Le tribolazioni di un italiano in Cina, Andrea Pasquale

Le tribolazioni di un italiano in Cina, Andrea Pasquale

Un libro di viaggio, una storia autobiografica, il primo impatto con la Cina.

Butre dopo una miriade di colloqui di lavoro fallimentari in Italia, decide di rispondere ad un’annuncio della Sisnedu una fantomatica società cinese. Dopo lunghe trattative si convince e parte per la Cina, li scoprirà ovviamente un mondo completamente diverso da quello prospettato via email e colloqui su skype.

Lo accoglie all’aeroporto un personaggio losco che si presenta come l’autista della società il fantomatico Peter, con cui da subito il nostro eroe avrà un pessimo rapporto. Tra vicissitudini al limite della sopportazione umana ,Peter gestirà anche il tempo libero , lui e Camilla una stagista come lui , sono quasi prigionieri di questo losco personaggio, il Butre cercherà il modo di vendicarsi e smascherarlo.

Ma il fulcro del romanzo è l’apertura mentale, la capacità di affrontare una nuova cultura con spirito aperto e positivo. Nonostante i problemi e la brutta esperienza Butre riesce ad intessere rapporti importanti con persone del luogo. Emma con cui da subito ci sarà un coinvolgimento sentimentale, Camilla la compagna di avventure sventure, La mamma di Emma, Silvia con cui da subito è entrato in sintonia. Fabio ed una vecchina cinese che ogni volta che passa davanti alla sua casa gli offre una ciotola di riso con affetto, una ragazza cinese incontrata appena arrivato in Cina e poi dimenticata lo aiuta in maniera disinteressata, il preside della scuola dove insegna italiano che alla fine gli offre un lavoro.

In maniera ironica e esilarante l’autore racconta vizi e virtù del popolo cinese, una cultura completamente diversa dalla nostra, soprattutto nelle cose quotidiane, ti fermi nella lettura per ridere.

Nel corso di questi miei racconti, vi ho descritto molti aneddoti bizzarri sulle abitudini dei cinesi: lo sputo, la cagodoccia, le feci di triceratopo, la guerra fredda, i bagnamani, e così via. Pur trovandole strane e ridendone bonariamente, esse sono la ragione stessa per cui continuo a viaggiare. Mi ha sempre annoiato la compagnia di chi mi dà solo ragione, così come non mi è mai interessata una vita in cui tutto vada secondo piani e convenzioni prestabiliti. Non esagero quando dico che vivere la diversità e vedere cose nuove è la mia personalissima forma di sentirmi vivo e finanche di pregare. Portatemi a vedere un panorama inaspettato e le meraviglie del mondo, oppure fatemi avvicinare a gente che contraddice ogni mio credo, e in quel frangente per me sarà come connettermi al Big Boss in persona.

Credetemi dunque quando vi dico che in questi mesi di Cina ho amato tutto ciò che ho visto e vissuto.

Nella postfazione Andrea Pasquale spiega che tutto quello che ha raccontato è realmente accaduto ,  e racconta  che dopo il primo impatto con questo grande paese, vivendo in Cina per molti anni  ha capito ed apprezzato il modo di vivere cinese ed ha cambiato idea su gran parte dei giudizi presenti nel libro.

La prima volta che sono tornato in Italia dopo quasi un anno di Cina e dopo che i cinesi mi avevano trattato come un re perché potessi dimenticare le mie disavventure con Peter, ho provato un profondo senso di vergogna. In una tabaccheria di Roma, due commessi, un ragazzo e una ragazza che si esprimevano a poco più di fastidiosi grugniti, hanno insultato con spocchia due asiatici che tra l’altro avevano chiesto informazioni in un ottimo inglese, rei evidentemente di non aver studiato a scuola il romanaccio di strada. Per carità, è stato solo un piccolo episodio che a me è capitato spesso in giro per il mondo dato che gli stronzi sono ovunque, però, mentre in Cina è un atteggiamento dettato dalla chiusura culturale (che ancora c’è, inutile negarlo) e dai modi bruschi che hanno gli uni con gli altri, da noi è invece frutto di una spocchia e di un senso di pomposa arroganza e di superiorità che non si sa dove possa pescare le due giustificazioni. Il nostro paese vive un’epoca di oscurantismo preoccupante che si sta radicando nella mentalità delle persone ordinarie. Mentre la Cina si sta aprendo al futuro, noi ci stiamo chiudendo a riccio

Un libro da leggere assolutamente, scritto bene, simpatico, ironico ed autoironico , mette in risalto l’apertura mentale verso il diverso , l’accettazione ed inserimento in una società completamente opposta alla nostra, il riuscire a capire che in fondo tutto il mondo è paese, ovunque vivono persone perbene e persone losche e truffaldine. L’arricchimento che ti regala vivere e girare per il mondo con animo aperto e ricettivo. Ed in un questo momento in cui nel nostro paese si ha paura dello straniero non è poca cosa.

Io lo consiglio vivamente.

Andrea Pasquale

Andrea Pasquale nasce all’inizio degli anni Ottanta in Molise. Fin da bambino dimostra scarsa propensione per lo sport e una passione sfrenata per il mondo nerd, che ben gli valgono l’attenzione dei bulletti e il soffocamento di ogni speranza di contatto con il mondo femminile. Nel 2001 si iscrive a Relazioni Internazionali. Nel 2006 vince la borsa di studio Erasmus e fa festa a Granada per dieci mesi. Qui, tra cocktail mefistofelici e donne di facile seduzione, impazzisce e dall’anno seguente comincia a prendere più aerei che autobus. Si ritrova così ad essere guida turistica in Francia, muratore in Spagna, cameriere in Giappone, studente in Scozia, stagista in Uruguay e Belgio e turista incallito. Nel frattempo, trova anche il modo di regalare qualche migliaio di euro a un costoso quanto inutile Master fighetto. Nel 2010 vola in Cina e, dopo un turbolento periodo iniziale di adattamento, trova finalmente qualcuno disposto a pagarlo non in buoni pasto. Correntemente prosegue il suo lavoro come insegnante di italiano, spagnolo e inglese presso varie scuole e università cinesi e continua imperterrito a viaggiare per il mondo.

La trama

Il Butre è un giovane neolaureato degli anni Duemila dall’animo nerd e dagli ingenui sogni di gloria. A seguito di mesi e mesi di fallimentari colloqui di lavoro, un invitante stage in Cina lo convince a fare le valigie e volare a Pechino. Ad accoglierlo trova il fastidioso Peter, autista cinese dall’inglese incerto, il quale ben presto si rivelerà essere un truffaldino tuttofare, un pessimo uomo e un campione mondiale di sputi. Il Butre diventerà così protagonista di un tragicomico viaggio fra Pechino, Tianjin e Wuhan che lo porterà a scontrarsi con i raggiri del suo autista, a imbattersi in un amore inaspettato e a incappare in situazioni ai limiti dell’umana sopportazione. Durante il suo tentativo di punire Peter, scoprirà infine il lato chiaro di quel grande mistero chiamato Cina. “Le Tribolazioni di un italiano in Cina” è una storia autobiografica realmente accaduta e rappresenta l’inizio di un’avventura molto più grande che ha portato l’autore a vivere nel “Celeste Impero” per molti anni a seguire.

 

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

Una risposta a “Le tribolazioni di un italiano in Cina, Andrea Pasquale”

  1. Intelligente e scanzonato, profondo ed ironico.
    Lettura piacevole ed avvincente che ti porta alla fine senza interruzioni. Anche una frustata alla pochezza della politica italiana.
    Da non perdere.

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