Intervista a Luca Perugia

Il sapore del male, Luca Perugia

Luca Perugia nasce a Roma nel 1974. Cresciuto nella Capitale, termina il percorso di studi nel 1999 con una Laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni. Lavora come consulente informatico, dapprima come libero professionista e come dipendente poi. Nel 2011 un banale incidente sportivo cambia radicalmente la sua vita. La maturazione che ne consegue lo porta a esplorare la sua vena creativa, tenuta in secondo piano negli anni precedenti. Ama viaggiare, conoscere nuova gente e nuove culture, leggere, scrivere, il buon cibo, il cinema, apprezzare le cose belle della vita, anche le più, solo apparentemente, insignificanti. “Il Sapore del Male” costituisce il suo romanzo d’esordio.

Noi abbiamo parlato con lui e ci ha raccontato di sè e del suo libro

Il sapore del male la recensione

Luca Perugia

Buongiorno Luca e benvenuto nel nostro blog.
Buongiorno a te Elisa e grazie dell’opportunità di raccontarmi e parlare del mio romanzo, oltre che dell’ospitalità

Chi è Luca Perugia

Ah bene, cominciamo con le domande semplici 😀 Me lo chiedo spesso anche io. Credo che ognuno di noi sia ciò che ama, quindi comincerò col dirvi ciò che Luca Perugia ama: ama viaggiare, conoscere nuova gente e nuove culture, leggere, scrivere, il buon cibo, il cinema, apprezzare le cose belle della vita, anche le più, solo apparentemente, insignificanti. Il resto è molto meno interessante di quanto sopra: romano, giovane ma non troppo, vecchio ma non troppo, ingegnere, si occupa di informatica (ma solo per vivere). Io vi avevo avvertiti…

Il sapore del male è un thriller con atmosfere quasi cinematografiche una scelta voluta o come succede i libri man mano che nascono prendono vita propria?

Entrambe le cose, cara Elisa. Personalmente odio le descrizioni prolisse e ridondanti nei libri, soprattutto se fini a se stesse. Anche per questo la mia scrittura è agile e priva di fronzoli e credo che ciò renda la lettura leggera e favorisca l’immersione nella storia, senza inutili appesantimenti. Inoltre per esperienza personale ho imparato che tutto accade solo e soltanto nella nostra testa. Questo è vero anche per i libri. In realtà bastano “poche pennellate” per descrivere una scena. Sarà il lettore a crearla poi nella sua mente, e ciò che crea la mente del lettore è sicuramente più vivo e reale di qualsiasi descrizione dettagliata l’autore possa fare. Ecco, credo che l’effetto “cinematografico” a cui ti riferisci sia dovuto a questi due fattori

Il sapore del male è il tuo primo libro e secondo me uno splendido esordio come nasce?

Anzitutto grazie per il complimento! L’idea e il desiderio (o forse sarebbe meglio dire il bisogno) di scrivere un romanzo nascono da una brutta esperienza della mia vita, a cui è seguita una maturazione interiore che ha portato a esplorare la mia vena creativa. Posso dirti che fino a qualche anno fa non avrei nemmeno lontanamente immaginato potessi o desiderassi scrivere un romanzo! Dopo la su citata esperienza ho cominciato a scrivere pensieri e piccoli brani che mi hanno aiutato in parte a metabolizzare l’accaduto. In molti a quel punto mi hanno consigliato di scrivere un libro. Intendevano evidentemente un libro che parlasse di me e del mio vissuto. Quel consiglio non è caduto nel vuoto, ma ho preferito scrivere altro che non fosse la mia esperienza. Spiegare qui i motivi di questa scelta sarebbe troppo complesso, Elisa. Ad ogni modo, come detto, tutto nasce principalmente da un bisogno interiore.

Perché Thriller?

Perché, esistono altri generi oltre al Thriller!? 😀 Scherzi a parte, leggo principalmente per evasione e il Thriller è il genere che preferisco e che riesce a distrarmi di più. Inoltre trovo che la trama di un thriller sia più divertente da congegnare e sviluppare rispetto ad altri generi. È ovvio che la cosa è soggettiva. Si potrebbe dire lo stesso per il Fantasy ad esempio, ma non essendo un amante del genere…

L’ambientazione è una città non identificata perché questa scelta?

Ambientare un romanzo in un luogo reale, se la cosa è ben sfruttata, può regalare alla storia atmosfere particolari ad esempio, ma allo stesso tempo vincola la storia stessa e l’autore a descrizioni di luoghi che siano le più fedeli possibili alla realtà. Ecco, io volevo che  l’ambientazione fosse a misura della storia che desideravo raccontare e non il contrario. In effetti nel mio romanzo non è presente nemmeno un vero e proprio protagonista, proprio perché al centro di tutto c’è la storia stessa, vera protagonista del romanzo. L’ambientazione dunque doveva essere ritagliata ad hoc, e, non trovandone una reale, l’ho inventata. Devo dire che mi sarei aspettato delle critiche a riguardo, invece nemmeno una. Segno che la scelta, forse, è stata azzeccata.

Ho trovato nel libro personaggi interessanti e ben delineati quale è più vicino alle tue corde?

…E prendo anche questo complimento e me lo porto a casa 😀 Ho cercato di scrivere una storia verosimile, senza personaggi stereotipati (il solito serial killer psicopatico o l’ispettore genialoide dal passato tormentato ad esempio). Ho preferito invece personaggi tratti dal quotidiano, che fossero il più possibile umani e normali, ciascuno con le sue peculiarità ovviamente. Per quanto un autore cerchi di distaccarsi dalla sua realtà nello scrivere, soprattutto nel primo romanzo credo sia inevitabile attingere un po’ alla propria esperienza personale. Sicuramente il personaggio di Manuel è quello più vicino a me, nei modi e nel carattere. Il personaggio che più mi son divertito a tratteggiare invece è Flavio, sicuramente il più bislacco.

