“Controluce”, di Rita Scarpelli

“Controluce”, di Rita Scarpelli

Rita Scarpelli
«”Controluce” è un romanzo sull’amore: da quello “impossibile” a quello materno. I protagonisti sono medici, quelli che le cronache odierne descrivono come eroi capaci di sconfiggere con le loro cure i mali di una pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo intero. La storia è ambientata in buona parte nel 2018, dunque prima dell’inizio dell’emergenza, e si muove tra il passato e il presente della protagonista, la brillante dottoressa Chiara Morgera e tra il Sud e il Nord del Paese: Napoli, dove Chiara si forma come medico e in cui soffre per un amore “sbagliato”, quello per il suo mentore Paolo Morelli, e Bergamo, la città che la porta definitivamente al successo professionale, quella in cui Chiara smette di essere la “giovane strutturata” e diventa un medico stimato e affermato.» (Dalla Prefazione di Paola Meola)

Introduzione

“Il vero amore deve sempre fare male. Deve essere doloroso amare qualcuno, doloroso lasciare qualcuno. Solo allora si ama sinceramente.” (Madre Teresa di Calcutta)

Aneddoti personali

In questi pensieri di Madre Teresa di Calcutta è racchiusa la vera essenza di questo romanzo. Amore E Dolore o Amore È dolore? Quanta differenza può esserci tra queste due affermazioni? L’Amore è il lato della medaglia contrapposto al dolore o l’Amore è inevitabilmente sofferenza? E perché l’amore non può essere affiancato da serenità e felicità per essere puro e sincero?  Concordo in parte con le parole di Madre Teresa ma è pur vero che non esiste al mondo un amore privo di dolore; ciò che occorre imparare a distinguere è la tipologia di dolore e/o sofferenza causata dall’amore. Ma è davvero l’Amore l’unico colpevole o è solo un capro espiatorio, la punta dell’iceberg di una serie di situazioni che vanno ben oltre il sentimento per eccellenza, quello ricercato e decantato, quello cui tutti anelano anche i più avari nel campo affettivo e quelli apparentemente freddi ed emotivamente distaccati? È questo il target principale sul quale concentrare le proprie riflessioni, ma che apre comunque uno scenario molto ampio sconfinando in ambiti ben più complicati dei “semplici sentimenti”.

Recensione

È l’Amore il soggetto principale di questo secondo romanzo di Rita Scarpelli. L’Amore di ogni ordine e grado ma, a scanso di equivoci, corre l’obbligo di sottolineare che non si tratta di un romanzo rosa dove cuore e amore appartengono alla stessa rima baciata; è al contrario, un romanzo in cui l’Amore viene analizzato in tutte le sue sfaccettature.  L’Amore a 360° quindi, da quello puro e incondizionato a quello amicale, l’amore per il proprio lavoro, da quello impossibile a quello irrealizzato, da quello materno a quello filiale, da quello passionale a quello malato … È il romanzo degli opposti dove tutto si dipana tra passato e presente nell’arco temporale di un decennio che, come un fil rouge, scandisce l’evolversi delle scelte, a volte anche poco piacevoli, ma che tutti prima o poi sono costretti a compiere nella propria vita.  Un andirivieni tra il nord e il sud del Paese, da Napoli a Bergamo, città che vivono le vicissitudini personali e professionali di Chiara e Paolo, ambedue medici, allieva e maestro prima, professionisti affermati entrambi poi … Ma ciò che unisce le loro vite va ben oltre il solo rapporto lavorativo. Il loro, è uno di quegli amori che cela tanta sofferenza, dove per volersi bene bisogna farsi male allontanandosi per limitare quanto più possibile quei danni che immancabilmente fanno la loro incisiva comparsa lasciando cicatrici invisibili e indelebili…   Ma la vita è sempre un passo avanti a noi, mescola continuamente le carte, gioca a nascondino col destino che ha, piaccia o meno, sempre l’ultima parola, fino a quando decide che sia arrivato il momento di sincronizzare una serie di circostanze per far sì che due binari che hanno viaggiato per molto tempo distanti tra loro, finiscano con il doversi per forza incrociare … ancora una volta, a dispetto di tutto o forse, nonostante tutto. Caso? Coincidenza? Nulla di tutto ciò … Non esiste il caso, meno che mai le coincidenze; i cerchi prima o poi si devono chiudere per poter accettare ciò che non può essere cambiato, perdonare e perdonarsi , fare pace con se stessi, con i propri fantasmi e demoni interiori, perché è solo così che si può veramente voltare pagina su un passato che continuerebbe altrimenti a interferire sul presente rovinando il futuro. “O si cambia o tutto si ripete” affermava Tiziano Terzani, frase che viene rappresentata da un doppio uroboro, ovvero, da due serpenti che incrociandosi tra loro formano un cerchio, e mordendosi le code racchiudono l’infinito.
Le tematiche affrontate, e sulle quali riflettere sono molteplici, narcisismo, egocentrismo, violenza sulle donne, dipendenza emotiva, separazione, suicidio, affido, malattie … Il tutto osservato “controluce”, quindi letteralmente contro la  luce, in posizione contraria alla sorgente luminosa che è appunto l’Amore. E da questo punto di osservazione è possibile scorgere successi e fallimenti, rimpianti e rimorsi, vittorie e sconfitte, paura e coraggio mentre veloci scorrono tra i meandri della psiche di ogni personaggio magistralmente rappresentato.  Non ci sono personaggi principali o secondari, non esiste chi rimane indietro man mano che si procede nella lettura. Ognuno di essi occupa un posto importante, Paolo, Chiara, Silvia, Nico, Edoardo, Nora, Arianna, Luca, Anna etc.,  ognuno di essi ha molto da raccontare e da insegnare e si fa fatica a lasciarli andare una volta terminata la lettura.  

Conclusioni

Suggestiva la cover del romanzo, due occhi azzurri e profondi che sembrano scavarti fin dentro l’anima, contrariamente all’effetto glaciale e poco espressivo prodotto spesso da questa tonalità di colore.  La narrazione è fluida, colta, impeccabile dal punto di vista stilistico e linguistico. Le pagine scorrono avidamente una dopo l’altra e arrivati alla conclusione, una miriade di domande ballano nella mente, una su tutte è “ci sarà un sequel?” Tanta è la voglia di continuare a interagire con la vita di ognuno di essi, perché è questa la sensazione, quella di essere totalmente inglobati nella storia da divenirne parte attiva. Non semplice evitare lo spoiler. E’ un romanzo che ti assorbe in maniera totale, difficilmente si troverà un lettore che non abbia avuto almeno una delle esperienze raccontate. Arduo non riconoscere e ritrovare una parte di sé in ognuno dei protagonisti.  Assolutamente consigliata la lettura

Teresa Anania

Voto

5/5

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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