Sono cose da grandi, Simona Sparaco

Sono cose da grandi, Simona Sparaco

Sono cose da grandi non è un romanzo ma una lunga lettera con cui Simona Sparaco si rivolge a suo figlio Diego di soli quattro anni.

All’indomani dall’attentato di Nizza, una madre non sa come spiegare il male, presentatosi la prima volta davanti alla tv, agli occhi del bambino, non sa rispondere ai mille perché , senza far perdere la fiducia negli essere umani ad un bambino piccolo, che comincia a confrontarsi con le brutture del mondo. Continuare a vivere, accompagnarlo all’asilo, giocare con lui e cercare di allontanare i mostri della paura. Per impedire che la paura blocchi i sogni e la vita di un bambino piccolo, Simona inventa una scatola magica dove custodire le cose importanti, e così pian piano sostituendo con i sogni e la speranza, la paura aiutare suo figlio ad uscire fuori da questo momento difficile.

Ricorderò sempre quel che è accaduto. Davanti a un televisore acceso. La paura che si insinua nei tuoi occhi. È stato un attimo, un battito d’ali, ho riconosciuto un tremore che prima non c’era.

Fino a quel momento avevo avuto la prontezza di cambiare canale ogni volta che la violenza di una scena irrompeva dallo schermo.

– Sono cose da grandi, – ti dicevo, quando tu, vispo e curioso, mi chiedevi di tornare indietro. Sembravi guidato da un istinto ingordo e avevi il distacco dello scienziato. Il mondo è per te un luogo da scoprire. Non provi ribrezzo quando prendi in mano uno scarafaggio e giochi con le sue zampette che si agitano nell’aria, non hai paura che ti punga o che possa nascondere un veleno letale.

Penso che un po’ tutte le madri possano ritrovarsi in questa lunga lettera piena delle paure, dei dubbi  e delle scelte che una madre si ritrova a fare. Non sono solo le paure di Diego a dover essere esorcizzate , ma anche quelle di sua madre, crescere un figlio da sola lontana dal padre che vive lontano da lui , ma che vorrebbe portarlo a New York a fare un viaggio, ma la paura degli attentati, della distanza , di non poter controllare la prende alla gola , tanto da rifiutarne il consenso negando al bambino una bella occasione di viaggio e soprattutto una bella occasione di stare con suo padre, anche lei ha bisogno della scatola magica dove mettere le sua paure e le sue angosce e lasciar fare al suo bambino esperienze lontano da lei. Quante mamme separate si riconosceranno in queste angosce, in queste scelte dolorose ma necessarie?

Simona Sparaco con la sensibilità che la contraddistingue  tratteggia splendidamente i timori , le difficoltà  ed il percorso di crescita che una madre compie insieme al suo bambino. I momenti irripetibili che costellano la maternità, fatti di alti e bassi , di gioie incredibili miste a paure inimmaginabili che in fondo ogni madre conosce. Un libro intimo ed intimista da leggere con rispetto perché racconta la vita.

Ho inventato con te la scatola dei desideri non solo per riempire di sogni e fiducia le nostre giornate, ma anche perché è il contraltare di un’altra scatola, non meno importante, quella del dolore.

La scatola del dolore è piena di oggetti magici che appartengono al nostro passato. Magici perché, solo a vederli, dentro di noi si aprono varchi che non sempre siamo in grado di attraversare. A volte perché il dolore è recente. Altre perché, pure a distanza di molto tempo, resta comunque inaccettabile

Simona Sparaco

SIMONA SPARACO ha pubblicato, tra gli altri, i romanzi Nessuno sa di noi (2013, finalista al Premio Strega), Se chiudo gli occhi (2014, Premio Selezione Bancarella e Premio Tropea) ed Equazione di un amore (2016).

Sinossi

Questa lettera ha inizio nell’estate dei tuoi quattro anni. Quando le mie paure si sono schiuse davanti alle immagini di una strage. Poco dopo la Terra ha tremato. E anche io sono stata contagiata da quel tremore, perché l’ho avvertito in te».

È possibile spiegare a un bambino l’esistenza del male?

Con voce intensa, precisa, intima, una madre guarda dentro di sé per cercare una risposta.

Un giorno, davanti alla televisione, per la prima volta Simona riconosce negli occhi del figlio la paura. E non è la paura catartica delle fiabe, è quella suscitata dalla violenza del mondo. La frase usata fino ad allora per proteggerlo – «sono cose da grandi» – non funziona piú.

Cosí decide di rivolgersi a lui, con semplicità, per dirgli ciò che sulla paura ha imparato. Ma anche per raccontargli la dolcezza di una vita quotidiana a due, tra barattoli pieni di insetti e scatole magiche dove custodire i propri desideri. Scrivendogli scopre la propria fragilità, e in questa fragilità, paradossalmente, una forza.

In questo tempo incerto e minaccioso, una madre prova a decifrare il mondo per suo figlio, reinventandolo attraverso i giochi e le storie che crea ogni giorno per lui.

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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