Le congiunzioni della distanza di Mimma Leone

Le congiunzioni della distanza di Mimma Leone

Le congiunzioni della distanza di Mimma Leone, edito Alter Ego Edizioni.

Il romanzo delle assenze che scavano solchi nell’anima per sempre.

La lontananza e l’assenza prolungata danneggiano ogni amicizia, per quanto lo si ammetta così malvolentieri. Gli uomini che non vediamo più, anche nel caso fossero i nostri più cari amici. si disseccano, con il passare degli anni, poco per volta sino a diventare dei concetti.
(Arthur Schopenhauer)

Mimma Leone nel suo libro di valore, in odore di letteratura, compie un viaggio nel passato , nelle assenze che ti formano, i genitori , l’infanzia sono  il cemento che unisce i mattoni della nostra vita, e ci rendono quello che siamo da adulti.

Una storia che si snoda tra Venezia ed il Salento luogo delle origini e teatro di quell’infanzia senza l’amore di chi ti ha messo al mondo . Ma ciò che fa tornare Ginevra ai luoghi dell’infanzia è la scomparsa di un’amica, quasi sorella, Ginevra è allevata con amore dai genitori di Anna.

Forse un giorno avrei scritto pagine e pagine di bel­lezza su quelle parentesi di giovinezza che mi scuotevano il cuo­re con battiti di gioia bambina. Ma soprattutto quello che non ricordavo più, di quello dovevo scrivere. Scendendo nell’inferno da cui mi ero allontanata, pensando di farmi del bene. Riprendendomi anche i frammenti di quei giorni in cui ero sola nel mio mondo, quando le risate degli altri mi ferivano e mia madre non c’era mai. Mentre agganciavo il trench alla cappottiera, respirai l’odore dell’aria consumata dall’assenza e dall’abbandono.

Un memoir, un giallo, un romanzo di formazione, questo romanzo è la somma di questi generi letterari, si snoda raccontando si una storia, ma soprattutto raccontando i delitti della famiglia d’origine, non si possono mettere al mondo figli per poi decidere che la genitorialità non fa per noi , non si può scappare da chi hai messo al mondo, ed è proprio questo il delitto familiare che Ginevra subisce da bambina.

Anna mi riportava indietro nel tempo, molto indietro. A un tempo che veniva prima di me. A un viaggio che era iniziato alla fine di un giorno, e agli al­bori degli anni Settanta. Un viaggio che avevo immaginato tante volte, una favola che raccontavo a me stessa. I miei genitori erano due ragazzi che dovevano diventare adul­ti. Avevano deciso di percorrere gran parte della strada di notte, al fresco di un settembre inoltrato. Avevano sostato in un auto­grill per prendere qualcosa da mangiare. Il giovane barista dovette guardarli con l’occhio vigile tipico del mestiere, senza lasciarsi sfuggire la bellezza sofferta di lei né il passo fiero di lui. Un contrasto interessante: erano molto diversi, ma qualcosa di invisibile sapeva unirli.

Il ritorno in Salento alla ricerca di Anna, con cui nel corso degli anni ha avuto un rapporto epistolare a senso unico , in quanto Anna scriveva e Ginevra ignorava le sue lettere lasciandole senza risposta.

Ma Anna è un richiamo troppo forte, non può far finta di nulla, in ricordo dei momenti solo loro trascorsi da bambine, Ginevra parte, si unisce ad una spedizione archeologica e va a cercarla nell’unico posto dove Anna avrebbe potuto nascondersi ,la grotta dove loro avevano nascosto da bambine la statua del diavolo . Durante questo ritorno a casa , Ginevra mette in discussione tutta la sua vita, i suoi amori; un amore non amore come quello con Davide, la sua conoscenza con Antonio che scopre di non aver mai conosciuto veramente.

Ginevra ha una vita lavorativa più che soddisfacente, è una ricercatrice di un certo livello  della facoltà di antropologia di Venezia, scrive pubblicazioni ed è molto stimata nell’ambiente, tanto da far conferenze in giro per il mondo.

Ma Anna torna prepotentemente nella sua vita, smuovendo tutte le sue certezze, la figura di Emma che le fa da madre , le prepotenze a cui è costretta ad assistere ,una vita sepolta che torna in superficie in un attimo.

Odio e invidio chi lascia. Ne ammiro la forza e ne temo le po­tenzialità. E se anche mio padre mi aveva abbandonata, lui che sembrava vivere solo per l’Alfa e per me, allora potevano farlo tutti. E anche per lui ho sofferto, eccome.

