“I guardiani della laguna. Venezia 1753. – La prima indagine di Marco Leon. Agente dell’Inquisizione di Stato”, di Paolo Lanzotti

“I guardiani della laguna. Venezia 1753. – La prima indagine di Marco Leon. Agente dell’Inquisizione di Stato”, di Paolo Lanzotti

Paolo Lanzotti
Venezia, 1753. Durante il carnevale Marco Leon, agente segreto dell’Inquisizione di Stato, indaga su un duplice delitto avvenuto nel teatro Sant’Angelo durante la rappresentazione della Locandiera di Goldoni. Le due vittime, un giovane patrizio e un attore della compagnia, sono apparentemente prive di legami. Ma il doppio omicidio è solo una coincidenza? O si tratta di due pedine che fanno parte dello stesso gioco? E quale può essere il ruolo di una delle famiglie più importanti di Venezia in questa vicenda? A mano a mano che le indagini procedono, tra interrogatori, inseguimenti in gondola e agguati, il caso assume tratti sempre più complessi e pericolosi. Grazie a un intuito fuori del comune e all’aiuto dei suoi uomini, Leon cerca di comporre il mosaico per trovare il colpevole di un crimine che, ne è certo, può avere conseguenze molto più devastanti di un semplice delitto, arrivando a mettere a rischio il destino stesso della Repubblica di Venezia. E quando il numero delle vittime aumenta, quello che a molti sembrava un ordinario caso di omicidio si trasforma in un grande intrigo internazionale… Tra calli, canali, maschere e qualche incursione nel dialetto, Paolo Lanzotti riesce a trasportare il lettore nella città più affascinante del mondo quando era ancora la Repubblica Serenissima, prima del suo lento ma inesorabile declino.

Introduzione

“…Quando agisco per conto dell’Inquisizione sono soltanto l’ingranaggio di un mulino. Non c’è nulla di personale, in quello che faccio. Indagare su un delitto comune, conseguenza di rancori, avidità o gelosie, mi costringe a provare delle emozioni…” (Tratto da “I guardiani della laguna”.)

Aneddoti personali

Ci sono letture in grado di suscitare un groviglio di emozioni e di sensazioni. Incantano, appassionano, incuriosiscono, affascinano. Creano una vera dipendenza. Fino alla parola “Fine”. E il romanzo di Paolo Lanzotti non può che essere annoverato in questa superba categoria…

Recensione

È l’Anno del Signore 1753 e si respira aria di carnevale.
Venezia. Magica ed eccessiva, intrisa di gloria e di storia, di passioni immense che spesso si nascondono dietro trine, pizzi e larve. Un caleidoscopio di vite, sulle quali è rimasto intatto il ricordo degli antichi fasti, si sfiorano e si intrecciano tra canali e calli, con frenesia e vivacità. E poi è carnevale…

“Dal giorno di Santo Stefano, la trasgressione diventa l’obbligo. L’esibizione, la regola. Per onorare le due sorelle della vanità, i popolani si limitavano a indossare una mascherina. Patrizi e borghesi ostentavano l’abito nuovo, ordinato per l’occasione…”

Eppure, questo periodo particolare e festoso per la Serenissima, viene oscurato dall’ombra di due omicidi, avvenuti nel teatro Sant’Angelo durante la rappresentazione della Locandiera di Carlo Goldoni. Si tratta di un attore della compagnia, e di un giovane appartenente a una famiglia molto in vista. Alvise Benedetto Giminiani, da molti chiamato semplicemente il Duca e attuale Inquisitore dello Stato, affida il caso a uno dei suoi migliori uomini, Marco Leon, responsabile degli Angeli Neri. Cominciano, così, le indagini, che diverranno sempre più complesse e articolate, e che faranno emergere non solo una faccia oscura della splendida città marinara, ma tenteranno di far luce, contemporaneamente, su una questione di intrighi internazionali che minano le sorti già precarie di Venezia.

