ADDIO PAOLO di Giovanni Margarone

Addio Pablito

Con Pablito, capimmo allora che anche i sogni erano possibili.

E sul finir di quest’anno 2020, che penso tutti vogliamo si concluda presto per archiviarlo nell’oblio perenne, giunge la triste notizia che un altro grande campione se ne è andato.
Sto parlando di Paolo Rossi, che nel 1982 vinse i mondiali di calcio, lasciando nell’albo d’Oro della Nazionale una pagina memorabile dello sport italiano. Così, dopo Diego Maradona, se ne è andato anche lui, lasciando tutti basiti e confusi. Morte prematura, data l’età, 64 anni, in barba alla tanto conclamata speranza di vita allungata che invece viene applicata ai nostri governi per ritardare le pensioni.
Così il mondo del calcio e dello sport in generale è di nuovo in lutto e un altro vuoto incolmabile si è creato, facendoci riflettere di nuovo al cospetto della morte.
Paolo Rossi quasi 40 anni fa ci fece sognare, da persona umile e semplice che era. Era un caldo pomeriggio di Luglio quello del 1982 in Spagna. I temutissimi teutonici ero dati per vincitori, ma l’energia di quella squadra e la tripletta di Pablito consegnò la vittoria dell’Italia alla storia, davanti a un commosso Presidente Pertini che si alzò di scatto quando vide i tedeschi con le spalle ricurve, implosi su loro stessi dopo l’ultimo fischio dell’arbitro di quella mirabolante finale.
Con Pablito, capimmo allora che anche i sogni erano possibili, in quegli anni ottanta di un’Italia compromessa dall’ennesima crisi economica e dall’instabilità politica. Anni ottanta, tuttavia, in cui pennellate di colore provenivano dai giovani, animati dalla speranza di un futuro migliore. Una generazione energica, partecipe di grandi cambiamenti avvenuti in quel decennio. Figure come Paolo Rossi furono veri portatori di speranza, Yes I can, avremmo detto oggi, Sì io posso. Come è possibile ancora oggi, in questo anno così paradossale, in cui tutti ci siamo sentiti soli e confusi, commuoversi pensando a quel Mondiale e ad altri eventi epocali di quell’ormai lontano decennio, basti pensare alla caduta del muro di Berlino nel 1989 e che cosa questo comportò.
Un canzone di quel periodo diceva: “Cosa resterà di questi anni ottanta?”, a quella domanda la risposta potrebbe essere: “La speranza, dopo gli oscuri anni ‘70, che ci avrebbe traghettato verso la fine del secolo, con l’auspicio di un futuro migliore. Quel futuro che noi oggi viviamo e che, purtroppo, non è stato indenne da altri fatti oscuri, in un mondo completamente cambiato, globale e tecnologico, in cui tuttavia l’umanità non è stata ancora capace di livellare le disuguaglianze sociali e la povertà e in cui l’uomo si sente sempre più solo.
Paolo Rossi ed altri personaggi di quel periodo ci hanno dato speranza ed è questa che non bisogna abbandonare, mai, affinché l’umanità sia animata di un’energia nuova, che le dia la forza per vincere la sua solitudine.

Pubblicato da Giovanni Margarone

Sono Giovanni Margarone, sono nato nel 1965 e scrivo narrativa. I miei romanzi rientrano maggiormente in quelli di formazione, per via dell’evoluzione che fanno compiere (innanzitutto interiore e non solo) ai protagonisti (dall’infanzia all’età adulta, risalendo sovente alle origini, scavando nella storia del personaggio). Forte è la componente introspettiva e psicologica, per cui il personaggio resta sempre e comunque l’elemento centrale delle narrazioni, che potrebbero essere quindi ambientate in qualunque luogo. Sono un autore che vuole scrivere per gli altri, perché diversamente la mia sarebbe un’attività monca, fine a se stessa. Interpreto la scrittura come il mezzo più efficace per trasmettere sentimenti, emozioni e per indurre alla meditazione. Questa interpretazione trascendentale della scrittura mi è assai cara, perché ritengo che la spiritualità faccia parte di noi stessi e che lo spirito vada nutrito. Ho finora scritto e pubblicato quattro romanzi: “Note fragili” (2018, seconda edizione), “Le ombre delle verità svelate (2018, seconda edizione), “E ascoltai solo me stesso” (2019, seconda edizione) e “Quella notte senza luna” (2018). Inoltre, nel 2019 un mio racconto “Il segreto del casone” è stato inserito nell’antologia “Friulani per sempre” – con postfazione di Bruno Pizzul - edito da “Edizioni della sera”. Nel novembre 2019 sono stato insignito di una “Benemerenza” dal Comune di San Giovanni al Natisone (UD) (dove risiedo) per meriti letterari. Sono membro della Commissione Cultura del Comune di San Giovanni al Natisone (UD). I miei romanzi hanno ricevuto numerosi premi letterari. Il mio sito ufficiale è https://margaronegiovanni.com/

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