Galemyos di Federico Ricci

Galemyos di Federico Ricci

Sradec Exhelltor, potestà planetario del selvaggio pianeta Azhenia, è un condottiero ambizioso, visionario e lungimirante. Per merito dell’innato carisma e dell’audacia delle sue riforme, ha portato alla propria razza, gli Shyn, prosperità e progresso. Considerando i propri risultati non come meta, ma come punto di partenza, Sradec ha deciso di evolvere il suo popolo in nuovi individui di facoltà superiori, capaci di affrontare qualunque insidia e pronti alle avversità che l’esplorazione dell’universo comporta. Affinché la sua ambizione possa realizzarsi, egli raduna le cinque menti più brillanti del suo mondo per avviare il progetto “Evoluzione Suprema”. La portata del progetto è tale che arriverà a sconvolgere i delicati equilibri razziali, aizzando un conflitto che divamperà tra le galassie, arrivando a coinvolgere gli Illuminati Deraxyan, un popolo innocuo, innocente e ingenuo, ma capace di rendere reale ciò che si trova sul piano onirico e immaginario.

Introduzione

Un romanzo di fantascienza ove tre razze dotate di caratteristiche uniche (Deraxyan, Shyn/Ion e una misteriosa civiltà di un pianeta morente) hanno differenti visioni del mondo ma tutte bramano arrivare alla gloria, detestano la mediocrità e sono attratti da chi è dotato di talento e intelletto.

Aneddoti personali

Galemyos è stato scritto perché l’autore è stato spinto da alcune domande: perché l’essere umano non conosce il significato della propria esistenza? Perché sembra una creatura del tutto “aliena” nel mondo in cui vive ed è preda di una violenza innata a cui sembra incapace di poterla dominare? Perché nutre un incessante bisogno metafisico e, in qualunque epoca, volge lo sguardo verso il cielo alla ricerca del proprio creatore che sembra averlo abbandonato al suo destino?
Premesse oniriche e filosofiche che furono solleticate dalla lettura del manga “Guyver” in cui si ipotizzava che l’uomo non fosse un frutto dell’evoluzione naturale, bensì un esperimento bellico fallito.

Recensione

Solitamente non leggo romanzi di fantascienza ma dopo avere letto l’intervista di questo giovane ed emergente scrittore ne sono rimasta colpita soprattutto perché la storia è ispirata da dogmi filosofici a cui lo scrittore tenta di dare una risposta mediante questo romanzo.
Infatti, l’impatto con il libro è stato molto positivo nonostante sia un po’ lunghetto ma questo grazie allo stile dell’autore ove pur utilizzando termini aulici e ricavati da un vasto vocabolario riesce a descrivere la storia in maniera lineare e scorrevole e per chi non ama i fantasy devo dire che è un aspetto da non sottovalutare.
Vi troverete subito una grande quantità di personaggi con i quali il lettore deve fare la conoscenza ma subito ne prenderete confidenza perché ad ogni personaggio è dedicata qualche frase o un piccolo spazio ove per grandi linee vengono descritte le loro personalità e le loro storie.
Questo genere di narrazione coinvolge sin da subito il lettore che non ha nessuna difficoltà a comprendere ove si svolgono le vicende e i contesti in cui si muovono i personaggi che, a primo acchito, sembrano molto originali e particolari.
Per farvi capire meglio la storia voglio descrivervi alcuni personaggi che mi hanno molto colpito come Sradec Exhelltor, il protagonista della storia e condottiero della propria razza, un personaggio capace di sorprendere anche i suoi più stretti collaboratori.
Jonduh Verkerat, il suo braccio destro, invece, è un individuo di scienza, dalla grande saggezza e dalle intuizioni geniali; spesso defilato, detesta le cerimonie e la pomposità della vita mondana, eppure il suo acume spicca anche quando non vorrebbe, per questo è stato scelto da Sradec in persona come suo braccio destro e come artefice del progetto “Evoluzione Suprema”.
Sui personaggi femminili si apre un vero e proprio universo: donne di carattere e di spessore (siano esse protagoniste o antagoniste), capaci di sorprendere per il loro carisma, tenacia e forza d’animo, ma anche per la loro dolcezza e gentilezza.
L’esposizione, inoltre, è caratterizzata da un buon equilibrio tra discorsi diretti e indiretti e questo mette in luce le qualità espressive dell’autore.
Inoltre voglio precisare che nonostante sia un fantasy il romanzo cela anche una morale perché nel mondo ci sta sempre qualche razza che vuole prevaricare su un’altra e utilizza qualunque mezzo che ha a disposizione pur di raggiungere i propri obbiettivi compresi quelli di scatenare una guerra basta guardare un telegiornale per rendersi conto di questo.

Conclusioni

Se volete leggere un’opera unica nel suo genere, dalle mille sfaccettature, ricca di colpi di scena e aperta a infiniti scenari, allora non vi resta che immergervi nell’universo di Galemyos.

Voto

4/5

Citazioni

«Ahi, che dolore…» la bambina pianse poche lacrime,
fuggendo via dalla sua annoiata aguzzina.
Agli occhi di Daemetrya pareva uno stucchevole stoicismo,
come se a quel popolo fosse vietato esprimere le proprie
emozioni per chissà quale futile contegno.
Se voleva scrollarsi di dosso il disgusto doveva cercare
maggiori stimoli, pertanto attivò il proprio terydest e chiese
udienza alla Principessa.
A risponderle fu suo fratello: «Scusaci ma siamo impegnati
con la costruzione del satellite. La Principessa converserà con te
non appena avrà terminato qui.»
«Questa poi! Non pensavo che fossi entrato in intimità tale
da rispondere al posto suo, Val…» disse, «Se i nostri genitori
volessero ancora saperne di noi, mi piacerebbe mostrar loro
come te la intendi con una non Shyn.»

Recensione di Grace Di Mauro

Una risposta a “Galemyos di Federico Ricci”

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