I giorni della merla

Secondo la tradizione popolare i giorni della Merla sono gli ultimi tre giorni del mese di Gennaio, ovvero 29-30-31, e sarebbero i giorni più freddi dell’anno. Come ogni leggenda, anche questa ha varie versioni. Quelle più conosciute sono due.  La prima narra che a causa del gran freddo, una merla cercò riparo, insieme ai suoi pulcini dentro ad un comignolo, dal quale ne uscirono completamente ricoperti di fuliggine solo il 1° febbraio e,da quel giorno, si racconta che le femmine di merlo originariamente dal piumaggio nero come i maschi, furono grigie.  L’altra versione, forse un po’ più nota rispetto alla precedente, racconta che Gennaio mese molto freddo, si divertisse a far sì che ogni volta che la merla usciva dal nido in cerca di cibo, ci fosse sempre più freddo e gelo. La merla, stanca di subire tali soprusi, decise di fare provviste per tutto il mese, che a differenza di oggi contava 28 giorni. L’ultimo giorno del mese, il 28 quindi, la merla sicura di essere ormai al riparo dalle angherie di Gennaio, uscì dal nido cantando. Gennaio, sentendosi deriso dalla merla, chiese in prestito tre giorni al mese di Febbraio scatenando pioggia, gelo, neve e bufere. La merla cercò riparo dentro ad un camino e quando ne uscì le sue piume, a causa della fuliggine, non erano più nere ma grigie, e così rimase per sempre.

Secondo la tradizione popolare se i giorni della merla sono freddi la primavera sarà bella, al contrario la primavera tarderà ad arrivare.  Tutte le leggende però, nascono da un fondo di verità. Nel calendario Romano, (istituito da Romolo nel 753 a.c.) , il mese di Gennaio (che aveva appunto 28 giorni), venne introdotto solo nel 713 a.c.  con le modifiche apportate da Numa Pompilio che introdusse anche il mese di Febbraio.  Con le riforme di Numa Pompilio, i mesi originariamente istituiti da Romolo, passarono quindi da 10 a 12. Gennaio (Ianuarius) venne dedicato al Dio Giano (Ianus), divinità romana raffigurata con due volti; colui che può guardare il passato e il futuro e quindi perfetto ad apertura e chiusura di un anno.

Da aggiungere inoltre che della “leggenda della merla” se ne trovano citazioni anche nella Divina Commedia, nel XIII Canto del Purgatorio, quello degli Invidiosi, in cui troviamo Sapia, moglie del Signore di Castiglioncello, che odiava talmente tanto i Ghibellini della sua città che quando vennero sconfitti a Colle di Val D’Elsa, manifestò pubblicamente la sua felicità per quanto accaduto; e Dante lo ricorda con queste parole :  ” ……Rotti fuor quivi e volti nelli amari passi di fuga; e veggendo la cacca letizia presi a tutte altre dispari, tanto ch’io volsi in su la faccia gridando a Dio: “Ormai più non ti temo!”, come fé il merlo per poca bonaccia……”   

Il commento del Sapegno, uno dei maggiori critici delle opere del Trecento, fa riferimento ad una delle Novelle del Sacchetti, in cui si parla del merlo :     “…….Questo è un uccello che teme molto lo freddo e mal tempo, e quando è mal tempo sta appiattato, e come ritorna lo bono tempo esce fora e par che faccia beffe di tutti li altri, come si finge che di esse nella faula di lui composta cioè:- non ti temo, Domine ché uscito son dal verno- …..  Già nel Trecento quindi, la favola ed il motto erano già noti….. Ecco perché gli ultimi tre giorni del mese di Gennaio erano, e sono, chiamati “della Merla”!!

Teresa Anania

 

Immagini e citazioni web.

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Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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