“Bianca e Friederich. Una storia d’amore, di cannocchiali e fili d’erba”, di Maria Giacometti

Bianca e Friederich. Una storia d’amore, di cannocchiali e fili d’erba

Apparentemente la storia di un regno da favola con tanto di principi, conti e un matrimonio finale; eppure c’è ben altro: siamo infatti in Europa negli anni che precedono il Secolo dei Lumi, densi di scoperte scientifiche e innovazioni politiche e filosofiche. Così, attraverso le voci dei differenti personaggi e in particolar modo dei due protagonisti – Bianca, una bellissima contessa con un feudo da governare davanti a sé, e Friedrich, un colto progressista, commerciante ma appassionato di scienza e filosofia –, l’Autrice, nelle vesti di una moderna cantastorie, apre il suo lungo racconto alle teorie di Plotino, Montaigne, Spinoza, Leibniz e Hobbes, citando anche numerosi altri pensatori, da Cicerone a Pascal.

Introduzione

Un libro che grazie all’ausilio della favola si propone di spiegare la filosofia; favola romanzata, quindi, dove la filosofia è la padrona di casa.

Aneddoti personali

Come possono filosofia e favola coesistere? Questa è la domanda che inevitabilmente viene da porsi… Ebbene, la risposta è assolutamente affermativa, non solo possono coesistere ma arrivano addirittura a completarsi, fondendosi in genere letterario in un certo senso innovativo e che si pone come un vero e proprio Bildungsroman.

Recensione

L’essenza dell’intero romanzo è racchiusa tutta nel titolo. I nomi dei protagonisti, Bianca e Friederich; Una storia d’amore, quindi sappiamo ciò che in parte leggeremo in un contesto fatto di cannocchiali e fili d’erba. I cannocchiali ci indicano immediatamente che il riferimento è alla Rivoluzione Scientifica del XVII secolo, che insieme a microscopio, termometro, pompa a vuoto e barometro, completano i cinque strumenti filosofici fondamentali alla Rivoluzione stessa. I fili d’erba rimandano a Leibniz e alla sua filosofia : … “In Natura non esisteranno due esseri che sono perfettamente uguali o differenti solo numericamente… non si troveranno mai due uova, o due foglie, o due fili d’erba in un giardino che siano perfettamente simili tra loro”…
La filosofia è quel genere di disciplina che fa storcere il naso, che sa di obsoleto e di pagine impolverate di cui discutere con una specie di guru con la barba lunga… nulla di più sbagliato… basta soffermarsi un attimo a ragionare per rendersi conto di come sia applicata alla nostra quotidianità. Filosofia significa letteralmente “amore per la sapienza” e non fa altro che porre domande sul mondo, sull’essere umano e sull’esistenza stessa dell’uomo, analizzando attraverso la riflessione i limiti del sapere e il nesso che esiste fra conoscenza e amore inteso come passione, libido, desiderio, che per Platone altro non era che il principio fondamentale alla base della ricerca filosofica.
Chi non si è posto almeno una volta domande sulla propria esistenza o cercato risposte a concetti che appaiono dogmi inconfutabili? Pur senza rendercene conto, quasi, la filosofia fa parte della nostra vita quotidiana… Quindi perché non provare a spiegarla meglio adottando un metodo infallibile come la favola? Ed è proprio ciò che Maria Giacometti, docente di Storia e Filosofia nei licei classici oltre che psicoterapeuta, fa, grazie al “suggerimento” che le viene fornito dal nipote che, come tutti i bambini, alla ricerca di risposte rincorre i suoi “perché”. Ed ecco che partendo da una disciplina ostica, inizia a spiegare in maniera semplice concetti complessi come l’amore, la libertà,l’appartenenza, il rispetto, la morte ma soprattutto la vita e tutto ciò che la contiene, e lo fa trascinando il lettore in quel periodo storico antecedente il noto “secolo dei lumi”, caratterizzato da innumerevoli innovazioni e scoperte scientifiche.
I protagonisti principali del romanzo Bianca e Friederick, sono una Contessa col preciso compito di provvedere al governo del suo Feudo, e Friederich, un commerciante sui generis con la passione per la filosofia e la scienza. Non ci troviamo davanti a una semplice, lineare e fiabesca storia d’amore, non è la favola del …”c’era una volta… e vissero felici e contenti”… ma guidati dai vari Spinoza, Cicerone, Hobbes, Pascal, Plotino, Leibniz, Montaigne etc., all’interno di un percorso di crescita che si snoda tra cavalieri, principi, conti, mercanti, feudi e feudatari, in un background storico ricco di personaggi ognuno dei quali ci viene presentato sotto una moltitudine di sfaccettature, grazie alla scelta dell’autrice di dedicare un capitolo intero ad ognuno di essi.
Non entro volutamente nel fulcro della storia narrata per non far perdere al lettore il gusto della scoperta e la curiosità di voler capire perché non si tratti di una canonica storia d’amore. Il romanzo è lineare, semplice nella sua apparente complessità; il linguaggio colto, raffinato ma di facile comprensione; lo stile narrativo è scorrevole e trascinante in un “mondo altro” dove la riflessione è d’obbligo e molteplici sono i quesiti che inevitabilmente induce a porsi.
Un romanzo a “forma di favola” che tra sogno e realtà, castelli e cavalieri, domande e risposte, condurrà velocemente verso la conclusione ma, lascio ai lettori il piacere di scoprire se, come ogni favola che si rispetti, abbia o meno un Happy End…

Conclusioni

Consigliata sicuramente a tutti la lettura ma auspicabile ancor di più fosse adottato dagli Istituti Scolastici Superiori per consentire ai discenti di avvicinarsi in maniera gradevole ad una materia di studio odiata dai più…

Teresa Anania

Voto

5/5

Citazioni

…Se questa è l’unica vita, è un obbligo viverla al meglio. Ci hanno insegnato a meditare sulla morte in vista di una vita futura: quale vita futura? Nulla eravamo prima di nascere e nulla saremo dopo la morte. Noi siamo racchiusi nel cerchio del buio: questa è la realtà. E se questa è la realtà, è la vita a dover essere l’oggetto della meditazione: anzi, non la meditazione, ma l’azione deve essere il nostro impegno nel mondo. Quale azione? Quella che accresce la nostra potenza di vivere, l’unica che ci rende felici.

“Erano due persone tristi, ma che avevano trovato, l’uno nell’altro, un rifugio nel quale la loro infelicità era momentaneamente messa a bando. … […]… Si era da subito accorto che la vita che egli le offriva le toglieva la lucentezza del sorriso, trasformando il suo bel volto in una maschera inespressiva, ma ciò era una faccenda che, diceva, a se stesso, non lo riguardava. Non le aveva promesso né felicità né amore; nei suoi confronti aveva sempre usatole parole che si usano nella stipula dei contratti: nulla di più, nulla di diverso. Si mise a spiarla. Gli fu facile carpire il segreto dei suoi incontri con il giovane innamorato. … […]… Esisteva al mondo una persona brutta come o più di lui che, ciononostante, era capace di di farsi amare e di dare amore.

Sono le parole che, sostituendosi ai fatti, ci nascondono la realtà, e ci fanno chiamare volontaria un’azione solo perché non conosciamo tutta la complessità delle cause che la determinano. In realtà noi subiamo le leggi della natura e ciò che chiamiamo volontà altro non è che lo stato del corpo che la mente registra. La libertà non è che una semplice illusione … Gli uomini sono consapevoli del loro istinto e ignari delle cause da cui sono determinati…

Recensione a cura di Teresa Anania

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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