Lavinia Petti racconta la sua ragazza delle meraviglie .

Incontro Lavinia Petti alla Libreria Raffaello , un tavolino ,un caffé , un registratore e via alle parole , dove domande e risposte si confondono e sovrappongono non si capisce dove finisce la domanda e dove inizia la risposta e viceversa. Un’intervista empatica , parole tra due persone che si capiscono al volo ,in una confusione di ruoli autrice ed intervistatrice. Io la propongo così come è avvenuta senza troppi orpelli e aggiustamenti. Con la consapevolezza di aver conosciuto una bella persona oltre che una valevole scrittrice di sogni.

Lavinia Petti tu giovane, giovanissima, napoletana hai già all’attivo un grande successo “Il ladro di nebbia” che è stato tradotto in varie lingue , è stato un successo incredibile . Come l’hai vissuto il successo del libro? Inaspettato o ci credevi?

Totalmente inaspettato e surreale, al punto tale, che ero quasi slegata da me stessa , stavano capitando delle belle cose , ma tutte le tappe di questo viaggio, era come non stessero capitando a me; ma anche adesso a dirti la verità è come se faticassi ancora a crederci , è successo improvvisamente . Io scrivo da quando ero piccolin da quando avevo sei o sette anni ,quindi non ti posso dire che è una cosa nata da poco, me la sono portato dietro per tutta la vita , ho partecipato a tanti concorsi, ho provato a mandare tutto quello che avevo scritto ad editori, poi ho smesso di crederci e dopo anni che non toccavo più questo romanzo, stava in un cassetto da quando praticamente avevo 17 anni, ho partecipato per gioco a questo concorso e nella giuria c’era il direttore editoriale Longanesi : quando da un giorno all’altro mi hanno chiamata dicendomi che avrebbero pubblicato il mio libro, non è stato come un risveglio , è stato addormentarmi più che altro, riprendere a fare un sogno che avevo interrotto, e l’ho sempre vissuto un pochino così , forse ora con il secondo romanzo sto cominciando a realizzare quello che sta succedendo.

Ti è successa una cosa bellissima , un miliardo di cose bellissime così tante da non riuscire nemmeno a contenerle, sei partita direttamente con Longanesi non hai fatto il passaggio dalla piccola alla grande editoria. Ed ora ci riproviamo è uscito da poco il tuo secondo libro “ La ragazza delle meraviglie”. Bello io l’ho letto, mi è piaciuto molto, prima di tutto perché ci sta Napoli , hai raccontato il lato un po’ oscuro ed esoterico di Napoli e ti chiedo : Tu come la vedi Napoli.

Io la vedo come l’ho descritta, il motivo per cui ho scritto questo romanzo , è stato proprio perché volevo dare una mia personale interpretazione della città, ce ne sono tante , secondo me stiamo vivendo un momento molto fertile dal punto di vista letterario, Napoli sta partorendo tanti autori che stanno fiorendo e ognuno di loro la racconta a suo modo, a seconda di come lui la vede, ogni autore vede il mondo in un suo modo personale e lo racconta.

Tu Napoli la vedi un po esoterica (io la vedo magica aggiunge Lavinia) , dove tutto può accadere , è piena di storia ,è vissuta da personaggi singolari,ognuno con una loro storia, l’antiquario mi ha colpito quella figura, “ ognuno con un segreto” come un po tutti , ognuno nel nostro piccolo ha sempre qualcosa di nascosto che non riesce a dire nemmeno alle persone care e forse nemmeno a se stesso, e tu hai creato proprio quest’atmosfera, bella di questa ragazza che è stata adottata e qui appare una cosa a cui sono molto legata la ruota degli Esposti, perché fa parte della nostra storia , un pezzo dimenticato della nostra storia che molti non conoscono aggiunge Lavinia, gli Esposito vengono da là: Esposti – Esposito generazioni e generazioni fa dove era permesso offrire il figlio abbondonato a qualcuno che lo avrebbe curato ed amato. Era un gesto d’amore paradossalmente chiosa Lavinia, era un gesto d’amore: anche la lettertura ci racconta di queste mamme che in lacrime portano i figli li lasciano alla ruota e scappano via e questa è l’immagine che ho sempre avuto di una madre costretta ad abbandonare, stiamo parlando di un’epoca in cui c’era miseria , fame e molte madri abbandonavano i figli anche solo per una stagione invernale per esempio per poi riprenderseli con la primavera , con l’estate magari in un momento più favorevole per potersene di nuovo prendersene cura aggiunge Lavinia, oppure speravano che qualcuno se ne prendesse cura meglio di loro, era la rinuncia un gesto d’amore. Per una madre rinunciare al proprio figlio diciamolo non è affatto semplice, no non lo è interviene Lavinia proprio l’altra volta ne parlava Viola Ardone essere madre oggi è diverso da essere madre a quei tempi, la maternità veniva vissuta in un modo più distaccato ,anche per l’alto tasso di mortalità infantile. Quindi ci porti sempre nella Napoli magica in entrambi i libri, nella Napoli più difficile, non ti soffermi sulla Napoli bene, ma su una città che è riuscita a sopravvivere nonostante tutto come mai questa scelta?


