A mia madre, di Edmondo De Amicis

Non sempre il tempo la beltà cancella

o la sfioran le lacrime e gli affanni

mia madre ha sessant’anni e più la guardo

e più mi sembra bella.

Non ha un accento, un guardo, un riso

che non mi tocchi dolcemente il cuore.

Ah se fossi pittore, farei tutta la vita

il suo ritratto.

Vorrei ritrarla quando inchina il viso

perché io le baci la sua treccia bianca

e quando inferma e stanca,

nasconde il suo dolor sotto un sorriso.

Ah se fosse un mio prego in cielo accolto

non chiederei al gran pittore d’Urbino

il pennello divino per coronar di gloria

il suo bel volto.

Vorrei poter cangiar vita con vita,

darle tutto il vigor degli anni miei

Vorrei veder me vecchio e lei …

dal sacrificio mio ringiovanita!

Edmondo De Amicis, poeta della fratellanza e della bontà nasce il 21 ottobre del 1846 ad Oneglia (Imperia). Compie i primi studi in Piemonte, prima a Cuneo e poi a Torino. Entra nell’Accademia Militare di Modena e ne esce sottotenente, nel 1865. L’anno successivo combatte a Custoza. Pur proseguendo nella carriera militare, cerca di assecondare la sua vocazione alla scrittura: a Firenze dirige il giornale “L’Italia Militare” e pubblica, intanto, “La vita militare” (1868), il cui successo gli consente l’abbandono della stessa – che, peraltro, egli ama – per dedicarsi esclusivamente alla passione dello scrivere. Nel 1870, nel ruolo di corrispondente de “La Nazione”, partecipa alla spedizione di Roma entrando per Porta Pia. Ormai libero dall’impegno militare comincia una serie di viaggi – anche per conto de “La Nazione” – dei quali lascia testimonianza con la pubblicazione di vivaci relazioni.  Nascono così “Spagna”, nel 1873; “Olanda” e “Ricordi di Londra”, nel 1874; “Marocco”, nel 1876; Costantinopoli, nel 1878; “Alle porte d’Italia”, nel 1884, dedicato alla città di Pinerolo e ai suoi dintorni, fino al suo viaggio in America il cui diario, intitolato “Sull’oceano”, è dedicato agli emigranti italiani.

Chiusa la stagione itinerante, De Amicis rientra in Italia e comincia a dedicarsi alla letteratura educativa che fa di lui, oltre che un valente scrittore, anche un pedagogo: è proprio in questo campo che sfornerà, nel 1886, il suo capolavoro, “Cuore” che, nonostante l’ostracismo dei cattolici per l’assenza di contenuti religiosi, riscuote un successo strabiliante e viene tradotto in molte lingue. Pubblica ancora, tra gli altri, “Il romanzo d’un maestro”, nel 1890; “Fra scuola e casa” nel 1892; “La maestrina degli operai”, nel 1895; “La carrozza di tutti”, nel 1899; “Nel regno del Cervino”, nel 1904; “L’idioma gentile” nel 1905. Collabora a varie testate di ispirazione socialista. L’ultimo decennio della sua vita è segnato dalla morte della madre, dal fallimento del suo matrimonio con Teresa Boassi e dal suicidio del figlio Furio legato proprio alle condizioni di invivibilità createsi in famiglia per le furibonde e continue liti dei genitori. Edmondo De Amicis muore a Bordighera (Imperia) il giorno 11 marzo 1908, all’età di 62 anni.

De Amicis trasfonde nelle sue opere pedagogiche tutto il rigore morale che gli deriva dalla sua educazione militare, oltreché dall’essere un fervente patriota ed illuminista, ma rimane un autore fortemente legato ai suoi tempi: il libro “Cuore”, che rappresenta un fondamentale punto di riferimento formativo agli inizi del ‘900, è stato successivamente molto criticato e ridimensionato proprio a causa dei mutamenti dei tempi che lo hanno reso obsoleto. E ciò anche a discapito del suo spessore letterario che meriterebbe, invece, di essere ormai rispolverato e rivalutato insieme all’intera opera di De Amicis. Con “L’idioma gentile” si connota come l’ultimo sostenitore delle tesi di Alessandro Manzoni che auspicava una lingua italiana moderna, efficace e depurata da classicismi e retorica. Le altre opere di Edmondo De Amicis: “Bozzetti di vita militare” (1868); “Novelle” (1872); “Ricordi del 1870-71” (1872); Ricordi di Parigi (1879); “I due amici” (1883); “Amore e ginnastica” (1892); “Questione sociale” (1894); “Le tre capitali: Torino-Firenze-Roma” (1898); “La Tentazione della bicicletta” (1906); “Cinematografo cerebrale” (1907); “Compagnia” (1907); “Ricordi d’un viaggio in Sicilia” (1908); “Nuovi ritratti letterari e artistici” (1908).

 

Immagini e fonti web

Pubblicato da Teresa Anania

Eccomi..... Sono Teresa Anania, e ho una passione sfrenata per i libri. Un amore iniziato ad otto anni e cresciuto nel tempo. Amo scrivere e riversare, nero su bianco, emozioni, sentimenti e pensieri concreti e astratti. La musica è la colonna sonora della mia vita. Ogni libro lascia traccia dentro di noi e con le recensioni, oltre a fornire informazioni "tecniche", si tenta di proiettare su chi le leggerà, le sensazioni e le emozioni suscitate. Beh..... ci provo! Spero di riuscire a farvi innamorare non solo dei libri ma della cultura in senso lato.

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