L’amore che dura di Lidia Ravera

L’amore che dura

Lidia Ravera
Non è un appuntamento d’amore, quello che si sono concessi Emma e Carlo. È piuttosto una resa dei conti. A quarant’anni da quando hanno scoperto l’amore insieme, a vent’anni dalla fine del loro matrimonio: quando Carlo è volato a New York a sfidare se stesso ed Emma è rimasta a Roma, a insegnare in una scuola di borgata. Oggi lui è un regista quasi famoso, lei un’idealista fuori dal tempo. Lui ha girato un film che racconta con nostalgia la loro love story adolescente, lei l’ha stroncato su una rivista online. Lui si è offeso, lei è pronta a scusarsi. Ma quella è la colpa minore. L’altra, ben più grave, si è piantata fra loro come una spina. Lui non la immagina neppure, lei vorrebbe confessare ma non sa come. All’appuntamento va in bicicletta, difesa da un gilet di velluto vintage, armata di una borsa a bandoliera che contiene quattro quaderni neri traboccanti di verità. Ma la resa dei conti non avrà luogo. Un incidente la impedisce, o forse la ritarda soltanto. Resta il mistero dell’amore che dura, che resiste, anche se più Carlo ed Emma si allontanano dalla prima giovinezza più aumenta la distanza fra loro. Che cosa continua a tenerli legati dai movimentati anni settanta fino al disincanto del presente? Quella che Emma chiama la chimica dei corpi? O qualcosa di più misterioso e tenace?
Teso come un thriller, forte di un montaggio cinematografico che tiene incollati alla pagina, L’amore che dura è la storia di un amore nato al tempo della rivoluzione femminista. Lidia Ravera coglie con esasperata sensibilità gli slittamenti della vita di coppia, interrogandosi sulle ragioni del sentimento amoroso: dura quando l’altro è il fantasma che insegui e che ti insegue, il tuo pezzo mancante?
LIDIA RAVERA
Nata a Torino, giornalista e scrittrice, ha raggiunto la notorietà nel 1976 con il suo romanzo d’esordio Porci con le ali, manifesto di una generazione e longseller con tre milioni di copie vendute in quarant’anni (oggi nei Tascabili Bompiani).
Ha scritto trenta opere di narrativa (tra cui gli ultimi quattro romanzi, Piangi pure, Il terzo tempo, Gli scaduti e L’amore che dura sono nel catalogo Bompiani, come il racconto La somma di due da cui è tratto l’omonimo spettacolo di e con Marina Massironi e Nicoletta Fabbri, diretto da Elisabetta Ratti). Ha lavorato per il cinema, il teatro e la televisione. Dirige la collana di romanzi rosa per ultrasessantenni Terzo tempo per Giunti. Il suo ultimo libro sempre per Bompiani è Tempo con bambina (2020).

Introduzione

“Se alzi un muro pensa a ciò che lasci fuori”
Italo Calvino

Può un amore iniziare a sedici anni e non finire mai più, nonostante non abbia i presupposti per resistere?
Possono gli esseri umani provare dei sentimenti talmente profondi da scegliere di comportarsi come se questi non esistessero?
Queste due domande mi hanno guidato, con il fiato sospeso, nella lettura di “L’amore Che dura”.

Recensione

Emma e Carlo si sono conosciuti da ragazzi, si sono innamorati e sposati, poi si sono lasciati.
Ma non si sono mai dimenticati.
Emma è cresciuta con il mito della santità: la sua esistenza ha un solo, sublime obiettivo, quello di immolarsi per gli altri.
Carlo è un uomo alfa, geniale e ambizioso: il senso del suo vivere è quello di diventare un personaggio di successo, un fuoriclasse.
Emma fa l’insegnante in una scuola difficile e crede nel suo lavoro, che sente come una missione.
Carlo è un regista pubblicitario che, dopo anni di gavetta, finalmente riesce a affermarsi nel cinema.
Emma vive in Italia. Carlo negli States.
Sono trascorsi venti lunghi anni dalla loro separazione e Carlo torna in Italia, per presentare Kids, il suo nuovo film, che racconta appunto la loro storia d’amore giovanile.
Decidono di incontrarsi, ma questo incontro non ci sarà, o meglio non avverrà come se lo erano immaginato.
“L’ha vista pedalare verso di lui ed era la ragazza di Kids. Ormai, per lui, questi ricordi coincidono con la realtà perché ne ha scritto, e quando evochi il passato per raccontarlo si addensa in una forma.
Diventa vero. Copre i vuoti della memoria.
Il racconto è l’unico reperto durevole.E’ la prova che qualcosa è esistito.
Tutto il resto è sfuggevole come il sogno”