La sentivo più vera, era più Napoli, parlare della Napoli bene sarebbe stato come parlare di una città qualunque, con le sue pecularietà, ma comunque simili a quelli di un’altra città, invece parlare di miseria: ogni famiglia è triste , ogni famiglia è felice allo stesso modo , ogni famiglia è triste a modo suo . Ogni popolo ha miserie diverse che in un certo senso lo identificano , lo rendono unico e ho vissuto per 4 anni al centro storico trasferendomi da una zona bene , io vengo da una zona tra Vomero e Chiaia , quindi mi sembrava di essere stata addormentata per tutta la vita, non ho mai veramente vissuto è un’altra città . Tutti i quartieri di Napoli sono dei singoli paesi che uniti danno vita alla città che è Napoli . Nella Napoli del centro storico c’è la vita, fermento ,caos , calore, rabbia , ci sta tanta rabbia sociale , tanta vita della gente della strada, anche qui (siamo al Vomero ) c’è vita ma in modo diverso e secondo me al centro storico si trova molto l’anima della città, il sapersi arrangiare , usare l’immaginazione per cavarsela e quindi questo aspetto : l’immaginazione mi stimolava tantissimo e mi apriva su altri mondi ed altre storie e quindi era il luogo ideale per ambientare la mia storia , però anche il punto di partenza diciamo che è quello del Moiariello , la zona dove è nata la mia ragazza,la bambina ,lì è cresciuta con la famiglia adottiva, è una zona poco conosciuta, una sorta di campagna all’interno della città , il Moiarello è chiamato la posillipo dei poveri, ho cercato tutti luoghi che fossero poco conosciuti, sono andata ad infilarmi dentro i vicoli più remoti .


Tu racconti , ti riporto sulla Napoli esoterica ,tu racconti questa bambina che sin da piccola rifiuta il suo nome non vuole chiamarsi Francesca, decide di chiamarsi Fanny , è sempre in cerca di cose ,come se atavicamente lei già sapesse che ci sono cose da scoprire, che qualcosa deve sapere , la gente del vicolo ed anche i parenti la chiamavano Ianara. Questo mi porta proprio alla Napoli esoterica. Come mi ci hai portato in questo frammento : la janara ,la persona che forse ha dentro di se qualcosa di speciale che gli altri non hanno.


Quando ho deciso di raccontare la città in questa chiave ,ho deciso anche di abbracciare tutti gli aspetti , gli elementi che ne facevano parte : il monaciello , .la bella mbriana, la janara,il culto dei morti ,perché facevano parte di un’immaginario di spiriti che possono essere veri e possono non esserlo . Il motto del napoletano è proprio non è vero ma ci credo è il suo modus vivente .

Io mi sono proprio appassionata mentre leggevo il tuo libro ,tu non immagini quanto amo i libri così , infilarmi negli antri della mia città, le cose più nascoste ,le cose che mi raccontava la nonna. Esatto chiosa Lavinia mi sono basata molto sui racconti di persone che ho conosciuto , ho avuto la fortuna di conoscere persone che vengono dai quartieri , dal centro storico ed io stavo sempre a sentire le loro storie. I miei nonni vengono da fuori Napoli, quindi non hanno questa tradizione familiare , ho avuto la fortuna di conoscere persone che invece sono napoletani veraci e amano raccontare .


Fanny già da piccola andava a cercare, poi ha trovato questa scatola sotto il letto che contiene due oggetti : una moneta ed una chiave. Qui tu hai creato la magia di questa chiave che non si sa cosa apre e di questa moneta antichissima . A me è piaciuto molto ce lo vuoi raccontare come è nata questa idea?


