L’estro del gusto, Giuseppe Maglione artista della pizza sostenibile. Intervista a piu voci

L’estro del gusto, quando la pizza diventa arte ed ha qualcosa da raccontare. In questa intervista a più voci parliamo con il curatore del libro Marco Eugenio di Giandomenico, Giuseppe Maglione e Pasquale Giuditta.

L’estro del gusto come qualcuno potrebbe immaginare , non è un libro di cucina, nè parla di ricette, ma un libro d’arte. Corredato dalle meravigliose foto di Roberto Rosso è un libro affascinante, ti parla d’arte, di sociale è un dialogo con tutte le arti, il curatore Marco Eugenio di Giandomenico docente dell’Accademia delle belle arti di Brera ci parla degli aspetti creativi e di valorizzazione dell’arte culinaria e delle connessioni tra food e arti applicate. La struttura stessa del libro e gli interventi di vari accademici , dello stesso Maglione con aneddoti simpatici e concetti importanti di connessione tra le arti , ne fanno un libro molto particolare ed interessante. Io direi di fare uan capatina alla Libreria Raffaello di Napoli, il libro è edito Apeiron e leggerlo, vedrete la pizza gourmet sotto un’ottica diversa.

La prima persona con cui parliamo è Marco Eugenio di Giandomenico critico d’arte sostenibile, economista della cultura, esperto del terzo settore e titolare di prestigiosi incarichi accademici come sei arrivato a questo libro?

Sono arrivato a questo libro perché da tempo mi occupo delle arti applicate : design, fotografia e cinema ma anche il food è un’arte applicata, se ne è discusso e infatti il libro discute di questo nel senso che discute l’annosa questione se un pizzaiolo o uno chef sia o meno un’artista e se il food può essere annoverato tra le cosiddette arti applicate; c’è tutto un movimento anche internazionale che parla dell’ottava arte che è il food. Quindi l’occasione chiaramente nasce con l’incontro con Giuseppe perché io come critico ed anche i miei colleghi hanno visto in lui quella creatività di cui si poteva parlare, discutere della pizza che è il food più famoso al mondo che fosse opera d’arte. L’incontro è stato fortuito perché eravamo al suo ristorante ad Avellino con l’editore si parlava appunto di questa pubblicazione, quando abbiamo degustato la sua pizza ci siamo detti l’abbiamo qua l’uomo giusto dove dobbiamo andare a cercare? Poi comunque l’Irpinia è un paese agricolo ricco di per se , Giuseppe crea una pizza al giorno dedica la pizza a questioni sociali vicine all’arte contemporanea sono belle da vedersi buonissime da mangiare , è giovane più di me, e quindi è nella parte giusta della vita per andare avanti in questo settore. Un discorso molto importante perché purtroppo c’è ancora il retropensiero o chiamamolo pregiudizio che il cibo serve soltanto a nutrirci, ma non è così il cibo ci permette di apprendere la bellezza come le altre arti e quindi è stata un’occasione molto bella ,si è creato un team sono stati coinvolti anche altri personaggi dell’Irpinia il qui presente Pasquale Giuditta che ha avuto un incarico per il riconoscimento della pizza come arte dell’umanità da tutelare, e insieme a tanti altri colleghi si è creato una sorta di abbraccio intorno a Giuseppe su questo argomento, abbiamo fatto presentazione a Milano con grande successo, abbiamo coinvolto i nostri studenti e lui ha fatto anche la degustazione non hanno solo sentito parlare , il cibo va anche mangiato , non è quadro che uno dice l’ho visto e finisce lì.

Certo il cibo deve essere bello e buono.

Un’operazione devo dire di successo perché secondo me abbiamo messo una bella pietra per andare avanti in questo percorso, perché se noi pensiamo che quest’elencazione risale agli anni 20 dove il cinema è la settima arte non invece la fotografia che invece è un’arte molto importante che ha faticato ad affermarsi come arte , noi invece dobbiamo aiutare questo settore che è maturo in un certo senso ad acquisire la consapevolezza collettiva nella gente che comunque ci si accosta alla bellezza c’è un’elevazione quando si mangia un piatto giusto.