“L’amore che dura” è innanzitutto la storia di un amore tra due persone che si ritrovano, ormai più che adulti, a fare i conti con un legame iniziato fra i banchi di scuola.
Nonostante i percorsi individuali di Emma e Carlo siano stati differenti, nonostante entrambi abbiano preso coscienza della circostanza che quei ragazzi, con quegli ideali e quei valori, non esistono più, il sentimento viscerale di abbandono,senza condizioni, dell’uno verso l’altra è rimasto intatto, sopravvivendo al tempo e al dolore.
Forse perché a vent’anni si è in grado di amare, indipendentemente da quanto il nostro partner sia simile a noi. Anzi, quanto più è differente, tanto più ci sentiamo attratti.
Ma arriva il momento di fare i conti con la quotidianità, nella quale la vita scorre più tranquillamente se si vogliono le stesse cose. E allora la diversità non è più così esaltante, diventando piuttosto una pesante zavorra per il raggiungimento dei propri obiettivi.
Attraverso la voce narrante di Emma, questo percorso dalla meravigliosa onnipotenza relazionale della giovinezza alla più pragmatica concezione di vita dell’età adulta si snoda con poetico realismo, mettendo a fuoco quanto l’amore possa essere il motore che muove l’esistenza, ma anche la sofferenza che accompagna un’intera vita.
E che, forse, si nutre, per rimanere vivo, proprio di quella sofferenza, rasentando un autolesionismo devastante.
“L’amore che dura” è anche la lucida rappresentazione delle dinamiche di una generazione nata con la rivoluzione in testa, ma che poi ha costruito un mondo pieno di ingiustizie e di finzioni, dove il consumismo domina i comportamenti e gli affetti.
E anche chi, come Emma, continua ad essere l’ultimo baluardo di quegli ideali che avrebbero dovuto rendere la società civile un luogo dove tutti hanno la stessa importanza e le stesse opportunità, a un certo punto è costretto a scendere a compromessi, in nome dell’amore per cui sembra tutto concesso.
Perchè quell’ideale di solidarietà e di libertà, pensato e desiderato quando si è giovani, quella purezza assoluta dei comportamenti e delle scelte che si decide di avere a vent’anni si scontrano inevitabilmente con la necessità di dover vivere in un contesto molto più crudele e cinico.
Ma soprattutto questo romanzo mette a fuoco l’approccio dominante alla genitorialità nella nostra società, spesso vissuta come un desiderio da soffocare, perché troppo ingombrante per le implicazioni che comporta.
Di fronte al quale però talvolta si finisce nostro malgrado per capitolare e per abbandonarci ad esso, nonostante essere genitori sia molto meno piacevole che essere liberi.

Conclusioni

Qualche giorno prima di aver terminato questo romanzo chiacchieravo con Elisa Santucci, la Direttrice di questo Blog e le confessavo che mi stava appassionando moltissimo al punto tale da essere dispiaciuta che lo stessi per terminare.
La nostra Direttrice mi ha risposto: – Rita…è logico, la Ravera è molto brava.
Effettivamente è proprio così. La Ravera è davvero molto brava, la sua penna è intensa, scevra da qualsiasi tipo di retorica, capace di far sentire il lettore, dall’inizio alla fine della storia, come se fosse un personaggio o addirittura il protagonista.
A me “L’amore Che dura” è piaciuto davvero molto.
Perché questo romanzo racconta le emozioni di una generazione confusa e complicata, della quale faccio parte.
Perché alla fine della lettura ci si sente orfani delle incoerenti idealità di Emma e della fascinosità maledetta di Carlo.
Perchè il finale non è assolutamente quello che avrebbe dovuto essere, a mio avviso.
E infatti un po’ mi ha deluso.
Ma la Ravera è “brava” anche per questo, perché non dà al lettore ciò che vuole, ma esclusivamente ciò che la sua ispirazione sente di raccontare.

Voto

5/5

Citazioni

“La gente ha un cattivo rapporto con la tristezza, la vuole scacciare sotto il tallone dei buoni propositi come un insetto nocivo, la vuole estirpare come un’erba infestante. Ma io no. Io ci tengo a questa tristezza riparatrice, la custodisco dentro di me, in una teca di vetro resistente alle interferenze esterne. E non permetto a nessuno di manometterla. Non intendo procedere a cancellazioni, io.

Recensione di Rita Scarpelli

Pubblicato da Rita Scarpelli

Sono Rita Scarpelli e vivo a Napoli, una città complessa ma, allo stesso tempo, quasi surreale con i suoi mille volti e le sue molteplici sfaccettature. Anche forse grazie a questa magia, da quando ero bambina ho amato la lettura e la scrittura . Nonostante gli studi in Economia e Commercio mi abbiano condotta verso altri saperi e altre esperienze professionali, il mio mondo interiore è sempre stato popolato dai personaggi e dalle storie dei libri che leggevo e ancora oggi credo fortemente che leggere sia un’esperienza meravigliosa. Parafrasando Umberto Eco, “Chi non legge avrà vissuto una sola vita, la propria, mentre chi legge avrà vissuto 5000 anni…perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. Lo scorso anno ho vissuto l’esperienza incredibile di pubblicare il mio romanzo di esordio “ E’ PASSATO”, nato dalla sinergia dell’ amore per la scrittura con la mia seconda grande passione che è la psicologia. E poiché non c’è niente di più bello di condividere quello che ama con gli altri, eccomi qui insieme a voi!

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