Catena Fiorello incontra il mondo incantato dei libri

Catena Fiorello incontra il mondo incantato dei libri

A chi non nasconde le lacrime.

Catena Fiorello , scrittrice amatissima dal pubblico, le sue presentazioni sono sempre affollate, il suo ultimo libro ” Tutte le volte che ho pianto” ha scalato le classifiche di vendita. Ma io voglio parlarvi di Catena, una donna splendida, con cui ho trovato empatia immediata, come accade raramente nella vita , semplicemente parlando con lei , in questa intervista che ci ha rilasciato. Il nostro blog la segue da tempo , infatti abbiamo letto e recensito diversi sui libri, ma io in particolare ho conosciuto ed apprezzato anche la donna. Questa intervista è nata in maniera curiosa, il suo ultimo libro è stato recensito da Fabiana Manna a questo link https://www.ilmondoincantatodeilibri.it/tutte-le-volte-che-ho-pianto-di-catena-fiorello/

Quindi l’intervista è stata redatta a quattro mani , con un risultato meraviglioso.

“Tutte le volte che ho pianto “ è un romanzo prevalentemente al femminile, la cui protagonista, Flora, ancora profondamente addolorata per la fine del suo matrimonio, che piange pur non piangendosi addosso, erge una barriera dietro la quale vuole proteggersi, decidendo di bastarsi. Quante sono secondo te, le persone, donne ma anche uomini, che in seguito a una grande delusione assumono questo tipo di atteggiamento?

Tutte le volte che ho pianto scritto gigante super maiuscolo non è un romanzo al femminile, è un romanzo che racconta la storia di una donna, è un romanzo che va bene per tutti, io ho sempre difeso la posizione di romanzo senza genere e spiego il motivo, perché secondo me se racconti una storia, per esempio se racconti la storia di una donna allora è un romanzo per una donna, se racconti di un uomo è un romanzo per un uomo; ed io lo respingo totalmente perché appunto è ormai pratica diciamo consueta definire i romanzi : questo è un romanzo per donne al femminile, ma anche lo stesso al femminile lo respingo in quanto racconta di donne, ma gli uomini possono tranquillamente leggere delle storie di donne, ciò lo faccio notare perché spesso si dice questa cosa , ed io rispondo scusate ma voi donne abbiamo mai detto questo è un romanzo al maschile e quindi non lo leggo?, no la donna diciamo è tutto, quindi non ci faccio impressionare dai protagonisti delle storie, per cui definisco tutte le volte che ho pianto un romanzo corale che parla di donne, ma parla anche di uomini Leo, Antonio, lo stesso Mauro, Amedeo . Capita spesso che dopo grandi dolori ci si chiuda, decidendo come dici tu di bastarsi è un errore e ne parlo proprio nel romanzo perché è come se mettessi in guardia, non io ma Flora che dentro la storia ti dice attenzione che quello che si fa di solito chiudersi in sé stesso è sbagliato, che solo nel momento in cui ci apriamo al mondo che il dolore ci pesa meno.

Spesso il pianto viene considerato, erroneamente, motivo di debolezza. Personalmente ritengo sia invece una naturale e umana manifestazione di emozioni e di onestà. Quanto pesa per te una lacrima e cosa rappresenta il pianto?

Quanto pesa per me il pianto, io piango poco, negli ultimi anni ho cominciato a piangere meno, è stato proprio questo che mi ha portato a scrivere questo romanzo, avevo bisogno di far parlare una donna che invece non teme il pianto, infatti Flora mi ha insegnato un sacco di cose, man mano che facevamo questo pezzo di strade insieme, e mi ha insegnato il valore di lasciarsi andare, il valore di non tenere tutto dentro, non è facile e per me ogni lacrima che riesco a fare uscire è una conquista.

Nella seconda parte del libro c’è una frase che mi ha molto colpita: “ Nessun dolore è mai inutile”. Pur essendo consapevoli che nessun essere umano è immune dal dolore, spesso, si arriva a comprendere questa verità solo dopo la fase acuta. Cosa vorresti suggerire a chi sta vivendo ancora un periodo di profonda sofferenza?

Come scrittrice non ho suggerimenti da dare, probabilmente neanche come persona, per un semplice motivo perché credo che anche la lettura di un romanzo funzioni un po’ come una seduta di psicanalisi, cioè devi arrivare da solo a delle risposte, devi arrivare da solo a capire che cosa è un bene per te, dunque quando mi chiedono per esempio durante le interviste qual è il messaggio di questo romanzo?, Io rispondo per carità io non ho messaggi da dare e non mi sento il messia, non mi sento un guru che ha risposte da dare a nessuno, però suggerisco un percorso attraverso il mio romanzo: ogni lettore dispone di una propria intelligenza emotiva, il lettore da solo saprà barcamenarsi in questo viaggio e trarne se ci sono le propri3e conclusioni.