L’arte del gusto. Giuseppe Maglione artista della pizza sostenibile. Cos’é sostanzialmente la pizza sostenibile?

Giuseppe Maglione

La pizza sostenibile è un pensiero verso il nostro mondo, verso un mondo che ormai è a rotoli ,ormai tutto precipita quindi fare in una pizza con una dedica alle donne per la loro debolezza, oppure la pizza che unisce il mondo : una pizza con quattro impasti impasto al cacao, impasto al limone, impasto alle noci impasto classico per dare il colore della pelle del mondo .

In una parte del libro hai fatto una critica feroce verso chi si fa prendere dalla commercializzazione e quindi non usa più i prodotti genuini che per un cuoco eco sostenibile è importante , se io non uso le materie prime buone genuine alla fine io non faccio più per me , ma faccio soltanto un prodotto che mi fa vendere che mi fa arricchire . Invece tu?

Io sono diverso nel senso che per trovare un prodotto nella mia pizza mi deve emozionare , io vado direttamente dalle aziende piccole realtà dove ci sono ancora tutta la famiglia che lavora e, mi torna in mente la famiglia di mio nonno che si faceva tutto da solo , si cresceva il maiale , l’uovo se non era della gallina propria non si mangiava. Io sono di Napoli e in Irpinia ho trovato l’emozione dell’alimento che poi porto nel mio locale. Se dico questo è perché nel mio percorso ho avuto diverse proposte di aziende di collaborare con loro, però non ho mai accettato di mettere prodotti commerciali nel mio locale perché io ho scelto una realtà diversa: dove non ci sono conservanti ,coloranti ,una farina naturale , quindi non ho voluto mai lanciarmi nel mondo commerciale in cambio di soldi .

Anche questa scelta ti ha portato in questo importante progetto dopo l’incontro a Los Angeles è stata bellissima quella parte .

Marco Eugenio di Giandomenico

Adesso che parliamo di quella parte perché c’è un procedimento, mi piace molto contestualizzare gli argomenti contenuti in chiave ideologica ma anche cinematografica, quindi se tu leggi quel pezzo in realtà è una sceneggiatura .

Stupenda c’è un momento di empatia istantanea.

E poi c’è quel dialogo in cui si dicono le cose che si vogliono dire

Poi c’è l’incontro dopo anni , quando lui ormai era già affermato.

Los Angeles simpatico perché rappresenta un non luogo uno di quei posti particolari .

Il libro ha una parte narrativa bellissima che ti ci porta dentro, una parte tecnica che diventa morbida.

Perché divulgativa non c’è una parte tecnica da accademico ma un discorso tra amici.

Questa è una domanda che faccio ad entrambi La pizza è ormai diventato un alimento internazionale , la sua patria è considerata Napoli forse per i suoi colori e sapori, ma la storia ci dice che la pizza anche sotto forma di dolce , un impasto con un forno a legna esiste da tempi molto remoti .

A questa domanda alla fine risponde Pasquale Giuditta Dirigente Ministero delle Politiche Agricole. Direttore dell’Ufficio di Comunicazioen e Promozione e responsabile dei rapporti con l’Unesco.

La pizza nasce in tempi antichissimi in un primo momento era un contenitore per metterci il cibo sopra infatti pizza in greco significa schiacciata, poi ci è stata un’evoluzione nel 700 napoli ha caratterizzato ha specificato che la pizza è la pizza margherita con tutta la storia della regina Margherita ed è diventato un cibo democratico che appartiene a tutti ricchi e poveri tutti possono mangiare questo cibo , quindi è diventato tra l’altro da due anni anche Patrimonio dell’Unesco ma non è stata riconosciuta la pizza ma l’arte dei pizzaioli napoletani in quanto l’
L’Unesco riconosce l’arte dell’uomo, quindi adesso abbiamo il dovere di tutelarla, valorizzarla questa arte dei pizzaioli napoletani interpreta nel mondo la napoletanità. E Napoli viene considerata la patria della pizza che ormai è l’alimento più fruito al mondo è universale.