“Venezia era il luogo dove ogni cosa sembrava votata all’eccesso. Venezia era sogno. Fantasia erotica. Ma, all’alba, l’erotismo muore. I sogni diventano sabbia…”

È carnevale, ma il sangue che in quei giorni viene versato, non è uno scherzo, e non fa parte di nessuna scena teatrale: è tutto tristemente vero, e si affaccia su scenari macabri e sconcertanti.

“Fra le lenzuola intrise di sangue, giaceva una bambina di cinque, sei anni, completamente nuda. Legata alla testiera del letto, la bimba era letteralmente coperta di ferite a forma di croce, come se un demone accecato dall’ira avesse infierito su di lei con un rasoio. Tra le mille ferite spiccavano, chiari e marcati, anche numerose ecchimosi, morsi e bruciature. Il corpicino straziato giaceva immobile. La bambina era morta da tempo. Ma, prima di liberare l’anima dal peso della carne, doveva aver sofferto pene indicibili, in quella che ora appariva come una vera e propria camera di tortura. (…) Prima di spirare, o forse anche dopo, la bambina era stata violentata…”

Cosa e chi si nasconde dietro tutto questo orrore? E i terribili fatti di sangue che hanno macchiato la magnifica città lagunare, sono collegati tra loro o rappresentano mere coincidenze di un pericoloso degrado?

Con estrema eleganza, Paolo Lanzotti conduce il lettore in un vortice che sembra non avere fine. Tutto appare quasi realistico: si sente lo sciabordio dell’acqua, si intravedono le gondole nelle fredde serate di quel gennaio, si odono le canzoni dei naviganti, si intravedono cavadenti e astrologi, barbieri e cantastorie, facchini e servette indaffarate. L’autore esamina con dovizia di particolari anche le sfaccettature psicologiche dei personaggi chiave, evidenziando quel lato oscuro che alberga nell’anima di ogni individuo e nelle quali, a tratti, ciascun lettore riesce a trovare il suo alter ego. Un romanzo che rappresenta uno splendido viaggio nel passato, con protagonista una delle città più belle e straordinarie del mondo, di cui l’autore si è reso abile condottiero, sublime narratore e perfetto regista.

Conclusioni

“I Guardiani della Laguna” è un romanzo storico, ma non solo: è pregno di sentimenti, di passioni, di intrighi e gelosie, di potere e paure, di tensioni, morte, menzogne e sensi di colpa che spesso generano malesseri e incubi che persistono e scandiscono ogni momento della giornata. Ma c’è anche tanta vitalità, c’è un immenso desiderio di verità e di giustizia, c’è grande solidarietà e comune senso di appartenenza. E c’è l’amore, sottile, titubante, a volte appena percettibile, che prova a fare capolino tra le macerie di anime frantumate dagli eventi infausti e inaspettati. Quell’amore che dà vita e ad essa tende. Comunque e sempre… Ed è una meravigliosa lettura che mi sento di consigliare a tutti.

Fabiana Manna

Voto

5/5

Citazioni

“…La tortura più crudele è quella che l’anima infligge a se stessa”

“La vita è una commedia di cui dovremmo conoscere bene il copione, dato che siamo costretti a recitarla ogni giorno. Ma la trama è oscura, i ruoli sono distribuiti male e il capocomico è assente”.

Pubblicato da Fabiana Manna

Salve! Sono Fabiana Manna e adoro i libri, l’arte, la musica e i viaggi. Amo la lettura in ogni sua forma, anche se prediligo i thriller, i gialli e i romanzi a sfondo psicologico. Sono assolutamente entusiasta dell’idea della condivisione delle emozioni, delle impressioni e delle percezioni che scaturiscono dalla lettura e dalla cultura. Spero di essere una buona compagna di viaggio!

Una risposta a ““I guardiani della laguna. Venezia 1753. – La prima indagine di Marco Leon. Agente dell’Inquisizione di Stato”, di Paolo Lanzotti”

  1. Davvero, Fabiana, non posso che ringraziarla per la sua bellissima recensione che conserverò accuratamente. Un caro saluto.
    Paolo Lanzotti

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