L’amore, in tutte le sue declinazioni, dovrebbe ed è sempre una risorsa. Ma a volte viene considerato come un problema. Perché?

Quando accade di sentire , avvertire, concepire, vedere l’amore per qualche persona come un problema, piuttosto che una risorsa, significa che noi abbiamo appunto un problema in quella relazione, e a volte ci vuole il coraggio, come il coraggio di piangere, anche il coraggio di lasciare andare o di allontanare proprio le persone che abbiamo vicino, a volte è doloroso perché abbiamo creato delle dipendenze, perché pensiamo che da soli non riusciamo a stare o non abbiamo abbastanza forza, ma il rapporto sbagliato anche le minime e residue forze che abbiamo ce le toglie proprio, quindi è meglio soffrire che non vivere in maniera patologica un rapporto che non ha senso di esistere, io voto sempre, do il massimo voto dieci a chi ha il coraggio di interrompere relazioni tossiche, anche quando fa male interromperle.

Il tuo è un romanzo pregno di valori straordinari: amicizia, rispetto, lealtà, mutuo soccorso, partecipazione, Principi che si stanno un po’ perdendo, soprattutto tra i giovani. A cosa credi sia dovuto questo infausto cambiamento?

Se pure strano credo che siano proprio i giovani ad averli questi valori, giro nelle scuole, giro tanto nelle presentazioni, ma soprattutto nelle scuole, molti ragazzini mi sorprendono per la delicatezza che hanno, per la sensibilità, noi non dobbiamo farci sorprendere dalle notizie sensazionalistiche che leggiamo nei giornali , si leggiamo dei bulli , leggiamo di chi violenta, però quanti ragazzi perbene , quindi la maggioranza silenziosa ci sono ed io credo invece che loro possono insegnarci tanto, dobbiamo guardare questi ragazzi, quelli buoni, perché abbiamo davvero tante cose da imparare, ed io invece faccio un piccolo appunto, polemico e negativo forse così critico si usiamo critico nei confronti della generazione dei quarantenni cinquantenni, siamo noi più cinici, siamo noi che abbiamo perso il valore di certe parole come rispetto, tolleranza, i fatti ce lo dimostrano, e quindi forse dovremmo per primi noi guardare e vedere in tante cose.

Cosa ti ha ispirato la stesura del tuo ultimo romanzo e quanto tempo hai impiegato per scriverlo?

Per scriverlo in tutto tra correzioni e cose varie circa otto – nove mesi, quindi se ne è andato un anno, e mi hanno ispirato le donne, l’osservare tutti i giorni la forza che hanno certe donne, nel malgrado tutto andare avanti, donne che fanno salti mortali per crescere i figli , mantenerli senza qualcuno che le aiuti, senza qualcuno che le motivi per fare le cose, eppure vanno avanti non si lamentano nemmeno , non sono piagnone, eppure piangono, sono donne che piangono e questo è un omaggio dedicato a chi, come c’è scritto d’altronde aprendo il libro proprio la prima cosa che  si legge è “ a chi non nasconde le lacrime”, il romanzo è dedicato non solo alle donne , ma a tutte le persone di buona volontà che ogni mattina si alzano, mettono i piedi per terra e vanno avanti, malgrado come dico io il cielo tira pietre.

E’ provato che la scrittura sia estremamente terapeutica. Puoi confermarlo anche tu?

Assolutamente confermo, quando ci si scrive a facebook ti chiedono di scegliere se vuoi scrivere una frase che ti rappresenti io ho scritto “ Ho sempre letto per difendermi dall’ignoranza ed ho sempre scritto per difendermi da me”, a prova del fatto che è un modo per tirare fuori le cose che ho dentro e che magari non saprei dire in altro modo.

Sei una scrittrice che arriva direttamente al cuore dei lettori, che riesce a suscitare grandi emozioni e che riesce ad instaurare un rapporto di profonda empatia. Quali sono i tuoi scrittori preferiti e/o quelli che hanno inciso particolarmente sul tuo modo di scrivere?