Diciamo che questo romanzo ha avuto una gestazione difficilissima , ha avuto ben tre stesure all’inizio si alternava la storia di Fanny con quella dei suoi genitori , poi ho pensato che sarebbe stato molto più allettante per il lettore scoprire insieme a lei chi fossero i suoi veri genitori ,quindi avevo bisogno di indizi , è vero che è un romanzo fantastico che parla di Napoli , di formazione ,ma è anche un poco un giallo , un noir lei ha due oggetti da cui partire per ricostruire la sua storia , è una ricerca del suo io , come se il suo legame fosse forte con la terra fosse la chiave per riuscire a scoprire fino in fondo quello che è celato.
La cosa emblematica è che lei si sente sé stessa nella grotta , nei luoghi bui , perché forse nel buio riesce a vedere meglio ,lei è super attiva ,frenetica ,non si ferma mai ,nel momento in cui si ferma un’attimo queste grotte la chiamano , ed essere ianara l’aiuta nella ricerca ,va bene la ricerca ,vanno bene gli oggetti,ma deve esserci qualcosa che le permette di essere sempre al posto giusto nel momento giusto , doveva avere qualcosa di speciale di magico era fondamentale questa cosa.


Tu sei molto giovane con una scrittura matura , che ti accompagna,instilla la curiosità e ti fa entrare nel libro. Prima di tutto complimenti per questa cosa perché alla tua età così giovane, è bello , non hai che da crescere tu , hai un futuro bellissimo davanti ed io te lo auguro di cuore . La domanda è questa quando e come tu hai detto da bambina è nato il tuo stile narrativo
.


Ero molto piccola mia madre raccontava sempre delle storie a me e mio fratello ogni sera, solo che io pretendevo delle storie inventate, non volevo che le leggesse, perché quelle che leggeva erano sempre le stesse , lei ovviamente arrivava la sera stanca morta e doveva inventarsi queste storie, per anni si è immolata, finché un giorno disse Lavinia inventatela tu una storia e ricordo che tornando da ginnastica artistica lei mi comprava sempre gli ovetti kinder dove usciva la sorpresa , collezionavo tutte le sorprese e mi diceva che nel creare una storia dovevo legare tutti gli elementi che avevo a disposizione. unendone due o tre e raccontandone la storia . Per me costruire queste storie era come unire dei puntini : stabilisci chi sono i protagonisti , quali sono le svolte narrative, poi le devi unire e le devi incastrare, quindi è stato un allenamento che io ho fatto sin da piccola raccontando storie a mio fratello , ai miei cugini ,a scuola , ricordo la maestra elementare diceva che ero brava a scrivere , era tutta immaginazione,a scrivere si impara leggendo tanto , questa cosa di portare il lettore nel tuo mondo è qualcosa che per me è fondamentale, è quello che amavo io da bambina , quando leggevo un libro mi piaceva svanire ,immaginavo il mio corpo che si smaterializzava e finiva all’interno del romanzo; io cerco di fare lo stesso con i miei lettori .


Ora voglio farti una domanda un pò monella : dopo il grande successo del ladro di nebbia, nel presentare il nuovo libro non hai avuto paura di non riuscire a ripeterti?


Questa è una cosa a cui si pensa, il primo romanzo paradossalmente è più facile perché sei un’esordiente , ed a meno che non sei lanciato da una grande casa editrice che fa su di te un’ operazione di marketing massiccia nessuno ti conosce e quindi il lettore corre un rischio quando decide di comprare il tuo libro, il secondo romanzo è già un po più difficile perché forse un pochino ti seguono di meno, un pochino ci sono lettori a cui sei piaciuta, ci sono altri lettori a cui non sei piaciuta,però ora per me la cosa più importante è essere soddisfatta della storia che ho raccontato, la cosa principale per quanto mi riguarda è essere riuscita a raccontare una bella storia.


Per esempio quando vedi la pubblicità è uscito il nuovo libro di Lavinia Petti dopo il grande successo del ladro di nebbia , questo come impatto non ti faceva un pò paura? Non temevi che i lettori in qualche maniera ne potesse essere deluso?


Si un po si , infatti all’inizio ero molto spaventata , poi mi sono molto tranquillizzata: sto ricevendo tantissimi messaggi dai lettori positivi.


