La fidanzata d’America di Giusy Cafari Panico

La fidanzata d’America

Giusy Cafaro Panico
Abruzzo, 1920. In un affresco di un’Italia sofferente, sull’orlo del fascismo, tra miseria, sogni e ideali, il ritorno in paese di un giovane prete che, per una ferita di guerra, ha dovuto abbandonare la sua folgorante carriera e il ruolo privilegiato di confessore della Regina, cambia per sempre il destino della sorella, promessa sposa a un giovane emigrante. Ada si prepara a raggiungere il suo innamorato a Filadelfia, ma quando lui è finalmente in grado di spedirle i soldi per il viaggio, nasce il dilemma. La famiglia osteggia l’unione, gli interrogati vi senza risposte sono troppi. In più il promesso sposo è imparentato con una famiglia di briganti e in America è iscritto ai sindacati e lotta per i diritti dei lavoratori. Ad Ada si prospetta una nuova possibilità. Partire o restare?

Introduzione

Vi era un tempo in cui i migranti eravamo noi, personaggi senza scrupoli che si arricchivano sulla pelle della povera gente, vestiti bene con anello d’oro al dito facevano credere che all’aldilà dell’oceano c’era l’eldorado, la ricchezza, il benessere. Era la corsa all’America, al sogno di abbandonare per sempre la povertà, ma la realtà era ben diversa, li facevano partire, 6 mesi sulle navi tra pulci e pidocchi e poi baracche e sfruttamento nelle fabbriche senza la possibilità di poter tornare indietro: era un viaggio di sola andata. A me questa cosa fa riflettere, all’inizio del secolo scorso eravamo noi i migranti, le navi erano i barconi di oggi e i disperati in cerca di una speranza eravamo noi.

Recensione

La fidanzata d’America ci racconta una storia di speranze disilluse , di fidanzate in attesa dei soldi per poter partire, le lettere sono l’unico nutrimento di questi amori ormai dimenticati. Il tempo passa e queste ragazze manco ricordano più il viso dell’amato, vivono da vedove nel loro paese.
Siamo in Abruzzo nel 1920, la povertà si toccava con mano. Ada si prepara a raggiungere Bettuccio a Filadelfia, ma la famiglia contrasta quest’unione e spera che il tempo risolva tutto, oltretutto il ragazzo ha una lontana parentela con una famiglia di briganti. L’arrivo del fratello prete che per una ferita da guerra è costretto ad abbandonare il ruolo prestigioso a corte , cambia le sorti di Ada e dei suoi progetti matrimoniali.
“ Non posso permettere che tu faccia un errore troppo grande”
“ Padre cosa intendete?”
“ L’America è lontana, e non so cosa andrai a fare. Nessuno della nostra famiglia ci è mai andato, nessuno ha mai avuto bisogno di andarci”.

Il fratello prete grande orgoglio di questa famiglia povera ma onesta, per Ada che vive con una matrigna Marietta, ne subisce gli scherni e i soprusi, è una manna dal cielo un ritrovarsi con gli affetti più profondi, e il dubbio pian piano si insinua andare o restare? Lasciare il noto per l’ignoto, in fondo era solo una promessa fatta tanto tempo fa.
“ Ada, tuttavia, era lontana col pensiero. Assorta nelle sue contraddizioni rifletteva su quando avrebbe rivisto l’uomo a cui era promessa. Erano passati molti mesi, ormai, dalla dichiarazione d’amore!”
Un affresco dell’Italia di una volta, semplice, che vive tra sogni e ideali. Un paese reduce dalla grande guerra e già si sente parlare del giovane Mussolini. La gente è semplice , incolta, nei piccoli centri ci si conosceva tutti e si divideva la miseria tra affetto e pettegolezzi. Cosa resterà ad Ada se in America non andrà bene? Cosa fare ? l’amore basterà? Amore forse è un parolone, cosa hanno vissuto insieme questi due ragazzi per vivere lontano da tutto e da tutti.
Le lettere che riceve e le notizie che arrivano dall’America di lavoratori arrestati perché per le gravi condizioni lavorative fondano organizzazioni per la lotta dei lavoratori la mettono in ansia anche il suo Bettuccio ne faceva parte, la ragazza nutre dubbi sempre più profondi, cosa troverà a Filadelfia?
Erano tante le fidanzate d’America che vivevano i loro anni migliori in attesa, quasi come vedove, ma la giovinezza urla e si comincia a guardare chi è rimasto.
Giusy Cafaro Panico disegna un quadro perfetto di un pezzetto della nostra storia. Con personaggi perfettamente contestualizzati nell’epoca, tra vita vera e letteratura, più volte è nominate il Vate , la battaglia di Fiume, il disamore per la monarchia e i danni morali , fisici e economici che ha lasciato la grande Guerra. Nei paesi del Sud dopo la guerra non vi erano più speranze, molti uomini non sono tornati e quelli tornati sono distrutti nel corpo e nell’anima. I giovani cercano di scappare da questa realtà e il sogno dell’America diventa appetibile, anche se spesso si rivela solo una grande illusione. Ma l’autrice si sofferma su chi resta e aspetta: Le donne.
La storia di Ada è la storia delle donne dell’epoca, sole piene di dubbi e paure. E’ un segmento importante della nostra storia e la nostra crescita come paese. I sacrifici di uomini e donne hanno messo le fondamenta alla crescita del nostro paese.
Il 900 è stato un secolo diviso in due.
La prima parte : due guerre mondiali, il fascismo, la distruzione; la seconda parte la ricostruzione, il miracolo economico , la rivoluzione industriale. Uomini e donne di inizio secolo che hanno visto sgretolarsi il nostro paese sotto i loro occhi; e in seguito dopo la seconda guerra mondiale lo hanno ricostruito con il loro dolore, le loro perdite, le loro speranze e la loro voglia di rinascita.
Un romanzo sincero, che racconta con delicatezza e parole semplici, come semplice era la gente dell’epoca, la vita e i sacrifici di un epoca difficile l’inizio del 900. Le attese, le speranze , le paure delle donne in perenne attesa di chi con la loro valigia di cartone va a cercare una vita migliore, ma è anche il romanzo delle scelte , dei dubbi , delle decisioni difficili.
“Bettuccio le raccontò, che da qualche anno, nel suo borgo d’origine c’era una piccola bottega che si chiamava Agenzia di viaggi e ci lavorava un certo Frank baraldino. Frank andava e veniva dall’America, da Filadelfia, dove aveva fatto tanti soldi, e dove, gli aveva detto, servivano operai.
[….] Ormai stava per ritirarsi dagli affari: soldi ne aveva fatti tanti r con i soldi arrivano anche certe finezze dell’animo che spingono a fare qualche buona azione, persino smettere di sfruttare quei poveri disgraziati di emigrati e di spillargli soldi, per farli lavorare come dei cani.

Conclusioni

Un libro da leggere ne consiglio vivamente la lettura a tutti, ma soprattutto a chi ha paura del povero e del diverso, a volte ricordare le origini e i sacrifici che hanno fatto uomini e donne per fare l’Italia , può forse servire a eliminare qualche pregiudizio senza fondamento.

Recensione a cura di Elisa Santucci

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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