Mimma Leone traccia la figura di Ginevra in maniera magnifica, una donna forte, sicura di sè, stimata nel lavoro , con un rapporto di amore – amicizia con Davide , un’amicizia sincera con Samira e suo marito che ama fare il santone.

Le congiunzioni della distanza, basta un attimo affinché tutte le distanze tra passato e presente vengano annullate, tutto torna prepotentemente a galla. La distanza ha allontanato fisicamente Ginevra ed Anna ma il richiamo è prepotente, Ginevra non può non rispondere al suo richiamo , deve trovarla o almeno capire cosa ne è stato di lei.

Un libro magnifico che, ti fa compiere quei viaggi dell’anima che mai hai osato fare. Io l’ho letto in un periodo difficile e particolare della mia vita, e mi ha spinto a guardarmi dentro, a compiere il mio viaggio interiore, alla ricerca degli eventi che mi hanno reso la persona che sono oggi.

Le origini, le partenze che sono sempre un po’ delle fughe da ciò che ci fa soffrire, ed infine i ritorni ti aiutano ad annodare tutti i fili che sono ancora sospesi.

Io intanto provo a vivere, a guardare oltre il sole, a cercare qualcosa. E non è nella ricerca, la felicità, anche se fa venire il mal di mare?

L’autrice con uno stile di scrittura piacevole e coinvolgente ti racconta te stesso, attraverso la vita di Ginevra ed Anna, racconta senza troppi giri di parole il rapporto sempre complicato che si instaurea tra due donne così diverse , ma in fondo unite tutta la vita , in maniera inconsapevole,  Le due protagoniste sono solo contornate dagli altri personaggi che abitano questo romanzo, un memoir in cui la parte gialla fa solo da contorno senza essere il fulcro del romanzo, anzi direi non del tutta portata a termine, il contrabbando di reperti archeologici, il web nascosto sono rimasti punti in sospeso nella chiusura del libro.

Ci sono momenti della vita in cui fare un viaggio nel passato, aiuta a vivere il presente serenamente. Ed io ne consiglio la lettura a chi non cerca né un giallo né una storia, ma lo consiglio a chi cerca sé stesso.

Titolo : Le congiunzioni della distanza

Autore : Mimma Leone

Editore : Alter Ego Edizioni

Collana : Spettri

Prezzo : € 14

Mimma Leone è laureata in filosofia. Ha seguito i corsi di regia, sceneggiatura e comunicazione presso la Scuola di Cinema diretta da Giuseppe Ferrara, a Brindisi. Ha conseguito il patentino di giornalista pubblicista lavorando per “Salento Informa”. Ha scritto una colonna sonora per la Omnia Production di Roma e diversi brani musicali con il cantautore Seba e con il dj producer Crazymind. Nel 2014 ha esordito con la raccolta di racconti brevi Il mare per le conchiglie, che ha ottenuto numerosi premi, tra i quali il “Marchio Microeditoria di Qualità 2015” e il Premio “Ecce Dominae”. Nel 2015 ha pubblicato L’angelo imperfetto, racconto lungo inserito nell’antologia Salento quante storie: 3.
Da gennaio 2018 è direttrice editoriale di “Rivista ea”, giornale di arte, filosofia, psicologia e letteratura, ed entra a far parte della redazione di “Paise miu”, testata giornalistica salentina.

La descrizione del libro

La storia di Ginevra, affascinante antropologa, inizia da un balcone che si affaccia sulla laguna veneziana. La vita di Ginevra ruota attorno al lavoro e al rapporto mai risolto con Davide, l’ex compagno, mentre le lettere di Anna Palumbo, amica d’infanzia, rappresentano il filo indissolubile che la trattiene a un passato mai dimenticato, nel Salento assolato degli anni Settanta.
Ma un giorno è proprio dal profondo Sud che irrompe la telefonata di Antonio, poliziotto e vecchia conoscenza di Ginevra: Anna è scomparsa nel nulla.
Gli unici indizi sembrano partire dalla Baia del Diavolo, uno dei luoghi più misteriosi delle coste salentine. Nella terra che l’ha vista nascere e andare via, Ginevra si abbandonerà ai ricordi, immergendosi in un tempo deformato dalla memoria, e riesumato dalle parole di una vecchia amica.
Le congiunzioni della distanza è la somma di più romanzi: un giallo, una storia di formazione, un memoir. Un testo dalle aspirazioni fortemente letterarie, nel quale l’incidente scatenante è solo il pretesto di un’opera ambiziosa, intima, necessaria. Un viaggio verticale dentro gli snodi della mente umana, un’analisi spietata e meravigliosa del rapporto che può legare due donne, un’immersione corale nelle lacune e nei vuoti che solo il tempo può generare.

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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