Mare di Federica Nardo

mare di Federica nardo

Mare

Federica Nardo
Anno 1814, Nives De Morin sembra essere sparita nel nulla: da sette lunghi anni non si hanno sue notizie. La storia dell’Europa sta cambiando: dopo la sanguinosa disfatta subita in Russia, Napoleone Bonaparte è costretto ad abdicare, ritrovandosi “dalla reggia al tristo esigilo” sull’Isola d’Elba, a largo delle coste italiane. Ed è proprio lì che ritroverà Nives.

Introduzione


UN ROMANZO PROFONDO SCRITTO IN UN ITALIANO ECCELLENTE.
Ambientato nel periodo che decorre dalla caduta di Napoleone Bonaparte, questo è un bel romanzo storico, scaturito dalla facile penna di Federica Nardo, giovane scrittrice siciliana, che si definisce “non scrittrice ma semplicemente una grafomane che sta tentando di diventarlo”, esprimendo un apprezzabile eccesso di umiltà non comune ai giorni nostri.
Federica, dopo aver fatto gli studi classici, si è laureata in Giurisprudenza italo-francese, frequentando le Università di Firenze e Parigi. Inoltre è cultrice di storia Napoleonica coltivata sin dalla giovinezza, della quale ha dichiarato di “aver letto il più possibile”.

Recensione

Il romanzo ripercorre il periodo intercorso dalla disfatta di Waterloo di Napoleone Buonaparte fino al suo esilio all’Isola d’Elba, ma non è uno sterile racconto storico-biografico. Infatti la scrittrice, profonda conoscitrice dell’era napoleonica, trae dalla storia della vita del condottiero l’aspetto più intimo, quello amoroso, confutando una generalizzata opinione storica su di lui, sempre dipinto quale fedifrago e alla continua ricerca di un insaziabile amore carnale negli intermezzi tra le battaglie e la sua vita politica. E com’è vero che ebbe dalle sue relazioni clandestine figli naturali oltre ai legittimi, è altrettanto vero, secondo la Nardo, che fu a modo suo fedele e avesse amato veramente solo una donna nella sua vita. Su quest’aspetto si concentra l’autrice, mischiando la realtà storica e biografica dell’Empereur con una raffinata dose di fantasia, seppur questa sia comunque fondata sulla realtà dei fatti. Ecco allora che compare la Contessa Nives De Morin, una dama inventata, proveniente dalla nobiltà francese, ma che potrebbe rappresentare quel grande amore desiderato e sofferto che Napoleone avrebbe realmente vissuto. Poco più che ventenne, Nives incontra Bonaparte e subito scocca la scintilla dell’amore che abbaglia immediatamente i due. L’Empereur trova in lei qualcosa di speciale, che la differenzia dalle altre donne verosimilmente amate. Un filo sottile però unisce i due, tanto sottile che continuamente rischia di spezzarsi; non a causa del rapporto, sempre passionale e profondo tra i due, ma per vicissitudini legate alla figura pubblica di Napoleone, da sempre bersagliato dai suoi nemici, che reputano ogni occasione buona per denigrare la sua figura.
Nives è indiscutibilmente la protagonista principale della storia. La narrazione la segue ovunque: dal viaggio a Varsavia per tentare di incontrare Napoleone scoprendo amare verità; durante il suo lungo periodo segregata dal contrabbandiere Tom in Inghilterra; fino all’approdo sull’Isola d’Elba. Nel corso di questi eventi, trapelano le trame contro l’Empereur , ormai spodestato a seguito della sua sconfitta, e le decisioni dei regnanti europei, al fine di neutralizzarlo completamente, di trasferirlo dall’Isola d’Elba alla remota Isola di Sant’Elena. Ma tutto il viaggio di Nives, sebbene lei stessa venga a conoscenza delle vicende sentimentali di Napoleone, è mosso da quell’amore profondo per lui, grazie a una tenacità e una forza senza pari; perché lei, in fondo, non vuole credere che l’Empereur l’abbia tradita e obliata. Nel romanzo, sono poi svelati i complotti nei quali viene tentato di usare Nives per porli in essere; tutto per l’insaziabile bramosia dei regnanti ante-napoleonici di riprendersi i loro troni e quindi il potere. Questo è ciò che succederà dopo il Congresso di Vienna, che sancirà appunto la Restaurazione, in un secolo, l’800, in cui questa sarà vista dai liberali illuminati come il più grave affronto ai popoli europei assetati di libertà e che avrà quale conseguente effetto, in Italia, nel Risorgimento.
Nella narrazione, traspare un Napoleone ferito nell’orgoglio, fragile, ma non ancora privo di speranza, e innamorato profondamente di Nives, disposta a seguirlo ovunque, sebbene l’Empereur, per amore e per proteggere la sua amata, non lo voglia affatto. Questo romanzo è, in fondo, una storia d’amore, quello provato da un uomo che la storia ha consegnato a noi come un anaffettivo, un temerario e un oppressore di popoli e forse, in parte, non è stato così. Mentre Nives rappresenta la tenacia e la resilienza femminea, dovuta alla forza indissolubile che conduce all’irrinunciabile ricerca della verità e dell’amore.
Val bene ricordare anche la figura di Cyprien, il fedele amico di Nives, che la seguirà ovunque e che la cercherà nei sette anni della segregazione Inglese. Con questo rapporto, l’autrice vuol celebrare l’amicizia, quella vera, che con l’amore sono i valori cardini della vita.

