La morte bianca” di Eugenia Rico

La morte bianca” di Eugenia Rico

Eugenia Rico
Quando a diciassette anni suo fratello muore, l’autrice deve adattarsi a una realtà completamente nuova. Deve dimostrare a se stessa che si può vivere dopo la morte di una persona molto amata, e nella sua ricerca di senso pervasa da una miracolosa leggerezza scopre che la letteratura è l’unica macchina del tempo davvero funzionante: ed ecco comparire l’opera, La morte bianca, romanzo di autofiction sull’amore e sulla morte che nel 2002 ha consacrato Eugenia Rico come una delle maggiori scrittrici in Spagna, assicurandole il premio Azorin e il plauso de «El País», che lo ha inserito tra i migliori libri dell’anno, e che arriva oggi per la prima volta in Italia.
Eugenia Rico
Nata a Oviedo, in Spagna, è laureata in Legge. La morte bianca, una delle sue opere di maggiore successo di pubblico e critica, è uscito in Spagna nel 2002 ed è stato tradotto in diverse lingue. Dell’autrice, ricordiamo anche il saggio En el país de las vacas sin ojos (Premio Espiritualidad 2005), El otoño alemán (Premio de Novela Ateneo de Sevilla 2006) e Aunque seamos malditas. È stata la prima scrittrice spagnola ad aggiudicarsi l’International Writing Program presso l’Università dell’Iowa, al quale hanno preso parte scrittori come Raymond Carver e Flannery O’Connor, nel 2018 ha vinto il prestigioso Premio Letterario Internazionale Bauer . Vive e lavora a Venezia. Dell’autrice, Elliot ha già pubblicato i romanzi Gli amanti (2017) e Il sentiero del diavolo (2018)

Introduzione

L’autrice con questo romanzo ha reso immortale il fratello, è la descrizione di un dolore lancinante descritto con semplicità e eleganza. Le pagine, infatti, scorrono veloci tra passato e presente una sorta di diario romanzato di grande impatto emotivo e psicologico per chiunque lo legga.

Recensione

La protagonista del romanzo ovvero la scrittrice stessa in persona, dopo la morte improvvisa del fratello, ci racconta il suo iter emozionale che è durato anni. Nelle varie pagine che si susseguono la protagonista ci mostra come la sua vita è proseguita senza di lui. Perché immediatamente non capisce cosa è avvenuto dentro di lei ma poi negli anni elabora il lutto cercando di accettarlo e provando ad adattarsi ad una vita senza il fratello. In questo romanzo ho in particolarmente apprezzato l’amore simbiotico tra fratelli che descrive la scrittrice, in quanto pure se il fratello aveva un anno meno di lei, ed erano diversi fisicamente avevano un legame speciale quasi unico, che solo pochi fratelli riescono ad avere se non sono gemelli o sono stati educati dalla loro famiglia in questa maniera.
Il romanzo è strutturato senza capitoli ma è molto curato soprattutto nei dettagli e luoghi descritti ambientati in parte in Spagna e in parte in un viaggio che la protagonista fa all’isola dell’Elba in Italia.
È un romanzo molto intimo, scritto in prima persona con uno stile lineare e molto coinvolgente che cattura il lettore senza impietosirlo visto l’argomento trattato. Perché nel libro si parla della morte e la maggior parte delle volte la morte spaventa, disturba e sconvolge. Spesso nella vita quando si è giovani ci si sente immortali e si pensa di vivere in eterno e quindi di avere tutto il tempo necessario per fare quello che si vuole, ma in realtà non è così ed è il messaggio che l’autrice ci vuole trasmettere con questo romanzo.
Certi temi spesso sono difficili da trattare e soprattutto da affrontare quando invece bisognerebbe parlarne, perché vivere e morire fa parte della nostra vita. Se si ignora la morte, si ignora la vita e non siamo eterni e la vita è fugace.

Conclusioni

È consigliato a chiunque abbia perso qualcuno di molto caro e sia sopravvissuto continuando a vivere la vita di tutti i giorni, ma anche a chiunque abbia la voglia di capire quali sono i valori più importanti della vita, come l’affetto delle persone che ci circondano e soprattutto come sia importante vivere la vita appieno essendo l’unica che ci è stata donata.

Voto

5/5

Citazioni

Se mio fratello non fosse morto io non sarei chi sono, né scriverei quel che scrivo. Preferirei non fosse morto, sarei forse migliore e direi cose più importanti. Ma è morto e ho solo una cosa da dire. Questo è il libro. Scriverlo è stato un suicidio. Racconta il meglio e il peggio di ciò che ho passato. Le cose accadono senza che nessuno sappia perché e nessuno sarà più quel che era, né sentirà quel che sentiva prima. Dovrà persino dire grazie al dolore, lasciarlo sedere alla propria mensa e nutrirlo. Questo è il libro che ho sempre voluto scrivere. Lo scrivo per me ma, soprattutto, lo scrivo per lui.

Recensione di Grace Di Mauro

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