Quindi questa cosa è avvenuta per i colori di Napoli.

E’ avvenuta per l’estro dei napoletani della capacità dei napoletani che hanno caratterizzato questo cibo che ormai è divenuto un momento di convivialità mangiare la pizza, significa vedersi stare insieme . Oltretutto si inserisce anche in un altro elemento abbiamo una caratterizzazione anche sulla dieta mediterranea un elemento eco sostenibile e poi c’è la specificità di Giuseppe Maglione, se io ho dato questo piccolo contributo è perché lui ha l’estro del gusto cioè mette insieme alla pizza anche una serie di elementi di tradizione per valorizzare il territorio, la sua pizza gourmet che lui mette in campo in effetti è un elemento in più della pizza margherita , della pizza tradizionale, ma diciamo interpreta le radici antiche, la pizza era nata come un contenitore per metterci il cibo, quindi interpreta la pizza e la storia dell’antichità.

Giuseppe maglione ha una sua particolarità, le sue pizze con il suo estro creativo spesso sono portatrici di messaggi sociali . Può una pizza diventare arte espressiva?

Marco Eugenio Di Giandomenico

Chiaramente nella declinazione dell’arte contemporanea, è un’arte valoriale il concetto che ciò che è bello non può che essere buono, e quando tu ti accosti al buono non puoi che risultare migliorato , quindi in un certo senso un’opera d’arte non può non migliorare , nel caso in questione c’è un’espressività come dire palese, perché lui orienta l’azione dando dei moniti, per esempio gli affettati messi a forma di roselline sono queste donne che sono tutte un po’ separate tra di loro perché divise in spicchi ma poi c’è la rosa interna tutte le punte la trafiggono perché è una donna che ha grandi problemi.

Ho letto con molto interesse il discorso che forse faceva proprio lui parlando della donna , una donna che ha perso un po’ la sua identità andando a fare lavori da uomini però ne esce maltrattata perché è una donna ancora oggetto di violenza .

Una donna che ha perso la propria identità perché ha pensato di prendersi gli spazi dell’uomo , che non ha preso ma ha perduto quelli della donna.

Guarda che anche culturalmente vammi a trovare ti parlo del campo della letteratura quella seria quelli che noi chiamiamo classici trovami una donna , non credo che non ci sia mai stata una scrittrice all’altezza dei tanti colleghi maschi.

Quindi il movimento femminista è riuscito a farvi emergere come soggettività ma nella sostanza la donna ha perso delle prerogative perché nell’impostazione classica la donna era protetta dall’uomo sei d’accordo con me?

Il rapporto con l’altro senso è un rapporto alquanto difficile in quanto è competitivo, fino ad arrivare all’estremo con tante donne ammazzate ogni anno , l’uomo ha perso la sua vera identità che era di cura della donna e se ne sente schiacciato .

Di tutelarla proteggerla finanziarla e viziarla scusa questo termine la donna come una cosa meravigliosa che poi rappresenta la famiglia . La donna è diventata un po uomo è vero che ora ricopre ruoli pubblici il detto dietro un grande uomo c’è una grande donna e qualcuno ha aggiunto dietro una grande donna adesso c’è il nulla .

Giuseppe a me ha colpito molto una pizza la violetta per i colori e ti chiedo cosa vuole rappresentare.

Giuseppe Maglione

Questa pizza è stata tra le mie prime creazioni e mi rappresenta, a parte che la patata viola ha virtù antistress ed è una cosa mia, la mia personalità.

Luce fuoco poesia sono stati accostati all’arte in maniera forte . In che maniera realmente questi tre elementi si accostano?

