Il secchio e lo specchio di Francesco Lorusso

Recensione a cura di Alessandra Di Girolamo

“Un verso è già quasi un testo a sé”

“Perché è un coro quello che va ad affrontare il sipario di questa apprezzabile raccolta”

                                                                                                                                             Guido Oldani

In queste parole possiamo trovare la vera essenza di un libro che vuole prepotentemente essere innovativo al punto di trasformare la “razionalità” in poesia.

“Se l’oggetto ha l’anima di un atomo deruba tutto fra i sostantivi presenti”

Fin dalle prime pagine si respira una “perdita della memoria storica” che porta il lettore ad un’analisi ben precisa sul nostro ruolo in questo mondo e sull’importanza dei nostri pensieri e gesti.

Ridateci il tempo di un’ idea da dividere”

“A volte si può respirare anche l’attimo”

“Senza una discendenza precisa subiamo i nostri padri stranieri”

“In quell’eterno finire nelle pagine finite”

“Seppure si è soli e forse appena più veri da noi a conti fatti non saremo mai più liberi”.

Il livello di scrittura è molto alto, il linguaggio ben strutturato ed articolato è accessibile ad un pubblico di solo adulti che, a mio avviso, avrà bisogno di rileggere alcuni versi per poterne cogliere ed apprezzare il significato più puro ed intenso.

Naturalmente questa nota non può che assumere una critica positiva per il poeta e per la sua raccolta.

Una poesia che tende al “pessimismo” inteso come deterioramento dei rapporti interpersonali e consapevolezza di una ingannevole cultura, falsa coscienza, infida presa di posizione.

Un pessimismo mirato a scuotere la “vera coscienza del lettore”, un pessimismo razionale che desidererebbe abbracciare con il “ canto delle sirene e la bellezza del mare” le nostre emozioni.

Leggendo questi versi veniamo trasportati nel mondo reale dell’autore che, con un tono di provocazione, ci mette dinanzi ad una “prosa” che  vuole sottolineare l’importanza della vera comunicazione: analizzare, studiare, interrogare,  approfondire i suoi e i nostri concetti.

La quotidianità  fredda e vuota è come una lama che graffia la nostra anima per farla sanguinare, solo così potremmo svegliarci dall’abitudine che caratterizza la nostra esistenza.

“Così ritorno nella stanza nuda fra l’umore immutato dei mobili”

“La sedia sperduta che non mi aspetta”.

“ E il giorno spazia con la vista il vasto freddo e ti fissa tra gli occhi l’assenza”

Continuando la lettura di questa preziosa raccolta ci accorgiamo che la razionalità, ad un certo punto, si inchina al nostro cuore e, sussurrando al mare il suo malessere, riceve una carezza dalle sirene che, con il loro melodioso canto, cercano di far cambiare rotta a questa “parabola discendente”.

La speranza di una vita migliore, di un mondo migliore, di una storia migliore, di una cultura migliore è il tassello chiave che il poeta “consegna personalmente” a noi tutti.

Complimenti vivissimi all’autore per aver dato voce a questa opera che definirei  di uno ”spessore unico”.

Titolo: Il secchio e lo specchio

Autore : Francesco Lorusso

Editore : Manni

Collana : Poesia

Prezzo : € 13

Francesco Lorusso (Bari 1968), dopo gli studi di Conservatorio, si dedica all’attività concertistica solistica e di corista nei Teatri Lirici, affiancandola a quella di Maestro e Direttore di Coro, collaborando con diverse ensemble vocali.

Nella poesia, dopo aver ottenuto diverse menzioni e un premio nel 2003 con la lirica “Fra le carte”, al concorso “Città di Bari”, pubblica una corposa silloge sulla rivista “incroci”, dal titolo Nelle nove lune e altre poesie (Adda Editore, Bari 2005). Esce in volume con la raccolta Decodifiche (Cierregrafica, Verona 2007), nella collana Opera Prima, prefato da Flavio Ermini.

Con L’Ufficio del Personale (La Vita Felice, Milano 2014), si qualifica secondo al 1° Premo Internazionale Salvatore Quasimodo di Roma nel 2015 e premiato con segnalazione alla VIII Edizione del Premio Di Liegro 2016 a Roma; raccogliendo un riscontro numeroso di critica.

La silloge che da il titolo alla sua ultima raccolta, Il secchio e Lo Specchio (Manni Editori, Lecce 2018), risulta già segnalata e premiata nel 2015, per gli inediti, alla XXIX edizione del Premio Montano.

La descrizione del libro

Esperienze mescidate in un ventaglio aperto si incontrano in questa raccolta poetica costruita con versi essenziali e coerenti che coinvolgono con la sua struttura carica di razionalità.
Si legge la perdita della memoria storica e del senso civico. Compare una quotidianità che è freddo scenario industriale e casalingo, concretizzata da apparente onnipotenza elettronica, falsa cultura e falsa coscienza, finta socialità e progressivo logoramento dei rapporti interpersonali.
Siamo insomma ad un cambio di rotta, ad una fase di passaggio anche antropologico, che ci fa sentire e mantenere, a ragione, lungo una parabola discendente: tuttavia sul finale compaiono spazi a timorosi suggerimenti di spiragli.

 

 

 

 

2 Risposte a “Il secchio e lo specchio di Francesco Lorusso”

  1. Ringrazio Alessandra Di Girolamo
    per la sua profonda e favorevole lettura del mio ultimo libro di versi.
    Complimenti!
    Ha saputo focalizzare subito gli elementi chiave sottesi in queste pagine.

    Un grazie anche, per la sua ospitalità, a “Il Mondo Incantato dei Libri”, nella perdona di Elisa Santucci.
    Un saluto a loro e a tutti i lettori e autori di questo blog.

    Francesco Lorusso

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