Lenz, di Georg Büchner

Autore: Georg Büchner

Titolo: Lenz

Editore: Adelphi

Pagg.: 100 – Brossura

Prezzo: €. 10,00

Lenz è un’opera incompleta e postuma, del 1839, di Georg Büchner. E’ un racconto breve ambientato in Alsazia, che narra dell’effettivo  equilibrio labile che oscilla tra mente sana e mente malata , fino a sfociare in schizofrenia con relativi tentativi di suicidio del protagonista. Ciò che si riflette molto in questo scritto è la trasposizione delle conoscenze dell’autore e le influenze di una corrente letteraria, nota come Sturm und Drang -Tempesta e Impeto- (da cui sarebbe poi nato il Romanticismo tedesco), visto il linguaggio utilizzato, oltre che la tendenza del protagonista all’interiorizzazione. Basandosi sul diario personale del Pastore Oberlin, che ospitò per un periodo di tempo lo scrittore e drammaturo Jackob Lenz, Büchner narra il reale dramma del protagonista, Lenz appunto, in una lotta continua tra il suo caos interiore ed il tentativo di assicurarsi un equilibrio, ahimè, fin troppo instabile e precario. Questo dualismo è fortemente evidente nell’alternanza giorno-notte, dove mentre di giorno riesce a placare la sua inquietudine, la notte è tormentato dai suoi fantasmi  che lo destano dal sonno facendolo precipitare nella disperazione più nera. E’ vittima prigioniera del suo stesso malessere, quel malessere che solo molto tempo dopo la stesura di questo racconto, verrà identificato e trattato dalla medicina come psicosi schizofrenica. E’ devastato dalla paura Lenz, e per sentire di essere ancora in vita arriva all’autolesionismo:      “……..Sbatteva contro le pietre, si graffiava con le unghie, il dolore cominciava a restituirgli la coscienza……”    A rivelarsi, fin dalle primissime frasi del libro, è l’angoscia, il dolore, il senso di vuoto, la noia , l’indifferenza, l’apatia, la disperazione fino a giungere anche al delirio di onnipotenza:    “…….Quando viene a sapere che in un villaggio vicino una bambina è morta, Lenz ci va e tenta di resuscitarla con le sue parole, illudendosi di essere il nuovo Gesù Cristo……”        Il racconto si chiude con l’aggravarsi della malattia di Lenz, il quale si perde tra le montagne dove fa strani incontri con personaggi inquietanti e singolari:   “…… Pareva del tutto ragionevole, parlò con la gente, faceva tutto come facevano gli altri, ma c’era un vuoto orribile in lui, non sentiva alcuna paura, alcun desiderio. La sua esistenza gli era un peso necessario, così continuò a vivere……”    In quest’opera, Büchner, mette in evidenza, anticipando i tempi, la propensione a “vivere” per forza di inerzia, facendosi trasportare dagli eventi quotidiani che finiscono spesso con l’imprigionare l’uomo nella spirale di una vita vorticosa e sempre al limite di quella reale capacità/volontà di essere pienamente vissuta.

Teresa Anania

 

Georg Büchner (1813 – 1837) è l’autore del Woyzeck, la famosa tragedia della psicosi, cento anni prima di Freud. Ricostruisce con il Danton il tormento della Rivoluzione fallita. A sedici anni incendia l’Assia, distribuendo volantini rivoluzionari che denunciano lo sfruttamento dei servi della gleba, e che affermano i diritti dell’uomo (proprio come farà il giovane Marx). Muore a 23 anni, quando è già docente di Anatomia Comparata all’Università di Zurigo. E’ affascinato dalla follia, dall’alienazione e dalla poesia che poi verrà detta romantica. Quella di Lenz (l’amico-nemico di Goethe) è il suo ultimo grande studio frammentario sulla schizofrenia.

TRAMA:

Apparso postumo nel 1839 – il suo autore era scomparso due anni prima, appena ventiquattrenne – il “Lenz” è con tutta probabilità il frammento di un testo più ampio rimasto incompiuto e l’unico racconto di uno scrittore forse più noto per la sua produzione teatrale: “La morte di Danton”, “Leonce e Lena” e quel “Woyzech” che ispirerà fra gli altri Alban Berg e gli Espressionisti. Anche qui, come negli altri suoi lavori, Büchner si basa su un fatto storico concreto, l’insorgenza della follia nel poeta del primo Romanticismo Jakob Michael Reinhold Lenz, amico e rivale di Goethe ed anima dello Sturm und Drang. Nel bicentenario dalla nascita dello scrittore e quale primo lavoro di una casa editrice nascente, la scelta del “Lenz”, considerato da alcuni come un possibile esordio della modernità letteraria, vuole essere un paradigma sul quale basare scelte editoriali per un futuro catalogo, eleggendo il frammento e l’incompiutezza – stile e storia dell’anti-opera – quali segni distintivi della letteratura a venire. Corredano la novella, qui presentata nella storica versione di Alberto Spaini assieme a inedite illustrazioni fatte per l’occasione, i discorsi pronunciati da Gottfried Benn e Martin Walser per il conferimento del più importante premio letterario tedesco, significativamente intitolato a Büchner.

 

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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