La puttana del Tedesco di Giovanni D’Alessandro

La puttana del tedesco

Giovanni D Alessandro
Settembre 1943, Abruzzo centrale, conca di Sulmona. Ada è una giovane vedova provata dalla vita, con due figli piccoli. Da quando ha perso il marito si è adattata a fare ogni lavoro, rinunciando completamente a se stessa. È però fiera e orgogliosa, e sa nascondere le ristrettezze in cui vive. A volte se ne va da sola sui monti, come una pazza, a raccogliere gli òrapi – una verdura selvatica – e a piangere, là dove finalmente nessuno la vede. Dopo l’armistizio, le truppe tedesche calano sull’Appennino centrale, per attestarvi la linea Gustav. L’Abruzzo si avvia a pagare alla guerra il suo tributo di devastazioni, violenze, eccidi consumati a danno della popolazione inerme; questo mentre i bombardamenti angloamericani riducono interi centri abitati a cumuli di macerie. Nel dolente microcosmo di Ada compare un giorno Helm, un soldato austriaco di venticinque anni, con indosso l’uniforme della Wehrmacht, il quale pian piano entra nel suo mondo. Una storia di tenerezza e amore che si afferma con tenacia, andando contro le logiche di un mondo in guerra.

Introduzione

Non tutti i tedeschi erano cattivi (così come non tutti gli alleati erano buoni) e molti di loro semplicemente si trovavano scaraventati a migliaia di chilometri da casa, ma nonostante questo erano costretti a compiere atti che non avrebbero mai voluto compiere.

Aneddoti personali

Lo scrittore grazie alla sensibilità poetica e narrativa con cui è riuscito a coinvolgere il lettore nelle vicende narrate nel romanzo “la puttana del tedesco” nel 2007 è riuscito a vincere il premio Fenice Europa 2007 che gli ha permesso di essere famoso in tutti i salotti letterari.
E’ stato difficile reperire il romanzo visto che è fuori produzione ma è valso la pena aggiudicarselo all’asta su ebay.

Recensione

Una meravigliosa storia degna di essere lette e riletta, infatti ho letto questo romanzo gustandomelo pian piano e sperando che non finisse mai, vista la delicatezza con cui viene raccontato un pezzo di storia italiana.
Devo dire che è diventato uno dei miei romanzi preferiti e adesso vi spiego il perché:
Come fa una giovane e ammaliante vedova con due bambini piccoli da sfamare a sopravvivere alle ristrettezze economiche della guerra? la risposta vi sembrerà scontata visto il titolo del libro ma in realtà non è così perché bisogna leggere e capire il perché lo scrittore ha voluto intitolare così questo romanzo.
Infatti, la protagonista di questo meraviglioso romanzo sopravvive grazie alle verdure raccolte in montagna, alla discreta e toccante presenza dei suoi suoceri e all’amore. L’amore per un soldato austriaco, che naturalmente per tutti è tedesco e quindi cattivo perché di tutta l’erba si fa un fascio. Un amore che porta Ada ad avere qualche piccolo privilegio alimentare ed enormi problemi con le maldicenze della gente nel paese in cui vive.
Ho trovato altamente raccapricciante e d’effetto la scena che descrive l’arrivo dei feriti dopo il bombardamento alla stazione ferroviaria (missione che aveva scopo di danneggiare la struttura per impedire l’utilizzo della linea a fini militari, ma che per errori di tempistica vide la strage insensata dei viaggiatori), prima le “ambulanze” chiuse, poi i carri scoperti che perdevano strisce di sangue sulle strade, non orrore gratuito da thriller, ma eterno monito a quanto la realtà possa essere stata terrificante. Profondamente attuale l’immagine della partita di pallone tra i soldati tedeschi e i ragazzini del quartiere, impossibile non porsi domanti spiazzanti di fronte alle parole di chi assiste a quello strano incontro.
Un romanzo davvero strabiliante e commovente che tocca anche gli animi più insensibili tanto è vero che molti sono i finali nel romanzo, il primo, incredibilmente romantico, l’altro quotidiano, l’ultimo da fiction.

Conclusioni

Un romanzo che vale la pena leggere. Un romanzo che ci porta indietro nel tempo per farci conoscere la nostra terra, le sofferenze che ha subito e la forza con cui ha saputo reagire. 

Voto

5/5

Citazioni

Tornerà, quando sarà il momento – disse allora a sé stessa – perché è innamorato. E nella vergogna che spesso accompagna la felicità, sorrise.

Recensione a cura di Grace Di Mauro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.