Alessandra Di Girolamo intervista Elenia Stefani

 

 

 

 

Elenia Stefani nel suo libro ” Il girotondo di emozioni”, ci parla delle sue emozioni , delle sue gioie,dei suoi sentimenti e della consapevolezza che un figlio possa cambiare davvero la vita di una donna, naturalmente in meglio!

Noi le abbiamo rivolto qualche domanda , Elenia ci ha parlato di sè e del suo libro, in questa piacevolissima intervista.

la recensione del suo libro

Il mio girotondo di emozioni . La recensione di Alessandra Di Girolamo

 

Cara Elenia, ho avuto il piacere di leggere e recensire il tuo libro “ Il mio girotondo di emozioni”,vorrei sapere cos’è per te l’Emozione?

Ciao Alessandra, intanto grazie mille per il tempo che hai dedicato al mio libro, spero davvero che ti sia piaciuto.

Per me l’emozione è tutto; so che può sembrare una frase fatta ma io ne sono pienamente convinta.

Credo che la vita sia un continuo arcobaleno di sensazioni che vanno vissute fino al midollo, proprio come esprimeva Robert Herrick nella sua famosa e forse più conosciuta poesia

Cogli la rosa quand’è il momento,

 che il tempo, lo sai, vola

e lo stesso fiore che sboccia oggi,

domani appassirà.”

Credo che ogni avvenimento vada vissuto e apprezzato, credo che l’emozione derivi proprio dal vivere ogni aspetto della vita senza turbamenti, tabù, indecisioni, senza la paura delle conseguenze…insomma, vivendolo a tutto tondo sul momento. So che è un pensiero utopistico e poco reale, io stessa non riesco ad attuarlo sempre, ma sono convinta che ogni emozione possa scaturire pienamente sono in quel modo.

Questa società in cui viviamo pone spesso dei pregiudizi e dei muri riguardo a chi vive emotivamente classificando spesso come debole chi invece è più forte -almeno secondo il mio pensiero- perché sono convinta che solo colui che ha dentro sé la capacità di affrontare e vivere intensamente ciò che gli si presenta davanti ha un carattere e una forza d’animo maggiore che spesso cela proprio per paura del parere altrui. Nulla a togliere a chi non piange davanti a un film o a un bambino che corre felice o a un’ingiustizia, ma io nelle mie lacrime, di gioia o tristezza che siano, trovo solo vita piena e non cambierei per nessuno al mondo.

Spero di non essere stata troppo discorsiva o intricata; se devo sintetizzare direi che le emozioni sono ogni espressione del viso e ogni stato d’animo che la giornata mi dona con la consapevolezza di essere viva e di poter amare e ringrazio di cuore chi mi ha insegnato a vivere così.

Per i lettori che ancora non ti conoscono bene, vuoi precisare chi è “Elenia Stefani?”

Certo, molto volentieri.

Sono una ragazza strampalata, puntigliosa ma sognatrice.

Sono figlia di grandi lavoratori: mia mamma è una stimata ristoratrice e mio padre è un artista sia con le parole sia con i disegni ma principalmente è un contadino e devo a lui sia il mio amore per la natura sia il mio vivere emotivamente.

Ho cercato la mia strada prima studiando pedagogia poi aprendo un piccolo bar a Brescia, dove vivo da quasi 10 anni.

Ho trovato il cammino solo 4 anni fa, per caso, senza rendermene conto, mostrato da una creatura piccola e indifesa che mi ha insegnato ad amare visceralmente: Carlotta.

Con lei ho scoperto il mio “posto nel mondo”: sono una mamma e da qui sono “diventata” una scrittrice alle prime armi con tanta strada da fare e tanto ancora da imparare.

Inoltre, come detto prima, sono una sognatrice: non sogno un mondo migliore ma una vita più serena e altruista per tutti; desidero vedere più sorrisi in giro per la strada e più aiuto reciproco.