In assoluto tra gli italiani lo scrittore che ha influenzato di più la mia emotività, non la mia scrittura, perché siamo mondi lontani Dino Buzzati ed io nello scrivere, lui era molto secco, asciutto, quasi asettico a volte, chirurgico eppure così coinvolgente, ecco si in assoluto Dino Buzzati è il mio autore preferito tra gli italiani, ma non in assoluto lo scrittore che amo di più ,perché gli scrittori che amo di più sono due e sono :  sicuramente Romain Gary “ La vita danti a sé” per me è  stato un viatico, lui parlava di banlieue parigina quando negli anni 70 non se ne vedeva nemmeno l’ombra, ha parlato di integrazione tra musulmani ed ebrei, tra  razze diverse , in una maniera così magistrale e così attuale oggi Romain Gary e Momo il personaggio che ha raccontato , il bambino che ha raccontato nella vita davanti a sé, sarà per sempre nel mio cuore; poi c’è il grande Isaac Bashevis Singer, il primo libro che ho letto nella mia vita è stato un racconto di Isaac Bashevis Singer” Un giorno di felicità” avevo quattordici anni, i primi soldi che spendevo proprio personali , li spendevo per acquistare un libro , mia madre me li diede credo 1200 lire ed acquistai questo racconto, e da lì questo racconto mi obbligò, perché mi affascino talmente tanto, a leggere l’opera omnia di Singer, che io rileggo di tanto in tanto “ La famiglia Moskat”, un affresco così arguto, così intelligente, così profondo, che non puoi fare a meno di rileggerlo di tanto in tanto. Devo dire che un altro scrittore che amo è Imre Kertèsz lo conoscerete sicuramente , Premio Nobel anche lui come Singer ed “ Essere senza destino” è uno dei libri più illuminanti sulla Shoa. Se mi chiedete di autori contemporanei non lo so faccio fatica, mi piace molto lo stile di Simona Sparaco, mi piace molto Lia Levi, e mi piace Dacia Maraini perché è una grande, con tutte le caratteristiche dei grandi, la sua umiltà , la sua discrezione, ed il non voler apparire a tutti i costi in un mondo che ti obbliga ad apparire.

Desideri dire qualcosa in questa occasione ai tuoi numerosi lettori?

Ai miei lettori che non sono pochi, non vorrei dire che sono tanti ma da quello che vedo, quando si arriva in classifica significa che il libro ha un particolare gradimento, voglio dire solo questo li ringrazio, perché mi hanno permesso di continuare a fare questo lavoro, loro la potenza dei lettori, la meraviglia dei lettori è questa ,loro ti permettono di continuare a fare il tuo lavoro , senza loro non saremmo nessuno, e li ringrazio per ogni singolo acquisto, ma non è una captatio beneventilae , lo dico sinceramente e con il cuore, loro lo sanno che dico le cose col cuore, perché non riesco a fingere e  voglio fare un appunto sulle classifiche e dire io sono entrata sempre nelle classifiche con i miei romanzi, certo con tanta fatica, girare , andare, presentare il libro ovunque, nulla si ottiene gratuitamente , però dico anche : attenzione non guardate sempre le classifiche per fare i vostri acquisti, ci sono meravigliosi libri che non compaiono nelle classifiche, magari non compariranno mai, e non vuol dire che siano meno interessanti, ci tengo perché ormai è diventata una moda dilagante se sei in classifica vali, altrimenti no. Io in classifica ci sono, ci sono stata , ma non credo proprio che la classifica racconti nulla, bisogna aprirli i libri, leggerli, a volte nelle classifiche ci stanno anche dei libri veramente inesistenti dal punto di vista della qualità, però ci stanno magari perché il mercato li spinge, sono fenomeni del momento, quindi non badate alle classifiche, non è quello che determina un buon libro.

E qui casca l’asino, comunque anche io amo Singer, ma profondamente, ho letto libri di entrambi i fratelli Singer, a me è piaciuto tantissimo anche la famiglia Karnowski, quindi mi sa che abbiamo gli stessi gusti letterari.

Sai che questo libro non l’ho letto? Mi hai dato l’idea di leggerlo Subitoo.

Ti dirò che io prima ero solo appassionata di Isaac, poi chiaramente sono venuta a conoscenza dell’esistenza del fratello che è Joseph, e poi voglio dire una cosa, la sorella Esther, tra l’altro è stata ripubblicata da poco da Bollati Borighieri  con “ La finta cieca” è un libro bellissimo , e trovo che ci sia stato un po’, con un maschilismo imperante terribile che detesto, un accanimento perché lei era femmina, infatti non è venuta fuori come i fratelli, questa cosa mi fa girare un po’, vedi quella perché era femmina,  vabbè che  anche ora c’è un maschilismo imperante, però Esther era molto brava.

