Fulgore nella notte di Omar Viel

Fulgore nella notte

Omar Viel
Gordon Wilson non si sarebbe dovuto trovare in quella casa. Inebriato dal fascino di una giovane sconosciuta, così simile a sua moglie Una, dà inavvertitamente vita a un incendio e, dalle fiamme, scivola nella realtà la sinuosa figura di una tigre. Gordon fugge, lasciando la propria famiglia disorientata.
È un passaggio di testimone, quello con la figlia Liz, che da Bristol si reca a Londra alla ricerca del padre, per scoprire infine antichi prodigi e svelare i misteri degli Wilson. Passato e presente si intrecciano nella simbologia della specularità. Un viaggio fatto di incontri bizzarri con personaggi eterei, in equilibrio tra il mondo del visibile e quello dell’invisibile, tra l’universo tangibile e quello dell’immaginazione.
Un cammino esistenziale, fisico, letterario, con incursioni nel poetico.
Un romanzo composito nel quale si innesta un generoso tributo al Romanticismo inglese, che invita a lasciar andare gli ormeggi della ragione per abbandonarsi al dominio del possibile.
L’autore
Omar Viel, creativo scrittore e romanziere di altre epoche, Italiano per nascita ma natio di culture arcane. Un Artista che intreccia esistenze eclettiche tra forma e materia, tra illusione e arte illusoria

Introduzione

Purtroppo ho una enorme lacuna da colmare leggendo questo romanzo, non ho il contatto con le parole, non posso scorrere le lettere, sto leggendo pagine fredde su un mesto schermo digitale, io avvezzo alla carta al suo profumo di stampa, alle sensazioni che rilascia la poesia del fruscio e all’odore che risveglia sensi sopiti. Ma vedrò di rendervi egualmente partecipi della mia lettura.

Aneddoti personali

Ho trovato estrema eleganza e una beatificante ricercatezza nei vocaboli, a volte desueti ma in linea con le citazioni riportate. Scorre tutto in un flusso di coscienza che non lascia spazio ad interpretazioni non filosofiche, ottima la descrizione e di effetto la formula epistolare.

Recensione

La fragilità di un uomo che proietta antichi umori fisici e li trasforma in mistiche visioni di estrema poesia, proiettati in fantasie allusive di, sessualità e romanticismo. Una trama come tela di vedova nera trattiene in incantevoli frasi e una perfetta scrittura una magica ed altrettanto occulta poesia. La disperazione di un padre che crolla al vedere la reale falla del suo matrimonio, il composito dell’illusione, accompagna Liz in questo viaggio metafisico. Uno zaino, lega Emily e la figlia Liz, uno zaino che rappresenta la ricerca e il vuoto in esso contenuto, la ricerca di un eden ove anche una Fiera ha il suo compenso d’amore. Supereremo cancelli e giardini di ville incantate come a voler prender in prestito favole spietate. Ci inoltreremo tra le mani sinuose ed insinuanti di un uomo che riscopre la Fiera Donna, entreremo in meandri di una mente contorta ma estremamente poetica, ove la magia ne fa da padrona. Sciogliamo le gomene che ci ormeggiano ad un’isola che non c’è, abbandoniamo il possibile e l’ovvio. Inoltriamoci tra le pieghe dei personaggi, ognuno di loro è un noi stesso, un voi stessi, lasciamoci cullare dalla precisa e perfetta letteratura di queste pagine, di questi pensieri avviluppati come edere velenosa al recinto di animali rinchiusi da secoli, afferriamo un piccione come messaggero di nostro viaggio interiore, piccione dispensatore di intime e invero passioni altrimenti impossibili.

Conclusioni

Lettura profonda e ricercata, difficile all’approccio iniziale, una lettura di profonda radice psicofilosofica e con ricerca del profilo esoterico. Certamente una lettura fuori dalle righe degli scaffali consoni a lettori seriali.
A voi il pensiero rivolto di ciò.

Recensione di Daniele Cavani

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