Bellissimo e avvolgente il modo in cui canti l’amore per tua figlia Carlotta, pensi di aver ricevuto lo stesso privilegio da tua madre?

Wow, bella domanda!

Mia mamma è uno scrigno segreto; è piena di emozioni e di pensieri che cela spesso a tutti.

Ha passato tutta la vita cercando di far felice l’uomo che ama, a crescere 4 figlie cercando di non far mancare ciò che ci serviva, ha pensato sempre e solo al lavoro diventando un porto sicuro per i clienti -perché spesso non si capisce quanto una barista, una ristoratrice, diventi quasi una psicologa dei clienti storici- ; lei era ed è una roccia per loro, per amici e parenti. Ha sempre dovuto essere la parte solida della famiglia perché mio padre è un emotivo al cubo -pensa che quando piange noi scherziamo dicendo che gli serve un asciugamano, non un fazzoletto-.

Le carezze fisiche e parole dolci forse sono state sempre poche però mi ha dato -e mi da- affetto in altri modi come le regole, il rispetto, il sostegno, l’indipendenza, la fiducia e la libertà di essere sempre me stessa anche quando facevo o pensavo diversamente da come lei riteneva corretto.

Lei ha dovuto mostrarsi “rigida” per compensare l’empatia di mio padre ma so che nel suo cuore c’è sempre un turbinio di emozioni che vorrebbe esprimere ma senza sapere come fare -dai miei si dice che il legno lo pieghi da giovane…da adulto fatichi a cambiare.

E’ anche merito suo se sono così; essendo l’ultima figlia credo che, per un certo periodo, io abbia vissuto i suoi anni più difficili vedendo quanta forza aveva per affrontare tutto cercando di mascherare come stava veramente quindi, ora che sono grande, posso dire di avere imparato più di quanto credevo.

Il tuo libro è accompagnato da dolcissime immagini che impreziosiscono ulteriormente il legame tra te, la tua bambina e il tuo mondo. È stata una tua scelta realizzare questo connubio: pensieri e foto?

In verità è stata un’idea del mio editore.

Inizialmente io mi ero rivolta a lui solo per stampare qualche copia per amici e parenti ma lui ha creduto in me e ha proposto di associare ogni poesia a una foto e così abbiamo selezionato quelle più consone; quasi tutte sono state scattate da fotografi professionisti tranne 3: quella di “Dormi con me” raffigura la parete della mia camera da letto e riprende le stelle citate nel testo; la bambina nella foto associata a “Il tuo secondo compleanno” è veramente Carlotta nel giorno del compimento dei suoi due anni e la cagnolina della poesia “Ginger” è davvero la mia tenera Ginger…tutti scatti fatti in con il cellulare ancora prima di pensare a un ipotetico libro.

Qual è il ricordo più bello che hai del tuo paesello Combai, a parte la bianca e candida neve?

Combai è associato letteralmente a tutta la mia vita fino ai miei 18 anni lasciandomi infiniti ricordi ed è difficile pensare a uno solo scegliendo tra quelli più belli riguardanti i miei genitori e la mia vita quotidiana ma il primo che mi è venuto in mente adesso è più che altro un rituale con protagonista mio nonno Ermes.

Purtroppo, ho solo pochi ricordi dei miei nonni materni -mio nonno Dosolino morì che avevo appena un anno e mia nonna Riccardina se ne andò che ne avevo 4- ma sono cresciuta con quelli materni sempre “tra i piedi”.

Prima di tutto dovete sapere che casa dei miei genitori è situata sopra il ristorante di mia mamma, in una vietta stretta, senza marciapiedi, con un “muro” di case in entrambi i lati che portano ad amplificare i rumori dei veicoli anticipandone il passaggio ancora prima di vederli.

