“Il martello nella testa”, di Stefano Fortelli

“Il martello nella testa”, di Stefano Fortelli

Stefano Fortelli
Arriva la stagione in cui si perde la leggerezza. Quando resta poco asfalto da poter divorare e ci si rassegna all’idea che le cose, fuori e dentro di noi, non possano cambiare. Ci osserviamo e osserviamo il mondo con le sue brutture, inermi, dal braccio della morte, mentre batte incessante nella testa un martello. E arriva il momento in cui rischi di impazzire, quello in cui l’unica salvezza è gettare su un foglio bianco le frequenze di quel battere.

Introduzione

“La poesia malinconica e sentimentale è un respiro dell’anima” (Giacomo Leopardi)

Recensione

Stefano Fortelli, nome noto all’ambiente artistico – culturale partenopeo, dopo il successo della prima silloge poetica “L’ultimo giorno – Versi dell’aldilà”, torna a distanza di un anno con una nuova raccolta di poesie dal titolo “Il martello nella testa”. Titolo che rievoca il suono cupo, assordante e prolungato come può essere l’incessante martellio di un pensiero, di un dubbio o di una preoccupazione che continua inevitabilmente ad aggirarsi tra i cunicoli della mente in cerca di una via d’uscita o di fuga ma, contemporaneamente scava tra gli strati della psiche alla ricerca di un esistenzialismo ontologico, talvolta complicato da accettare. Una raccolta oscura, dark appunto, ma, pur se presenti stati d’animo mesti, non malinconica, non triste, nostalgica forse ma di quella nostalgia che rievoca i versi di Goethe o di Schiller in quella contrapposizione sovrapposta tra “Fernweh” e “Heimweh” al pari di un ambivalente Yin e Yang. Quella nostalgia quale desiderio di allontanarsi dalla quotidianità a volte opprimente ma, al tempo stesso, quale bisogno di restare ancorati alla propria familiare monotonia.
Parole che colpiscono per le profonde riflessioni sulla vita, sulle sue mille sfaccettature e sulla molteplicità di sfumature che ne rendono la vivibilità a tratti problematica. Riflessioni che sono quelle di ognuno di noi; difficile non identificarsi con gli stati d’animo, il pensiero e le emozioni descritte. Versi sibillini ed ermetici ma, contemporaneamente, evocativi al punto tale da proiettarti all’interno di un percorso multiforme e che stordisce per la capacità catartica di ogni sentimento descritto. Tematiche come lo scorrere inesorabile del tempo, la caducità dell’essere umano, la rabbia, i ricordi, i rimpianti, il male di vivere, la morte, fanno da cornice a un interessante racconto breve inserito all’interno della silloge che ne impreziosisce e ne rafforza il contenuto. Apprezzabile tra le altre, la metafora del semaforo per presentare la vita. Interessante la cover che richiama immediatamente una delle liriche, tra l’altro riportata sulla quarta di copertina; il volto della ragazza, bambina quasi, coperto per metà da una mano che non sembra appartenerle, come a voler celare in parte le meschinità di un mondo dalle quali si vorrebbe sfuggire.

Conclusioni

Una bella raccolta di liriche in verso libero, dal linguaggio colto e forbito. L’uso delle parole non è casuale ma ricercato e d’effetto. Lo stile è semplice, scorrevole e originale.  Ancora una volta non posso che complimentarmi col nostro autore per la capacità di indurre, inevitabilmente, alla riflessione e alla spinta inconsapevole, forse, di cercare all’interno, nel nostro IO più profondo, e non all’esterno, le risposte a tutte quelle domande che tormentano la quotidianità di ognuno di noi. Consigliata la lettura.
 
Teresa Anania


“L’ Ultimo giorno – Versi dell’Aldilà”, di Stefano Fortelli


Estati-co
Li vedi accalcati tra la riva e il bagnasciuga
Restano ammollo in mezzo metro d’acqua
a proclamare il loro amore per il mare
Schivo il blàterio di quei corpi ineducati;
mi piace immergermi e lentamente allontanarmi:
nel fruscio dell’acqua sentir la civiltà svanire
e dalla boa osservare quel termitaio scoperchiato
mentre il vero amore, assaporo compiaciuto.



Rimorsi
Battono come un martello
i rimorsi che abbiamo
Restano nella vetrata
dove ci apparvero
E non vedi angoli
in cui svoltare
per fuggirne la presenza.



Inganni del cuore
Quante storie andate,
dentro le poesie
Rianimiamo le nostre verità
con l’afflato di un respiro
Ci inchiodiamo alla croce
lasciando libera una mano
Le scriviamo in bilico
tra la vita e la morte
per chi non leggerà.

Voto

5/5

Citazioni

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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