In “ il sapore del male” parli di segreti ed umane perversioni nascoste dietro l’uscio di casa, è un argomento che ti sta a cuore?

Sicuramente mi piace indagare e studiare l’animo umano in tutte le sue manifestazioni, positive e negative, perversioni incluse quindi. L’uomo è l’essere vivente capace delle cose più eccelse e più infime allo stesso tempo. È l’eterna lotta tra il bene e il male, che trova nell’animo umano il suo culmine. Credo inoltre che la realtà quotidiana che ci circonda, dietro e fuori l’uscio di casa, offra più thriller, suspense e crime di qualsiasi complotto immaginario, politico od occulto che sia. Anche per questo la storia narrata nel romanzo è, come detto, molto verosimile e racconta e descrive umane pulsioni come dolore, paura, smarrimento, tradimento, amore, pentimento, ambizione, invidia che ciascuno di noi può provare nella sua esperienza personale.

Il sapore del male è il tuo primo libro ha cambiato qualcosa nella tua vita?

Scrivere un romanzo è stata per me anche una sorta di sfida o scommessa con me stesso. Un modo per mettermi alla prova in un momento non facile della mia vita. Essere riuscito nell’intento, e per giunta con la soddisfazione di ricevere quattro proposte di pubblicazione da altrettante piccole Case Editrici (non a pagamento), ha contribuito, assieme ad altro, a darmi quella  consapevolezza di cui avevo grande necessità. Inoltre anche l’attività di scrittura in sé ha aiutato a distrarmi e a superare momenti difficili.

Perché dovremmo leggere il tuo libro?

Perché è una storia che intriga. Una storia che ti prende per mano all’inizio e ti trascina con impeto crescente fino al suo epilogo. Una storia fuori dagli schemi canonici del thriller. Più di una persona ha letto il romanzo (circa 250 pagine) in un solo giorno. Perché al momento non ha incassato nemmeno una recensione negativa (parlo di recensioni indipendenti). Alcune con toni entusiastici, come la tua, altre meno celebrative ma con giudizio finale sempre positivo. E questo, soprattutto per un romanzo d’esordio, credo non sia affatto poco.

Con la libertà di pubblicazione avvenuta con l’avvento del web c’è un rapporto più diretto tra autore e lettore tu come te la giochi questa carta?

La domanda non è banale. Io mi sono auto pubblicato ma avrei preferito non farlo. Mi spiego. Come detto prima di pubblicare in self ho declinato quattro proposte di contratto da altrettante case editrici. Perché l’ho fatto? Beh, l’idea che mi sono fatto sul mondo dell’editoria è che oggi l’offerta (di manoscritti) superi di gran lunga la domanda (dei lettori), almeno in Italia. Il risultato di questa aberrazione è che le Case Editrici (parlo senza polemica) oggi ti fanno “quasi un favore” a pubblicarti, offrendoti una piccolissima fetta dei ricavi (ma nel mio caso non è stato tanto questo il problema) e soprattutto demandando all’autore buona parte della promozione del romanzo, che invece a mio modesto avviso deve spettare alla Casa Editrice in quanto azienda che, come tale, deve farsi carico in toto del rischio d’impresa una volta acquisiti i diritti dell’opera. Inoltre credo che il ruolo di un autore sia quello di scrivere buoni prodotti, non quello di elaborare complesse strategie di marketing, che richiedono preparazione, tempo e soldi. Ricapitolando: ricavi quasi nulli, gran parte della promozione in autonomia. Allora perché non auto pubblicarsi, dato che oggi è possibile farlo a costo zero? Sicuramente non avere un marchio di una CE in copertina complica un po’ le cose, e l’auto promozione richiede impegno, ma è anche vero che è più stimolante e mantieni (non svendi?) comunque i diritti sulla tua opera. Sarebbe  di gran lunga preferibile un modello come quello americano, dove l’autore scrive, e la Casa Editrice si occupa di tutto il resto, accettando come autore, in caso, anche percentuali modeste sui ricavi (almeno all’inizio).
Ad ogni modo le quattro proposte di contratto ricevute mi hanno dato almeno la consapevolezza che il romanzo fosse proponibile al pubblico. Ora la parola (meglio il passaparola) spetta a voi! 😉

I tuoi sogni nel cassetto e prossimi progetti.

Sogni tanti, progetti concreti sto cercando di focalizzarli. Mi trovo in un momento della mia vita in cui ho molte strade aperte davanti. Scegliere non è mai facile. Soprattutto se sono scelte importanti. Ogni scelta comporta inevitabilmente una rinuncia, ma preferisco vederla comunque come una grande opportunità 😉 Tra i sogni e possibili progetti c’è sicuramente un secondo romanzo, ma preferirei non sentire l’”obbligo morale” di scriverlo. Preferirei piuttosto che sia lui a chiamare me, come è stato per il primo. Vedremo…

Ti ringraziamo di essere stato con  noi e auguriamo tanta fortuna al tuo libro.

Grazie di cuore Elisa per l’augurio, la stima dimostratami e l’ospitalità. Spero di essere riuscito a farvi conoscere un po’ meglio “Il Sapore del Male” e a far nascere in qualcuno dei tuoi lettori la voglia di leggerlo. Mi raccomando, se vi dovesse piacere, passate parola… 😉

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.