Ora posso raccontarvi questo mio ricordo: mio nonno Ermes era un precisino e ogni giorno passava con il suo amato trattore lungo la via di casa mia per andare a lavorare nei suoi campi, rigorosamente alla stessa ora, puntuale come un orologio -tanto che tutti i paesani sapevano che ore fossero basandosi sul suo passaggio- e io, se ero in casa -o meglio al ristorante- correvo fuori solo per vederlo passare con mia nonna Elda e dargli un bacio.

Credo che a quei muri di sassi che per tanti anni hanno beneficiato del suo passaggio manchi quel suono strano quanto manca a me.

Nella seconda sezione del tuo scritto, ci racconti della tua vita, delle tue passioni e della tua preziosa amica. Sono rimasta colpita dalle tue parole:” hanno sbagliato la definizione di Amicizia sul dizionario perché bastava il tuo nome”. Ci vuoi parlare di questa persona?

Monica è parte della mia vita da quasi 15 anni ed per me è un membro della famiglia…non potrei immaginare una persona migliore di lei.

Ci siamo incontrate alle superiori e la nostra amicizia è cresciuta gradualmente, piano piano.

Un’estate l’ho letteralmente catapultata in un’avventura portandola con me come volontaria in una struttura di un’associazione benefica che conoscevo bene e credo che sia stata quell’esperienza ha consolidare il legame rendendolo indissolubile.

Se tu vedessi Monica forse ti chiederesti come facciamo ad essere amiche: lei è magrissima, carnagione bianca, capelli scuri e lisci; è riflessiva e pondera le sue scelte invece io, beh, lo sai, sono tutto il contrario.

Lei è l’unica persona a cui non ho mai celato niente di me, del mio passato, dei miei errori, dei miei problemi, dei miei pensieri e delle mie scelte; lei ha sempre ascoltato, ha sempre avuto tempo per me -anche ore intere in tarda notte- e non ha mai giudicato le mie decisioni e i miei sbagli anche se non condivideva.

Da quando vivo a Brescia, passiamo anche settimane senza sentirci e mesi interi senza vederci eppure lei è sempre lì, sempre presente e disponibile; incarna la vera e pura amicizia e non saprei che fare senza averla al mio fianco; è un porto sicuro e sono immensamente grata per ogni parola, per ogni silenzio e per ogni sguardo che mi ha dato.

Sono una persona fortunata ad averla nella mia vita, non tutti possono vantarsi di avere un’amica come lei e io sono orgogliosa di questa possibilità.

Credo che adesso sia meglio asciugarmi le lacrime…se fosse qui mi direbbe che sono sempre la solita!

Alle donne che non accettano la maternità, che rifiutano la maternità per svariati motivi che non approfondiremo in questa sede, cosa vorresti dire?

Parto da quello che per me è il primo aspetto: decidere se avere o meno un bimbo.

Io amo essere mamma, volevo avere un figlio -non pensavo così presto, ma lei è arrivata e io ero da subito felice- ma credo che a nessuno spetti di giudicare e sentenziare sulle scelte altrui, tantomeno riguardo alla decisione di diventare o meno genitore; ogni persona è frutto del suo passato e delle sue esperienze e sono convinta che ogni donna ponderi bene se avere o meno figli quindi chi sono io per stabilire che sbagliano a non volerne?

Invece, riguardo al vivere la quotidianità di mamma in ogni suo aspetto, io posso solo dire che amo esser partecipe di ogni aspetto della sua vita: accompagnarla a scuola, farle fare sempre nuove esperienze, spronarla e riempirla di attenzioni.

Come dicevo nella tua domanda riguardo a mia madre, la mia non è stata molto presente per motivi lavorativi e, per quanto oggi possa capire che il motivo sia stato il lavoro e non la mancanza di affetto, non le ho mai nascosto che questa assenza mi sia un po’ pesata e poi lei, non essendo una persona materialista, non ha tenuto nulla di mio, ne foto ne altro, e adesso mi manca avere qualche richiamo “fisico” del mio passato quindi io sto facendo totalmente l’opposto!