Concordo  io essendo blogger frequento molti gruppi letterari , e pensa che ci sono uomini che dichiarano con orgoglio di non leggere libri scritti da donne, è semplicemente vergognoso, io leggo un libro perché mi piace , perché ci entro dentro, mi emoziona, io vivo altre vite quando leggo un libro, sono una lettrice appassionata, se un libro non mi fa vivere quello che sto leggendo, per me non è empatico, anche se è scritto bene, anche se un libro famoso, anche se è un Nobel per la letteratura, e quindi ti dirò il maschilismo è ancora imperante addirittura nella scelta dei libri , da quando ho cominciato a gestire il blog ho letto delle cose veramente belle, scritte da emergenti, certo non nego che ho letto anche cose che forse non dovevano manco essere scritte, ma ti assicuro ho avuto delle splendide sorprese.

Concordo sui non famosi, Elisa mi sa che ci assomigliamo in molte cose io e te, mi piacerebbe conoscerti.

I blog hanno rivoluzionato il mondo dei libri, in maniera democratica, cosa intendo spesso e volentieri ci sono recensori o comunque giornalisti dediti alla cultura, che è tutta un’altra storia dai critici letterari, fanno recensioni pur senza avere nessun merito, che facevano il bello ed il cattivo tempo nel mondo dei libri, ti intervistavano, non ti intervistavano, se non ti intervistavano loro non esistevi, non eri nessuno, oggi questo è cambiato perché ci sono blog sicuramente molto ma molto più seguiti di loro, di queste recensioni blasonate sui giornali, io faccio parte di quella categoria di scrittori che si è conquistata col sangue ogni recensione, e quindi diciamo che io non facendo parte “orgogliosamente” di quel mondo dei soliti noti, che poi si conquista le recensioni non per meriti, ma perché “ Si Deve”, mi sentivo quasi una cenerentola, nel senso ma perché io non devo essere recensita, perché questo non si degna nemmeno di prendere il mio libro in mano, ed in questo senso sono stata tanto aiutata dai blog, davvero tanto, sai il blogger è libero, vive una sua dimensione di libertà ed autonomia, e quindi alla fine secondo me è stata una conquista il recensire in questa maniera , ed io li ringrazio tutti i blogger che sono riusciti in questi anni a darmi una mano, ed oggi arrivano anche le recensioni quelle dei giornali e ripeto quelle dei blogger non hanno meno valore assolutamente.

Io riferito a questo ti dirò, ho un piccolo blog, ho delle collaboratrici valenti che mi aiutano, e sono assolutamente libera, nel senso che se mi capita tra le mani un libro bello di una casa editrice sconosciutissima, io lo porto in giro, anzi se il libro mi piace lo intervisto lo porto in giro, gli organizzo delle presentazioni qui a Napoli nelle librerie, io ci tengo a fare uscire questi ragazzi meritevoli da questi trust creati dalla stampa di settore, dalle grandi case editrici.

Brava tu sei una persona libera, non se ne può più di scrittori “spinti” per soldi.

Hai progetti in cantiere, sogni nel cassetto non realizzati? Raccontaci un po’ di te Catena.

Il sogno in assoluto più bello della vita, dal punto di vista professionale, l’ho già realizzato nel senso che “Picciridda” è diventato un film, adesso si c’è un sogno accanto a quello ed è quello di far diventare “ L’amore a due passi” un film, perché racconta di un amore meraviglioso, quello tra due settantenni che hanno ancora il coraggio di mettersi in gioco, e lo fanno durante una vacanza bellissima in Salento, secondo me tra l’amore in Salento ed il coraggio di amare oltre una certa età, sarebbe una bomba questo progetto, quindi sogno di realizzare questo.

Ed io cara Catena te lo auguro di cuore.

Grazie infinite per essere stata con noi e per averci dedicato il tuo tempo.

Elisa Santucci e Fabiana Manna

Recensione del libro L’amore a due passi https://www.ilmondoincantatodeilibri.it/lamore-a-due-passi-di-catena-fiorello/

Recensione del libro Casca il mondo , casca la terra. https://www.ilmondoincantatodeilibri.it/casca-il-mondo-casca-la-terra-di-catena-fiorello/

Pubblicato da Elisa Santucci

Sono Elisa Santucci, fondatrice ed amministratrice dall'8 luglio 2016 . Il blog nasce dalla mia passione per i libri da sempre, dalla voglia di parlarne e fare rete culturale, perché io penso che il web, i blog, i social si possono usare in tanti modi, io ho scelto di creare un'oasi culturale. io sono pienamente convinta che leggere ci insegna a pensare e a essere liberi. "Leggere regala un pensiero libero come un volo di farfalle, un’anima con i colori dell’arcobaleno , forza e creatività" è il mio motto. Editor freelance, correttore di bozze, grafica. Servizi editoriali .

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