Il respiro dell’isola di Giovanna Pandolfelli

Il respiro dell’isola

Giovanna Pandolfelli
Angela, Adele, Amina. Tre donne le cui vite si intrecciano sulla stessa Isola. Andare e venire, partire e tornare, perdersi nel continente. Eppure il respiro costante dell’Isola alita sulle loro esistenze tanto da farle sentire d’un tratto, in un modo o nell’altro, isole esse stesse.
Un vento che trascina con sé odori e sapori: origano, capperi e peperoncino condiscono quella che, pagina dopo pagina, può essere letta come una storia universale, un messaggio di speranza per chi valica i confini della (in)certezza muovendo verso mete imprevedibili e trovando, perché no, un briciolo di serenità dall’altra parte del mare o semplicemente facendo un giro attorno all’Isola in cui in fondo ha sempre abitato.
Illustrazioni di Flavia Filpi

AUTORE: Giovanna Pandolfelli
Ha studiato lingue straniere a Roma e in Germania, specializzandosi in psicolinguistica del bilinguismo.
È parte del comitato direttivo della Società Dante Alighieri di Lussemburgo dove risiede da tempo. Già traduttrice e insegnante di italiano per stranieri, oggi collabora con varie riviste e blog culturali. Si interessa di migrazione, intercultura, alterità e diritti delle donne.
È autrice di due raccolte di racconti Guanti bianchi – racconti dedicati a tutti i bilingui nell’anima (2015) e Terra, mare e altrove (2017), oltre che di un libro illustrato per bambini sulla musica Le avventure di Arpetta in versione bilingue (2017).
Questo è il suo primo romanzo.

Introduzione

Lampedusa poco più di uno scoglio, diviso solo dal mare dall’Africa, e un’isola che respira , i suoi abitanti , chi ci è nato non può in nessun modo allontanarsene. I suoi odori , le sue spezie profumate, i suoi sapori vivono dentro a chi ci è nato, l’odore salmastro del mare fa parte di loro.

Recensione

Attraverso la storia di Angela ed Adele, Giovanna Pandolfelli racconta la realtà di Lampedusa, l’arrivo dei migranti , i centri di accoglienza, la paura ed il senso di sicurezza degli indigeni che diventa più labile. L’arrivo di tanti disperati in quella che credevano la terra promessa, invece si ritrovano nei centri di accoglienza che loro considerano niente di più di una prigione. Ma allo stesso tempo racconta la forza di due donne, faranno percorsi diversi ma riusciranno a vivere al di fuori dei ruoli che la società isolana predispone per loro e per le donne in genere: un marito, dei figli e tanta fatica.
L’isola un piccolo paese di pescatori, vivono solo di mare , il mare come unico mezzo di sostentamento; il padre di Angela infatti è il rais di una tonnara, ma non solo lui , tutti vivono di pesca, conoscono il mare che può accoglierti e permetterti di tornare a casa con la tua pesca quotidiana oppure avvolgerti per sempre tra le sue onde. Sono povera gente che vive in tranquillità e rassegnazione la loro vita. Le donne coltivano spezie; senti l’odore dell’origano che avvolge Adele, per lei l’origano è la panacea per tutti i mali , i capperi con i suoi fiori. La loro è una vita povera e difficile ma mai potrebbero vivere altrove, il respiro dell’isola è dentro di loro, come un richiamo atavico.

Molti si sentivano privati di qualcosa, che avevano fino ad allora consideravano di loro esclusiva proprietà: il mare. Quella distesa d’acqua che dava loro la vita e la morte, che portava il vento e rifletteva i raggi del sole, quello scrosciare costante, l’odore salmastro nell’aria, l’azzurro e le sue sfumature, tutto questo apparteneva a loro, solo gli isolani avevano il diritto di solcarlo, di sfruttarlo e anche di morirci, poiché il mare era un’entità che da sempre abbracciava la loro terra.

Angela va a studiare nel continente, per i lampedusani il continente è rappresentato dalla Sicilia l’isola madre, suo padre la manda a studiare perché è convinto che nessuno mai sposerà la sua figlia sciancata, la ragazza è nata con una gamba più corta dell’altra, va in collegio poi all’università e torna con una laurea in medicina ed un marito: Michele che mai sarà sulla sua stessa lunghezza d’onda. Adele si sente spaurita e sola senza la sua amica di sempre e per raggiungerla fa qualcosa di cui poi si vergogna. Ma ormai sono insieme, entrambe sentono il richiamo dell’isola . Angela sarà il medico dell’isola in un momento in cui tutto sta per cambiare.