Pensa che io prima di fare la recensione stavo aspettando di parlare prima con te , perché mi è piaciuto tanto per evitare di dire è stupendo, è inutile per chi legge, la recensione va argomentata . Ogni autore considera un libro come un figlio ed inevitabilmente metter qualcosa di sé , una vittoria darlo alle stampe, una vittoria già mandarlo alla casa editrice per l’editor, alla fine è una gestazione scrivere un libro, ma poi alla fine appartiene ai lettori ,ognuno lo legge in una maniera, appartiene al mondo come la vivi questa cosa.


Sto imparando a gestirla ,sto imparando a viverla, ho avuto più difficoltà a lasciare andare il ladro di nebbia perché è il primo romanzo , dove tu ci metti proprio tutto, ci metti l’anima. Nel secondo dai un pò di meno,ma questo non vuol dire che io lo ami di meno , è semplicemente diverso il mio rapporto con questo romanzo , sono stata più contenta di averlo lasciato andare, la vivo con più leggerezza,ma non dall’inizio , quando è stato pubblicato ero molto tesa ,poi man mano che i lettori cominciavano a leggerlo, ognuno di loro aveva il suo personaggio preferito, la sua scena preferita ,la cosa bella è che io creo una cosa che prima non c’era la invento e la tramando e per un po viviamo nello stesso mondo ed è per me una cosa fortissima, bellissima , il motivo per cui lo faccio è poter stare dentro un sogno, anche se è difficile a volte mi sento molto esposta, è più difficile con le persone che mi conoscono , perché loro possono trovare me nel mio libro,è’ difficile per me fare presentazioni qui a Napoli con amici,parenti, persone che mi conoscono , rispetto a quando vado fuori, là nessuno mi conosce e sono molto più rilassata. Tutti quelli che mi conoscono mi chiedono a chi mi sento più vicina al cattivo o alla buona, ogni persona siamo tutto ,ogni testa è un pianeta , abbiamo delle emozioni che riversiamo fuori , scrivere per me non è una passione è un sogno, se non lo faccio per troppo troppo è come se rimanessi in apnea per troppo tempo.


Il personaggio da te creato che ami di più.


A me piace molto la madre ,ti parlo di Pulcinella, l’antiquario, Tommaso,amo tutti i personaggi, Fanny è una parte di me, la madre è un personaggio che rimane nell’ombra però muove tutto,secondo me è il legame di magia che noi dicevamo che porta Fanny ad essere al posto giusto al momento giusto, anche la madre la porta, il suo rimanere quasi spettrale , quasi come un fantasma che l’aiuta e che la guida , un personaggio che mi piacerebbe esplorare di più, ti porta dentro un’emisfero molto grande con tanta tanta ambiguità , quando scrivevo di lei era come riversassi la parte più oscura di me, lei non è la cattiva il cattivo è un altro ma lei è qualcosa che avevo lasciato sedimentare . che avevo lasciato nel mucchio umido, che aveva bisogno di luce e di sole nonostante non si sia vista tantissimo, alla fine ha vissuto una vita particolare, una vita difficile per cui è stata costretta a fare certe scelte, potrebbe essere un personaggio su cui fare uno spin off, oppure una storia mi piacerebbe indagare di più su di lei .

Abbiamo parlato di Lavinia Petti ,abbiamo sviscerato il tuo libro , ora voglio chiederti chi è Lavinia donna.


Ahahahah questa è una domanda monella , sono una persona che non si ferma mai praticamente , in alcuni momenti sono molto coraggiosa in altri sono spaventata da tutto, cerco di trovare l’equilibrio tra le mie due parti contrastanti , ne ho tante di parti contrastanti e quindi in certi momenti mi sento molto instabile, in altri penso che sto facendo scelte difficili ma coraggiose.
Amo viaggiare, amo leggere, amo tantissimo le storie,amo il mare , questa città, sto cercando ancora la mia strada e credo che la cercherò per il resto della mia vita probabilmente , credo che la propria strada è più una cosa che si costruisce , però ho ancora tanto tempo per continuare a scrivere e, che queste siano solo tappe di un viaggio, ogni storia una tappa .


Io sono contenta di aver concluso questa nostra chiacchierata proprio con il parlare di te come donna non come scrittrice , grazie per la meravigliosa intervista,mi sono trovata con te in un’empatia totale , è venuta fuori una chiacchierata bellissima. Vorrei chiederti solo un saluto per i nostri lettori.


Perdetevi nelle storie in qualunque storia e tornate indietro diversi.


Grazie Lavinia sono felice di averti conosciuta.

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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