Conclusioni

Già dall’incipit ho pensato che questo libro fosse un qualcosa di pregevole e tale considerazione si è rafforzata nel corso della lettura fino a confermarsi. Mi ha colpito il suo stile, perché evoca molto quello dei grandi dell’800: Stendhal, Prèvost e Hugo per citarne alcuni, che narravano di storie immerse in un tempo antico e assolutamente affascinante. Certuni critici definirebbero il suo stile vintage, magari con una punta di cattiveria, perché oggi il buon scrivere, talvolta, non è considerato importante. Invece non ci si rende conto dell’importanza e dell’eccellenza di scrivere bene e quali autori, se non quelli del passato e coloro che hanno seguito le loro orme, possono farci scuola?
La cifra letteraria di Federica Nardo merita assoluto rispetto, perché è il risultato di una sua passione per il buon scrivere che, a mio avviso, hanno pochi; condita da un inconfutabile talento. L’accuratezza del periodare, i termini ricercati impreziosiscono questo romanzo aldilà della trama, perché sono convinto che se l’autrice avesse scritto un romanzo di altro genere, il risultato sarebbe stato altrettanto eccellente. Certo, troverete termini forse desueti, che trovavate nei romanzi del passato; ma questo non è un appunto, è una lode, perché è giusto ricordarsi del fatto di quanto la lingua italiana sia ricca ed è encomiabile riproporre termini erroneamente ritenuti sorpassati, morti. L’italiano è lingua viva e il suo lessico va usato tutto, piuttosto che costellare impropriamente questo codice con termini inglesi. Lasciamo agli inglesi l’uso della loro lingua e salviamo l’italiano, come fa Federica!
Altri due punti di forza di questo romanzo sono le descrizioni dei luoghi e dei caratteri psicologici dei personaggi. Magistralmente è descritta la figura di Nives in tutti i suoi dettagli; durante la lettura si arriva addirittura a soffrire con lei, in quanto l’autrice è stata abile nel cogliere la profondità del suo animo. I luoghi invece sono descritti con poesia, in un soave archetipo che richiama la magia della mano di un pittore, perché anche con le parole è possibile dipingere.
Notevole è il rigore ai richiami storici, dai quali traspare, da parte dell’autrice, una profonda e vasta cultura storica, nonché una particolare conoscenza della figura di Napoleone.
Un romanzo storico, scritto in modo eccellente. Che dire altro? Non dovete fare altro che leggerlo: questo è un consiglio spassionato.
Voto? 110 e lode! Brava Federica!

Voto

5/5

Pubblicato da Giovanni Margarone

Sono Giovanni Margarone, sono nato nel 1965 e scrivo narrativa. I miei romanzi rientrano maggiormente in quelli di formazione, per via dell’evoluzione che fanno compiere (innanzitutto interiore e non solo) ai protagonisti (dall’infanzia all’età adulta, risalendo sovente alle origini, scavando nella storia del personaggio). Forte è la componente introspettiva e psicologica, per cui il personaggio resta sempre e comunque l’elemento centrale delle narrazioni, che potrebbero essere quindi ambientate in qualunque luogo. Sono un autore che vuole scrivere per gli altri, perché diversamente la mia sarebbe un’attività monca, fine a se stessa. Interpreto la scrittura come il mezzo più efficace per trasmettere sentimenti, emozioni e per indurre alla meditazione. Questa interpretazione trascendentale della scrittura mi è assai cara, perché ritengo che la spiritualità faccia parte di noi stessi e che lo spirito vada nutrito. Ho finora scritto e pubblicato quattro romanzi: “Note fragili” (2018, seconda edizione), “Le ombre delle verità svelate (2018, seconda edizione), “E ascoltai solo me stesso” (2019, seconda edizione) e “Quella notte senza luna” (2018). Inoltre, nel 2019 un mio racconto “Il segreto del casone” è stato inserito nell’antologia “Friulani per sempre” – con postfazione di Bruno Pizzul - edito da “Edizioni della sera”. Nel novembre 2019 sono stato insignito di una “Benemerenza” dal Comune di San Giovanni al Natisone (UD) (dove risiedo) per meriti letterari. Sono membro della Commissione Cultura del Comune di San Giovanni al Natisone (UD). I miei romanzi hanno ricevuto numerosi premi letterari. Il mio sito ufficiale è https://margaronegiovanni.com/

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