Ho preso due bauli -che sono già pieni- dove, in uno, metto ogni ricordo significativo della crescita di Carlotta (il fiocco nascita, le scarpine dei primi passi, i lavoretti, il ciuccio preferito, il suo primo gioco, la prima ciocca dei suoi capelli, ecc), invece, nell’altro sto inserendo tutti gli album con le foto scattate nei momenti più particolari e unici; infine tengo un diario, una sorta di lettere per lei…scrivo tutto quello che vorrei dirle o che vorrei che un giorno sapesse.

Questo è il mio modo di vivere la maternità -e vuole essere solo un esempio- ma credo che l’importante sia semplicemente dimostrare ai nostri figli di essere se stessi e volergli bene, il come non spetta a me deciderlo!

Il tuo papà, “contadino poeta” quanto ha influenzato la tua infanzia e il tuo stile di vita?

Sai che quando mio padre leggerà questa domanda, scoppierà a piangere? Anzi no, mi correggo, starà piangendo già da quando ha letto il titolo!!!

Mio papà è più sognatore di me, intravede amore anche in una pietra.

Lui è letteralmente un orso buono: è alto quasi due metri, con delle mani che una sola è grande quanto due delle mie e un vocione che intimorisce tutti ma appena ti perdi nei suoi occhi capisci l’animo che lo caratterizza.

Per passare del tempo con lui dovevo necessariamente andare nei campi o in stalla perché, anche adesso, è lì che lui trascorre le sue giornate!

Mi ha insegnato a guardare la natura non per quel che canonicamente rappresenta ma per quello che vedevo in essa, mi ha costretta a suonare il pianoforte anche se non volevo ma forse aveva capito prima di me quanto la musica mi appartenesse e mi ha insegnato l’importanza della terra.

Non sono mancati gli scontri, le litigate ma ogni mattina non si dimenticava di svegliarmi per andare a scuola preoccupandosi di come stessi.

Di sicuro è stato fulcro del mio “isolamento” perché preferivo andare nei campi con lui o tra gli animali invece di stare con i coetanei e poi, forse aspetto più importante, senza le sue poesie forse non avrei mai iniziato anche io a scrivere.

Va bene, si è capito, mi ha influenzata parecchio e forse servirebbe anche a me un asciugamano adesso!

Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Ce ne vuoi parlare?

Innanzitutto non sto smettendo di scrivere poesie e sarei già pronta per una seconda raccolta ma ho deciso di aspettare prima di pubblicare un altro libro.

Dopo aver pubblicato “Il mio girotondo di emozioni” ho scoperto quanto lavoro ci fosse da fare per farlo conoscere notando la difficoltà che nuovi ed emergenti autori affrontano a riguardo così, senza rendermene conto, passo dopo passo, mi sono trovata a collaborare con autori e piccole case editrici per leggere, corregge e recensire libri che sono ancora in fase di editing o che sono già pubblicati; questo nuovo “lavoro” mi sta entusiasmando molto e mi scalda il cuore poter esser d’aiuto a qualche collega e spero continui lungo questa strada.

Però ho in programma altri due progetti: nell’immediato sto “reclutando” persone a cui piaccia la poesia e che siano interessate leggere il mio libro per una settimana terminata la quale dovranno passarlo ad un altro soggetto che farà lo stesso; tutto accompagnato da un quaderno dove darò la possibilità di scrivere ciò che provano; una sorta di tour del libro.

In secundis, sto valutando e buttando giù le basi per un romanzo di cui non voglio svelare nulla, ma sarà di sicuro un progetto a lungo termine; non so cosa mi verrà in mente domani ma per ora non ho altri progetti tra i pensieri.

Ti ringrazio per la tua disponibilità, Elenia, se vuoi aggiungere qualcos’altro prima di salutarci, puoi tranquillamente farlo.

Grazie mille a te Alessandra.

Non saprei che dire se non viva le emozioni!

Un abbraccio

 

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