma anche la delicatezza, la tenerezza, l’istruzione e  l’ironia come in “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, un successo mondiale che nel 1998 divenne un film d’animazione.  Da qui inizia a pubblicare “ Storia  del gatto e del topo che diventò suo amico”, “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”; “Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà” e “ Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”. 

Tra i suoi romanzi di successo citiamo “Patagonia Express”, “Cronache dal Cono Sud”, “Il Mondo alla fine del mondo”, “Diario di un Killer sentimentale”, “Il Potere dei Sogni”, “Incontro d’amore in un paese di guerra”, “Le rose di Atacama”, “Storie ribelli”, “Un’idea di felicità”, “L’ombra di quel che eravamo”, “Un nome da torero” … e tanti altri ancora. …

Numerosi i premi letterari e le onorificenze.  Ricordiamone qualcuno: il Premio “Ennio Premio Internazionale Flaiano”; il “Premio Terra Award”; il “Premio Chiara alla carriera”; il “Premio Taobuk Award” per l’eccellenza letteraria;  Il “Premio Letterario Alessandro Manzoni” alla carriera, e nel 2005 fu insignito della cittadinanza onoraria del Comune di Pietrasanta (LU).

Un combattente  nella vita, un attivista a fianco dei più deboli e che attraverso la sua penna ha dato voce agli ultimi. Un lottatore che ci ha lasciati oggi non riuscendo a vincere la sua battaglia più grande, sconfiggere un nemico invisibile e maledetto che sta flagellando il mondo intero …

Lo ricordiamo attraverso le parole di questa sua splendida poesia dedicata alla moglie :  

L’ultimo suono del tuo addio,

mi disse che non sapevo nulla

e che era giunto

il tempo necessario

di imparare i perché della materia.

Così, tra pietra e pietra

seppi che sommare è unire

e che sottrarre ci lascia

soli e vuoti.

Che i colori riflettono

l’ingenua volontà dell’occhio.

Che i solfeggi e i sol

implorano la fame dell’udito.

Che le strade e la polvere

sono la ragione dei passi.

Che la strada più breve

fra due punti

è il cerchio che li unisce

in un abbraccio sorpreso.

Che due più due

può essere un brano di Vivaldi.

Che i geni amabili

abitano le bottiglie del buon vino.

Con tutto questo già appreso

tornai a disfare l’eco del tuo addio

e al suo posto palpitante a scrivere

La Più Bella Storia d’Amore

ma, come dice l’adagio

non si finisce mai

di imparare e di dubitare.

E così, ancora una volta

tanto facilmente come nasce una rosa

o si morde la coda una stella fugace,

seppi che la mia opera era stata scritta

perché La Più Bella Storia d’Amore

è possibile solo

nella serena e inquietante

calligrafia dei tuoi occhi.

Teresa Anania

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.