Ogni giorno arrivano barconi pieni di disperati , i lampedusani imparano a raccogliere morti che il mare porta a riva, Elena ad ogni ora del giorno e della notte corre a soccorrere i sopravvissuti, da un giorno all’altro la vita dell’isola è completamente cambiata., accolgono uomini , donne , bambini con generosità. Qualcuno li accoglie in casa propria soprattutto i ragazzi , ma non sempre ne sono ripagati Said un ragazzo di sedici anni , scappa rubando nella povera casa di pescatori che l’hanno accolto , questo episodio distrugge la fiducia dei lampedusani , che ora si sentono meno sicuri.

La tranquilla Isola in mezzo al mare cominciò a vedere i primi naufraghi aggrapparsi disperatamente alle sue coste. Erano neri, giovani, ricolmi di speranze, quando arrivavano vivi. Nel tempo, il mare ne restituì anche molti neri, sempre giovani ma senza più speranze.
Angela lavorava come medico presso l’ambulatorio dell’Isola.

Giovanna Pandolfelli affronta il difficile momento che l’isola sta affrontando ormai da anni , con realismo e conoscenza dell’argomento , visto attraverso gli occhi dei lampedusani , soprattutto due donne forti ed indipendenti .
Disperati che arrivano, non riescono a comunicare , si sentono prigionieri , alcuni soprattutto donne portano in grembo il frutto della violenza subita in Libia nei campi di raccolta che sono campi di tortura veri e propri. I trafficanti di essere umani che ogni giorno fanno salire disperati su barconi che non potrebbero contenerne manco la metà , mettendo in conto la morte di molti di loro . Una vera e propria mattanza che non si riesce a fermare in alcun modo, sono gli essere umani ad entrare nella camera della morte.
La storia che ci racconta è una storia di accoglienza . Adele sposa Said, creano una famiglia e mettono al mondo una bambina Layla, la piccola nasce quasi in contemporanea con la figlia di Amina, una giovane donna che ha subito violenza, la donna rifiuta la piccola Mariasole che sarà l’amatissima figlia di Elena, che per lei rinuncia anche a suo marito che mai avrebbe potuto accettare una figlia color cioccolato.
Una storia importante in cui i personaggi e forse la storia stessa diventano l’arteficio letterario per affrontare un problema spinosissimo a livello europeo, ma i barconi della speranza arrivano in Italia, in un’sola che poco o più di uno scoglio, ormai si parla di sbarchi anche quotidianamente , Lampedusa è divenuta tristemente famosa per questo , i giornali , i politici , tutto il paese hanno usato tutto ciò che avviene nel posto più accogliente della penisola , chi per farne propaganda politica, chi per scrivere articoli che fanno tiratura, che per tirare fuori il loro razzismo e paura del diverso . L’autrice racconta con umanità una storia difficile di accoglienza, di disperazione e i figli del mare , chi ha respirato l’isola nascendovi , conosce il mare benigno e maligno e mai potrebbe rifiutare assistenza a chi ha lottato con il mare ed ha vinto, è riuscito ad approdare vivo sulle rive dell’isola.

Si sentiva ferita dal comportamento del ragazzo e dalla risonanza data all’accaduto dalla stampa. Le sembrava di aver lavorato tanto inutilmente, come se un unico errore di uno di loro potesse far crollare quella paziente trama delicata di rapporti e di accoglienza intessuta da dita laboriose, bianche e nere, intrecciando fili in tante combinazioni cromatiche diverse ma tutte ugualmente efficaci.

Conclusioni

Un libro da leggere tutti , ti porta nel dramma che l’Africa e l’Italia sta vivendo, la fame , la disperazione che portano persone ignare di quel che l’aspetta su di un barcone giocando una lotteria con la morte. La brave autrice affronta in maniera umana e realista la diversità , l’accoglienza , la delusione e l’amore dei figli dell’isola . Ne consiglio la lettura davvero a tutti, aiuta a capire una realtà raccontata da lontano e dalle fake news. Ti fa respirare i profumi dell’isola, quell’odore di origano ti sembra di sentirlo, come ti sembra di sentire l’odore salmastro del mare in burrasca, le donne simbolo di accoglienza atavica.

Voto

5/5

Citazioni

Lampedusa, 23 gennaio 2009 Fuga di massa dal centro di prima accoglienza tra gli applausi dei residenti a Lampedusa e minacce di suicidio di massa. Tutti i migranti ospiti del Cpa (Centro di prima accoglienza) poco dopo le 10 hanno forzato i cancelli d’ingresso e sono fuggiti. Dopo circa due ore di protesta pacifica nella piazza del paese, a gruppi sono quasi tutti lentamente rientrati nel centro. La manifestazione è stata sostanzialmente pacifica e ben accolta dalla popolazione locale. Dopo aver forzato i cancelli, oltre mille extracomunitari si sono diretti infatti in corteo verso il municipio di Lampedusa dove sono stati salutati dagli applausi dei residenti che si trovavano in piazza per protestare contro la realizzazione di un nuovo Centro di identificazione ed espulsione.

«la Repubblica», 24 gennaio 2009

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.