Nella periferia di Napoli: la Madonna delle Mosche e il gelato più famoso del mondo

La madonna delle mosche

Le curiosità, condite di storia di Lucio Sandon

La chiesa di San Carlo Borromeo alle Brecce a via Galileo Ferraris, all’esterno non attira l’attenzione ma nasconde una preziosa curiosità che meriterebbe una visita. La città di Costantinopoli, divenne capitale dell’impero romano d’ Oriente nel 330, ed ebbe fin dai primi tempi un culto tutto particolare per la Madonna. Fin dall’inizio essa fu venerata come odighìtria, cioè colei che indica la via. Il famoso detto napoletano: ’a Maronna t’accumpagni si addice pienamente alla Madonna di Costantinopoli, perché esprime visivamente la sua missione di Madre che vigila sul cammino dei figli. Le lotte iconoclaste iniziate nel 726 con l’intento di sopprimere ogni immagine sacra, favorirono il trasporto di numerose immagini sacre dall’Oriente, e nella zona paludosa a sud della città sin dal XVI secolo era venerata un’immagine di Santa Maria proveniente da Costantinopoli. La chiesetta che l’ospitava venne devastata da un incendio, e quando venne ristrutturata, un anonimo pittore vi disegnò sopra alcune mosche, da cui il titolo di Santa Maria delle Mosche.
Come si spiega una tale stranezza? Il luogo era parte delle paludi napoletane le Parule, dove defluiva in mare il fiume Sebeto, al Ponte della Maddalena. Essendo una zona molto fertile e ricca di acquitrini, vi erano alcuni allevamenti di bufali, i quali naturalmente portano con sé numerosi insetti. Durante una eccezionale invasione di grosse mosche e tafani, gli ortolani spaventati dalle numerose epidemie di quel secolo, si rivolsero alla Vergine di Costantinopoli per essere liberati da quegli insetti tanto molesti alle persone e dannosi per gli animali. Avendo ottenuta la grazia, i Parulani curarono di tramandare il prodigio ai posteri, e fecero ridipingere l’immagine con delle mosche, per ricordare in futuro il favore ottenuto.

A pochi passi dall’immagine miracolosa e antiparassitaria, un gelataio napoletano nel 1959 inventò il gelato più famoso del mondo: un cono alla panna, con variegato al cioccolato e copertura al cacao magro e con granella di nocciole e meringhe su cialda wafer. Il proprietario della gelateria Spica di Via Gianturco non avrebbe mai immaginato che il suo prodotto sarebbe stato venduto perfino agli antipodi e che avrebbe addirittura ispirato una trilogia cinematografica composta dai film L’alba dei morti dementi, Hot Fuzz e La fine del mondo, in cui ogni pellicola prende spunto da un tipo di Cornetto differente.

Dal sito Unilever.co.uk che acquistò il brevetto dalla gelateria Spica nel 1976 e ora lo produce e commercializza in tutto il mondo con l’aiuto dell’immagine di un gondoliere veneziano, onde esaltarne la provenienza italiana:
Cornetto cones were first produced by an Italian ice-cream manufacturer, Spica, based in Naples. It was at this time that Unilever bought Spica and began to market the product throughout Europe. Thanks to the adverts, including the famous operatic gondolier, Cornetto ice cream has become one of the most well-known ice creams in the UK & Ireland.

Lo stabilimento Gelati Spica venne inaugurato nel 1953 a Gianturco, distinguendosi nel panorama delle pionieristiche industrie gelataie e nel 1959, trovò il modo di isolare la cialda dalla panna, in modo da evitare che il congelamento rendesse fradicio il cono: realizzò uno strato isolante ottenuto dalla lavorazione di olio, zucchero e cioccolato. Il gelato venne registrato col nome di “Cornetto” e un anno dopo fu brevettato. La sua commercializzazione iniziò nel 1961, dopo aver sperimentato le migliori soluzioni per la presentazione e il design del gelato. Spica scelse di chiamare questo gelato “Cornetto” per augurarsi il meglio dalle vendite, e magari scacciare le invidiose malelingue che lo circondavano.

Marchi con i quali il Cornetto viene commercializzato nel mondo:

Algida: Albania, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Grecia, Ungheria, Italia, Kosovo, Lettonia, Lituania, Macedonia, Malta, Polonia, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Turchia.
Bresler: Bolivia, Cile.
Eskimo:Austria.
Frigo: Spagna.
Frisko: Danimarca.
Glace: Gran Bretagna, Finlandia, Norvegia, Svezia.
Glidat Strauss: Israele
Good Humor:Canada, Stati Uniti
HB: Irlanda
Helados La Fuente: Colombia
Holanda: Belize, Costa Rica, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Salvador
Inmarko: Russia
Kibon: Argentina, Brasile.
Kwality Wall’s: Bhoutan, Brunei, India, Népal, Sri Lanka
Langnese: Germania
Lusso: Svizzera
Miko: Egitto, Francia, Marocco.
Ola: Sud Africa, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo.
Pingüino: Equador
Selecta: IsoleComore, Filippine, Tanzania.
Streets: Australia, Nuova Zelanda.
Tio Rico: Venezuela
Wall’s: Cambogia, Cina, Scozia, Indonesia, Laos, Libano, Malesia, Pakistan, Galles, Singapore, Thailandia.
Wall’s HB:Irlanda del Nord

Pubblicato da Lucio Sandon

Nato a Padova e trasferito a Napoli da ragazzo, Lucio Sandon lavora come veterinario. Ha pubblicato tre romanzi: Il Trentottesimo Elefante, La Macchina Anatomica, e Cuore di Ragno. Poi due raccolte di racconti con protagonisti cani, gatti, tigri, leoni e altri animali incontrati durante la quarantennale carriera: Animal Garden e Vesuvio Felix, e infine una raccolta di racconti comici: Il Libro del Bestiario Veterinario. La Macchina Anatomica – Graus editore, è risultato nel 2018 vincitore del premio letterario Talenti Vesuviani, e si è classificato al secondo posto del concorso letterario Albero Andronico, al terzo posto del premio letterario Montefiore di Cattolica, ed è stato selezionato tra i finalisti del premio Zeno di Salerno. Cuore di Ragno – Graus editore, è già stato premiato nel 2019 come vincitore sia del premio letterario Città di Grosseto “Amori sui generis” come inedito, che dei premi letterari Velletri Libris e Talenti Vesuviani, come opera edita. Cuore di Ragno verrà premiato al Campidoglio nell’ambito del concorso letterario internazionale Alberoandronico, mentre è risultato vincitore del Concorso letterario Città di Grottammare nella sezione Romanzo storico. E’ in uscita a firma di Lucio Sandon dopo l’estate, per i tipi di Jonglez Editore di Versailles, la guida turistica del Molise dal titolo “Il Molise Insolito e Segreto. Lucio Sandon collabora con il giornale online Lo SpeakersCorner, dove pubblica settimanalmente il racconto della domenica. Due di essi sono stati premiati: segnalazione di merito al Premio Iplac - Voci di Roma, e Premio Letterario Letizia Isaia, primo premio narrativa. http://www.lospeakerscorner.eu/lo-scrittore-lucio-sandon-e-i-suoi-racconti/

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