Marco Eugenio Di Giandomenico

Come abbiamo detto prima il cibo di per se coinvolge tutti i sensi il piatto lo vedi poi è un piatto tridimensionale quindi si accosta ad una scultura la pizza è un piatto tridimensionale , ha un odore quando ci accostiamo al cibo utilizziamo l’olfatto il gusto chiaramente è una cosa che si mangia e poi questa è una cosa simpatica la musica, il suono, la pizza è croccante o non croccante .

Giuseppe Maglione

Quando l’impasto incamera aria senti quel soffio all’interno che comunque è musica, perché ti accorgi che è quasi pronto, quindi quell’emozione ti sembra sempre un miracolo .

Marco Eugenio Di Giandomenico

Il discorso dell’evoluzione scientifica da 2500 anni a partire da Platone, Socrate, lo stesso Aristotele fino ad oggi sul ruolo del gusto e l’attenzione estetica è abbastanza presente nel libro.

E’ molto importante come la parte discorsiva del libro pone l’attenzione su un discorso storico e forse anche un pò filosofico.

Per tanti anni si parlava dei mezzi con cui si intraprendeva la bellezza, invece adesso il concetto che il libro vuole esprimere per noi dell’accademia di Brera è il rapporto dell’oggetto con i sensi .

Il bello tramite il gusto, dove il gusto completa un risvolto cognitivo . Ci fai capire in maniera semplice questo importante concetto?

Nel momento in cui mi accosto al cibo, il gusto mi permette di avere un’elevazione cognitiva, quindi artistica al pari di altre espressioni artistiche, perché da un cibo fatto per alimentarsi e voglio parlare di una cosa simpatica tu sapevi che Leonardo da Vinci ha inventato il tovagliolo ? Si ha inventato il tovagliolo di 50 cm per 50 cm perché all’epoca si mangiava con le mani e prima del tovagliolo come si pulivano la mani? Strofinandosi sulla manica oppure mettevano sotto al tavolino dei gatti su cui si pulivano le mani . Leonardo scrive una lettera dicendo: “Io sono allibito di questa situazione” ed inventa il tovagliolo . Quindi anche le posate, i piatti, il contorno è un godimento esteriore si mangia anche con gli occhi . Il gusto è chiaramente un senso che è collegato direttamente all’inconscio, ma faccio l’esempio inverso la sindrome di Stendhal: perché un opera d’arte ci provoca un’affezione psicosomatica davanti ad un opera d’arte di rara bellezza ? Il corpo non è esente dalla bellezza è il suo modo di esprimere il rapporto con la bellezza.

A questo punto non ci reste che degustare e fare anche noi un’esperienza di gusto che diventa arte . Ora vorrei da voi un saluto ai nostri lettori.

Giuseppe Maglione

Un saluto innanzitutto a chi mi ha dato la possibilità di andare avanti perché io ho creduto tanto in questo progetto, è un progetto che per 6 mesi mi ha fatto crescere tanto l’ho portato avanti credendoci con tutte le mie forze e con tutte le mie risorse . Ed ora posso dire che è stata una vittoria, aldilà di quello che sarà . Io invito sempre le persone a fare un’esperienza diversa. La nostra Daniele Gourmet non è una semplice pizza, noi cerchiamo sempre di far sentire i sapori. Le cose che sono state scritte nel libro sono molto sentite da Daniele Gourmet, il fatto di ascoltare il cibo, l’abbinamento del vino. belle cose che porto avanti con soddisfazione .

Marco Eugenio?

Lascio un saluto da Milano che è una città bellissima tanto quanto Napoli sono due belle eccellenze. Il mio è un augurio ad avere sempre un’anima ed una mente aperta alla bellezza in tutte le mille forme anche quella dell’amore, ai rapporti umani ed essere sempre aperti e disponibili all’incontro con la bellezza perché è il vero senso della vita .


Grazie infinite dal mondo incantato dei libri.

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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