Non so niente di te, Paola Mastrocola

Non so niente di te, Paola Mastrocola

Non so niente di te

Paola Mastrocola

 

Un romanzo sui figli, sulla nostra propensione a credere di sapere quanto bene li conosciamo e di cosa sia meglio per loro. Un romanzo leggero per un argomento spinoso, una divertente commedia degli equivoci. Cosa sappiamo dei nostri figli? E quanto di ciò che crediamo di sapere è frutto di aspettative e speranze? Quale prezzo pagano per soddisfare l’immagine che abbiamo voluto per loro?

Come genitore me lo chiedo spesso, solo che qualche volta mi dimentico di cercare la risposta. Perché in fondo siamo convinti di saperlo davvero. Noi mamme perlomeno. Li abbiamo cresciuti dentro i nostri cuccioli e abbiamo un legame speciale con loro. I padri non so, per loro forse non è così importante conoscerli bene. Hanno comunque abbastanza saggezza ed esperienza per guidarli, per sapere cosa è meglio per loro. In un modo o nell’altro, padri e madri, sappiamo, ed è per questo che spesso non ci preoccupiamo di ascoltarli. Ascoltarli davvero.

I figli, invece, ci ascoltano, eccome, si fidano del nostro giudizio. E quelli più riottosi tremano dentro mentre si ribellano, perché in fondo in fondo, si fidano pure loro.

Ma poi ci sono ragazzi come Fil, che non ci stanno, che si presentano al Balliol College (uno dei collegi costituenti l’Università di Oxford) con un branco di pecore a seguito. Perché le pecore? Domanderete voi.

Preferisco che lo scopriate da soli.

Dovremmo essere fieri di un figlio così, e magari anche di noi, perché almeno un pochino sarà pure merito nostro se il ragazzo è cresciuto così autonomo, capace di pensare con la propria testa, affrancato insomma. Un ragazzo in grado di trovare con sicurezza la propria strada, libero da tentennamenti e da condizionamenti espliciti o meno. E quale condizionamento è meno esplicito dell’amore di un genitore per il proprio figlio?

“ … sei stato un bravo padre, sì. Hai voluto sempre il meglio per me. Ma forse è proprio questo, papà. Nessun genitore deve volere il meglio per suo figlio. E sai perché? Perché non lo sa.>>

E invece no, se il ragazzo non ci sta ci preoccupiamo. Cosa avrà mai in testa questo figlio nostro? Cosa abbiamo sbagliato con lui? E ci affrettiamo a cercarlo,  perché è evidente che si è perso.  Dobbiamo recuperarlo, diamine, possiamo mica stare a guardare mentre spreca così la propria vita.

“Dovreste essere curiosi voi genitori. Molto curiosi dei figli. Morire dalla curiosità di vedere come diavolo andrà a finire. Invece siete sempre così scontenti, così incontentabili. Sembra che conosciate già tutto. Non vi lasciate sorprendere. Peccato. Vi private di una grande felicità.”

Non l’ho presa subito bene questa affermazione. Stare a vedere come diavolo andrà a finire, cosa? E se a lasciarlo fare, poi il figlio prende una brutta strada? E se si droga? E se finisce per diventare un barbone? Fare il genitore è importante, stare a guardare senza mai intervenire è da sconsiderati.

Però questo non vuole essere un manuale di istruzione per genitori. E’ solo un racconto. Un romanzo profondo scritto con leggerezza, perché è così che dovrebbero essere affrontati gli argomenti più  gravosi, con soave e moderato umorismo. E la questione che Paola Mastrocola amabilmente ci propone è tra le  più importanti domande esistenziali: Qualcuno ha la vita che vorrebbe?

Recensione di Manuela Leonessa

Titolo: Non so niente di te

Autore: Paola Mastrocola

Editore : Einaudi

Collana : I coralli

Prezzo : € 18,50

Paola Mastrocolo

Risiede a Torino. Laureata in lettere ha insegnato Letteratura italiana all’Università di Uppsala in Svezia, docente poi presso il liceo scientifico di Chieri (Torino). Fino al 1999 ha pubblicato poesie e saggi sulla letteratura del Trecento e Cinquecento. Ha inoltre pubblicato raccolte di poesie, La fucina di quale Dio, Genesi 1991, e Stupefatti, Caramanica 1999. Ha ripreso questa produzione letteraria nel 2010 con la raccolta La felicità del galleggiante (Guanda).
Dal 2000, presso Guanda ha pubblicato alcuni romanzi, vincitori di numerosi premi letterari: Premio Italo Calvino per l’inedito 1999 per La gallina volante; Premio Selezione Campiello 2000 per La gallina volante; Premio Rapallo-Carige per la donna Scrittrice 2001 per La gallina volante; Finalista al premio Strega 2001 con Palline di pane; Premio Campiello 2004 per Una barca nel bosco; Premio Alassio Centolibri – Un autore per l’Europa 2004 per Una barca nel bosco.
Un filone della sua produzione è dedicato ai giovani: Che animale sei? Storia di una pennuta (2005), E se covano i lupi (2008).
Ha scritto anche alcuni saggi, tra cui La scuola raccontata al mio cane (Guanda 2004) e Togliamo il disturbo (Guanda 2011) sulla situazione della scuola italiana. Del 2015 è il romanzo L’esercito delle cose inutili, per Einaudi; del 2016 L’anno che non caddero le foglie (Guanda) e L’amore prima di noi (Einaudi).

La trama

È un mattino di novembre. Nella sala di uno dei più prestigiosi college di Oxford, centinaia di persone aspettano l’inizio di una conferenza. Dopo qualche minuto entrano – nel silenzio generale – decine e decine di pecore. Bianche, lanose, ordinate, moderatamente belanti. Le guida Filippo Cantirami, giovane economista italiano, che come nulla fosse comincia il suo intervento sulla crisi dei mercati. Inizia così il nuovo romanzo di Paola Mastrocola. Quella incredibile invasione di pecore getterà nel caos i genitori Cantirami, convinti che il figlio modello sia a Stanford a finire un dottorato, e che si ritrovano all’improvviso spiazzati e in ansia. Cosa combina Fil, dov’è finito, chi è veramente? E chi è quel suo compagno Jeremy con il quale ha stretto un patto, che cosa si sono scambiati i due ragazzi, qual è il loro segreto? Fil sembra sparito nel nulla, perduto in un mistero. Imprendibile. E intanto, sullo sfondo, la crisi dei nostri giorni. Ma raccontata da lontano, come guardando il presente dal futuro, tra una cinquantina d’anni. Filippo Cantirami, il giovane rivoluzionario della Mastrocola, è un ragazzo privilegiato, un personaggio scomodo, di questi tempi: eppure è lui – in virtù dei suoi pensieri, dei suoi silenzi, dei suoi gesti e delle sue scelte – che pagina dopo pagina ci apre al sogno di una vita diversa. Un sogno che ci porta a riflettere sull’idea di tempo e sulla possibilità di metterla in discussione, di ripensarla.

 

 

 

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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